«Il Grande fratello? Mai qui in Fincantieri»

dal secolo XIX Genova – «Il lavoro non è un Grande Fratello». I sindacati di Fincantieri, l’azienda pubblica controllata dalla finanziaria del Ministero dell’economia, principale complesso cantieristico nazionale nella produzione di navi da crociera e portacontainer, hanno le idee chiare. Il nuovo pacchetto di norme attuative del Jobs Act non piace e ricorda vecchi fantasmi, scacciati via a suon di fischietti e fumogeni. A infiammare la protesta il tema “sorveglianza”, un controllo a distanza previsto dal testo del Ministero che, per i dipendenti Fincantieri, somiglia agli scarponi al microchip alle telecamere puntate sui lavoratori. Proposte bloccate, rimandate al mittente […]
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dal secolo XIX

Genova – «Il lavoro non è un Grande Fratello». I sindacati di Fincantieri, l’azienda pubblica controllata dalla finanziaria del Ministero dell’economia, principale complesso cantieristico nazionale nella produzione di navi da crociera e portacontainer, hanno le idee chiare. Il nuovo pacchetto di norme attuative del Jobs Act non piace e ricorda vecchi fantasmi, scacciati via a suon di fischietti e fumogeni.

A infiammare la protesta il tema “sorveglianza”, un controllo a distanza previsto dal testo del Ministero che, per i dipendenti Fincantieri, somiglia agli scarponi al microchip alle telecamere puntate sui lavoratori. Proposte bloccate, rimandate al mittente dalle manifestazioni unitarie, che ora i 570 dipendenti di Sestri Ponente, oltre duemila in tutta la Liguria tra la sede di via Cipro, gli stabilimenti di Riva Trigoso, Muggiano a La Spezia, temono di vedere tornare, sotto forma diversa ma con un’unica finalità. «Controlli, ma solo nel rispetto della privacy», ha assicurato il Ministro del lavoro, Giuliano Poletti. Parole tra le gru e gli uffici Fincantieri non convincono.

«È come tornare indietro, ai tempi in cui passava un guardiano a vedere cosa stavi facendo, se al lavoro o a fumarti una sigaretta. Solo con mezzi molto più sofisticati. E invasivi». Giulio Troccoli, una vita all’interno dei cancelli di Fincantieri e sindacalista Fiom, non nasconde il fastidio. «Tutta quell’impalcatura di legge è un attacco al mondo del lavoro. Il controllo dei lavoratori sembra uscita dal libro di Orwell, un occhio elettronico sempre puntato. In Fincantieri, poi, ci sono compiti precisi, ognuno ha una posizione per costruire la nave e non sarebbe certo “tracciando” gli spostamenti che si riesce a capire se si è all’opera o con le mani in mano – attacca Troccoli -. Stesso discorso per tablet e cellulari. È una scelta esagerata, senza senso pratico. Noi non siamo mica delinquenti o galeotti, se ne devono rendere conto. Siamo del tutto contrari ad ogni tipo di controllo a distanza».

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