EMIGRANTI A CALAIS

  Non si fermano le proteste dei migranti nell’accampamento presso Calais. Nella notte di sabato 3 ottobre, circa duecento migranti, soprattutto eritrei e sudanesi, hanno sfondato le recinzioni intorno al terminal Eurotunnel riuscendo a percorrere qualche chilometro prima di essere respinti dai gendarmi francesi in presidio permanente nella zona. Due agenti di polizia vengono feriti durante gli scontri con i migranti, cancellati i treni fra Folkestone e Calais. Contemporaneamente altre centinaia di migranti provavano a salire sui rimorchi dei camion che transitavano all’interno del tunnel. Un centinaio gli arresti effettuati dalla polizia durante l’invasione del tunnel. Questo nuovo tentativo […]
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Non si fermano le proteste dei migranti nell’accampamento presso Calais. Nella notte di sabato 3 ottobre, circa duecento migranti, soprattutto eritrei e sudanesi, hanno sfondato le recinzioni intorno al terminal Eurotunnel riuscendo a percorrere qualche chilometro prima di essere respinti dai gendarmi francesi in presidio permanente nella zona. Due agenti di polizia vengono feriti durante gli scontri con i migranti, cancellati i treni fra Folkestone e Calais. Contemporaneamente altre centinaia di migranti provavano a salire sui rimorchi dei camion che transitavano all’interno del tunnel. Un centinaio gli arresti effettuati dalla polizia durante l’invasione del tunnel.

Questo nuovo tentativo di oltrepassare il confine francese dopo la tredicesima vittima, un eritreo di vent’anni morto mercoledì scorso, riporta l’attenzione sull’accampamento vicino a Calais, ribattezzato “la jungla”, dove circa tremila persone sono ammassate in tende improvvisate, affamate e senza diritti. Il governo britannico da parte sua cerca di arginare i continui tentativi dei migranti che vogliono attraversare la frontiera francese, fornendo al sindaco di Calais un numero maggiore di agenti di polizia e chilometri di filo spinato.

Le politiche liberticide della Fortezza Europa vengono continuamente attaccate dalla volontà dei migranti di poter esercitare il loro diritto alla libera circolazione, continuamente respinto dalle politiche dei muri e del filo spinato messe in atto dai governi europei. Un tentativo che però non riesce a contenere la rabbia e la determinazione di centinaia di persone che quotidianamente cercano di strappare qualche metro di libertà e dignità.

DA http://www.infoaut.org

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