QUANTA IPOCRISIA: RIFLESSIONI SULLA VICENDA VOLKSWAGEN.

Redazione di Operai Contro, Da un po’ di tempo a questa parte la vicenda Volkswagen è stata al centro della cronaca europea. Certo, il fatto che la più grande casa automobilistica tedesca sia stata l’artefice di una vera e propria truffa per superare i test antiinquinamento, è sconvolgente, è messo in discussione il sistema produttivo stesso. Certe vicende vanno neutralizzate, cosa ci stanno a fare sennò tutta la folta schiera di intellettuali ben pagati? Così, tra le righe, sembra che alla casa automobilistica tedesca sia capitata una calamità, non che siano stati artefici di un imbroglio ideato scientificamente. L’imbarazzo […]
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Redazione di Operai Contro,

Da un po’ di tempo a questa parte la vicenda Volkswagen è stata al centro della cronaca europea. Certo, il fatto che la più grande casa automobilistica tedesca sia stata l’artefice di una vera e propria truffa per superare i test antiinquinamento, è sconvolgente, è messo in discussione il sistema produttivo stesso. Certe vicende vanno neutralizzate, cosa ci stanno a fare sennò tutta la folta schiera di intellettuali ben pagati? Così, tra le righe, sembra che alla casa automobilistica tedesca sia capitata una calamità, non che siano stati artefici di un imbroglio ideato scientificamente. L’imbarazzo dei commentatori è evidente, non è facile far passare la Volkswagen come una “mela marcia” del sistema, gli interessi in gioco sono troppo grandi. Ci sono, però, degli aspetti della vicenda che prestano il fianco a una profonda critica del nostro sistema socioeconomico, basato sul profitto, aspetti tenuti volutamente al margine dalla cronaca e dai commenti dei giornalisti.

LA BOSCH, MICA UNA SCALZACANE QUALSIASI.

Un aspetto sconcertante di questa vicenda, poco rilevata, è l’impresa eseguitrice della truffa che ha prodotto il software capace di camuffare i dati degli inquinanti: la Bosch, una delle più importanti multinazionali dell’elettronica, mica una ditta di contraffazione cinese. La stessa impresa che produce sistemi antinquinamento! Com’è stato possibile? Quando si produce un nuovo prodotto, bisogna rilasciare un brevetto, ricevere delle autorizzazioni. Come stato possibile autorizzare un sistema nato per contraffare dei dati? Se quest’aspetto della contraffazione era stato nascosto, parchè non è coinvolta anche la Bosch nello scandalo? Si comprende, allora, come questo scandalo è molto più ampio di quello che si vuol far apparire, è tutto il sistema che va messo in discussione.

CHI CONTOLLA IL CONTROLLORE?

Dalla cronaca emerge che potrebbero essere coinvolte undici milioni di vetture del gruppo automobilistico tedesco, com’è stato possibile non accorgersi prima della truffa e perché è stata rilevata solo adesso? In realtà questo sistema, per favorire il profitto e l’economia, rileva le illegalità solo dopo che sono avvenute, è più “conveniente”. Così si abbattono le case abusive ma non s’impedisce, preventivamente, la loro costruzione; si compiono le bonifiche, ma non si previene l’inquinamento delle industrie; si preferisce curare le malattie piuttosto che prevenirle. Solo così si moltiplica il PIL, e i profitti, l’unica cosa che conta.

CHI PAGHERA’ I DANNI REALI?

Come sempre avviene in questi casi i borghesi incassano i profitti i danni li paga la collettività. Così le case automobilistiche hanno incassato, spesso, gli incentivi per far acquistare auto meno inquinanti, in teoria, ma chi ripagherà la popolazione delle sostanze tossiche diffuse illegalmente nell’atmosfera? In che misura queste hanno contribuito a incrementare i tumori, nessuno può dirlo. Anche perché uno degli effetti di questi sistemi contraffazione consisteva nel ridurre le dimensioni delle particelle di particolato per renderle irrilevabili dalle centraline, ma in questo modo esse divenivano molto più dannose e cancerogene. Quante persone sono morte, anche, per questo motivo non è possibile saperlo. In verità sarebbe molto più semplice rendere le auto più ecologiche, com’è stato dimostrato da alcuni scienziati dell’Università dell’Idrogeno di Monopoli, in provincia di Bari: basta aggiungere, nelle giuste proporzioni, dell’idrogeno nei carburanti, il particolato si riduce drasticamente, senza la necessità di progettare sofisticati sistemi antinquinanti. Ma le soluzioni troppo semplici non vengono neanche tenute in considerazione, in questo sistema per generare il profitto è necessario produrre nuova merce, non c’è alternativa.

COME ANDRA’ A FINIRE?

Certamente non ci rimetteranno i borghesi, loro non ci rimettono mai! Tanto per essere punito per le sue malefatte, l’amministratore delegato della Volkswagen SI E’ DIMESSO INTASCANDO 60 MILIONI DI EURO DI BUONUSCITA! È COSI’ CHE SI PUNISCONO I BORGHESI. Se, com’è presumibile, ci saranno dei cali di produzione, saranno gli operai a pagare con licenziamenti e cassa integrazione. Il plus valore da loro prodotto è già andato nelle tasche di chi ha ideato la truffa, è la legge del capitale!

PIERO DEMARCO

 

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