BRASILE: LA LOTTA DEGLI OPERAI MERCEDES E GENERAL MOTORS

MERCEDES-BENZCirca 7000 operai dello stabilimento MERCEDES-BENZ di São Bernardo do Campo, presso San Paolo del Brasile, hanno proclamato a seguito di un’assemblea tenutasi il 24 agosto lo sciopero a tempo indeterminato contro il padronato, dopo che il 21 agosto gli operai hanno ricevuto telegrammi con i quali li si invitava a firmare la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro a far data dal 1 settembre. Secondo quando dichiarato da Sergio Nombre, portavoce del sindacato metalmeccanico ABC in MERCEDES, l’azienda non ha neppure specificato la quantità di esuberi previsti, parlando di cifre intorno alle 2.000 unità (circa un quinto dell’attuale […]
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MERCEDES-BENZCirca 7000 operai dello stabilimento MERCEDES-BENZ di São Bernardo do
Campo, presso San Paolo del Brasile, hanno proclamato a seguito di
un’assemblea tenutasi il 24 agosto lo sciopero a tempo indeterminato
contro il padronato, dopo che il 21 agosto gli operai hanno ricevuto
telegrammi con i quali li si invitava a firmare la risoluzione
consensuale del rapporto di lavoro a far data dal 1 settembre.

Secondo quando dichiarato da Sergio Nombre, portavoce del sindacato
metalmeccanico ABC in MERCEDES, l’azienda non ha neppure specificato la
quantità di esuberi previsti, parlando di cifre intorno alle 2.000 unità
(circa un quinto dell’attuale forza-lavoro) e dichiarando che nei
prossimi giorni è previsto un nuovo invio di comunicazioni senza
precisarne il numero.

I guai degli operai con MERCEDES sono partiti da mesi e si sono arenati
nuovamente due settimane fa, quando l’azienda ha rifiutato la proposta
approvata dall’assemblea degli operai di aderire al Programma di
Protezione per l’Occupazione (Programa de Protecção do Emprego, PPE)
giudicandola “insufficiente”: una soluzione offerta per scongiurare
licenziamenti ed esuberi, che prevede il taglio del monte ore lavorativo
e di conseguenza del salario del 30% coperto solo per la metà dal
governo federale. MERCEDES ha anzi rilanciato aggiungendo al PPE il
taglio dell’adeguamento salariale all’INPC (Índice Nacional de Preços ao
Consumidor, l’equivalente del nostro ISTAT) per il 2016.

La multinazionale tedesca dell’automotive motiva la sua politica di
sangue operaio parlando del calo nel mercato interno del 43,1% di
vendite di camion e del 28,6% per gli autobus, aggiungendo che le
previsioni per il 2016 restano negative.

GENERAL MOTORS

Sempre nello stato federale di San Paolo, presso São José dos Campos,
l’assemblea degli operai della GENERAL MOTORS (gruppo multinazionale
acquisito dalla FCA-FIAT guidata dall’amministratore delegato Sergio
Marchionne) ha approvato venerdì 21 agosto l’accordo negoziato con la
mediazione del Tribunale Regionale del Lavoro. Esso consiste nella
conversione dei 798 licenziamenti annunciati dal padrone
nell’equivalente della cassa integrazione a zero ore per un periodo di 5
mesi, al termine del quale, in caso di conferma della riduzione del
personale, ogni operaio percepirà 4 mensilità più una aggiuntiva e la
liquidazione.

Contemporaneamente GM avvierà la procedura per l’esodo su base
volontaria, pagando subito 5 mensilità e la liquidazione a chi ne farà
richiesta. A luglio l’azienda comunicava che il sito di São José non
sarà ricompreso nel piano di investimenti della multinazionale in
Brasile per un importo pari a quasi 2 miliardi di dollari per il
triennio 2016-2019.

Lo sciopero partito lo scorso 10 agosto che ha paralizzato le attività
dell’impianto con il blocco delle merci, è stato uno dei più imponenti
degli ultimi decenni registrati nell’intero Paese, oggi settima potenza
economica globale investita solo di recente dalla crisi strutturale, in
particolare nel settore automotive con il pesante calo della vendita di
automobili di circa il 20% che ha significato la perdita di 10.000 posti
di lavoro.

Agli operai MERCEDES si aggiungeranno volenti o nolenti quelli di
DAIMLER, società che possiede un impianto proprio a São Bernardo do
Campo e che ha annunciato lunedì di volere procedere a 1.500 licenziamenti.

Ai metalmeccanici brasiliani la grande occasione di compattarsi in una
grande battaglia convergente, spaccando gli steccati sindacali e
corporativi, che sappia emulare quanto hanno dimostrato gli operai
turchi di FORD, RENAULT e TURKTRAKTOR gruppo FIAT-CNH, imparandone
l’unità e la determinazione, convogliandole politicamente nell’unica
opzione scientificamente possibile per la propria emancipazione: la
costruzione del partito indipendente degli operai.

M.L.

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