BRACCIANTI, SCHIAVI SALARIATI DEL TERZO MILLENNIO

  Redazione Braccianti donne, per lavori “delicati” come l’acinellatura. Braccianti africani per lavori pesanti come la raccolta di pomodori o angurie. Territorio, la Puglia. 7, 8, 10 o più ore di lavoro massacrante. Spesso 4, 5 ore di viaggio. 20, 25, 27 (e anche meno) euro di salario al netto della “tassa” da pagare al caporale. La morte compagna di lavoro e di viaggio.   Questi sono gli schiavi moderni, operai salariati del terzo millennio. Non gli unici, ma sicuramente schiavi.   Schiavi come gli schiavi sul cui sfruttamento Roma, prima potenza imperialista della storia umana, costruì il dominio […]
Condividi:

 

Redazione

Braccianti donne, per lavori “delicati” come l’acinellatura.

Braccianti africani per lavori pesanti come la raccolta di pomodori o angurie.

Territorio, la Puglia.

7, 8, 10 o più ore di lavoro massacrante.

Spesso 4, 5 ore di viaggio.

20, 25, 27 (e anche meno) euro di salario al netto della “tassa” da pagare al caporale.

La morte compagna di lavoro e di viaggio.

 

Questi sono gli schiavi moderni, operai salariati del terzo millennio. Non gli unici, ma sicuramente schiavi.

 

Schiavi come gli schiavi sul cui sfruttamento Roma, prima potenza imperialista della storia umana, costruì il dominio sul mondo allora conosciuto.

 

Schiavi come gli schiavi dei campi di concentramento sul cui sfruttamento il Terzo Reich progettò di dominare sull’intera Europa.

 

Gli schiavi di Roma morivano sotto il peso della fatica, delle frustate. Chi era più forte durava qualche anno, mese, giorno in più, gli altri morivano sul ciglio delle strade, nelle galere, nei campi.

 

Gli schiavi dei nazisti morivano sotto il peso della fatica, degli stenti, delle percosse. Chi era più forte sopravviveva qualche anno, mese, giorno in più, chi era più debole finiva prima degli anni nelle camere a gas e nei forni crematori.

 

Gli schiavi salariati moderni muoiono nei campi sotto il peso di una fatica immane senza attimi di sosta, bruciati dal sole, il cuore sfinito dallo sforzo fisico. Chi è più forte tira avanti, chi non ce la fa crepa, come il bracciante sudanese Abdullah Mohamed a Nardò, un altro bracciante tunisino a Polignano a Mare, la bracciante pugliese Paola Clemente ad Andria, o va in coma come un altro bracciante pugliese sempre ad Andria. Ai moderni padroni e ai loro aguzzini, i caporali, non importa, altri schiavi sono pronti a prenderne il posto per quattro soldi.

 

Gli schiavi di Roma si ribellarono e contribuirono a far cadere i primi imperialisti.

Gli schiavi internati nei campi di concentramento furono liberati dalla vittoriosa Armata Rossa dell’Unione Sovietica.

Gli schiavi dei campi si libereranno alleandosi con gli operai, altrettanto schiavi salariati, delle fabbriche. Non c’è altra strada!

 

SALUTI OPERAI DALLA PUGLIA

 

Condividi:

Comments Closed

Comments are closed. You will not be able to post a comment in this post.