RICORDANDO LA LOTTA DEGLI OPERAI DELLA INNSE

Cari operaicontro, vi inoltro la lettera inviata al Manifesto da Elio e Luisa e pubblicata oggi, in ricordo della lotta e della vittoria dei 49 operai della Innse. Gli operai della Innse hanno resistito per 15 mesi al tentativo di distruggere la fabbrica e hanno vinto: mercoledì 12 agosto hanno siglato un accordo che prevede l’acquisizione dello stabilimento da parte dell’industriale bresciano Camozzi e la riassunzione di tutti i 49 dipendenti. Questa lotta eroica e tenace ha dovuto affrontare molti nemici: il padrone, Genta, che ha acquistato una fabbrica con macchine dal valore di milioni di euro al prezzo […]
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Cari operaicontro,

vi inoltro la lettera inviata al Manifesto da Elio e Luisa e pubblicata oggi, in ricordo della lotta e della vittoria dei 49 operai della Innse.

Gli operai della Innse hanno resistito per 15 mesi al tentativo di distruggere la fabbrica e hanno vinto: mercoledì 12 agosto hanno siglato un accordo che prevede l’acquisizione dello stabilimento da parte dell’industriale bresciano Camozzi e la riassunzione di tutti i 49 dipendenti. Questa lotta eroica e tenace ha dovuto affrontare molti nemici: il padrone, Genta, che ha acquistato una fabbrica con macchine dal valore di milioni di euro al prezzo di un appartamento per rivenderlo pezzo a pezzo, con la compiacenza delle istituzioni locali, comprese quelle di centrosinistra; l’Aedes, proprietaria dell’area di via Rubattino fino al confine della fabbrica che non vede di buon occhio la presenza di un’acciaieria tra gli appartamenti in via di costruzione nell’ex area Innocenti; il governo Berlusconi e il ministro Maroni, vero artefice del tentativo di sgombero della fabbrica di questo agosto, terrorizzati dall’idea che l’autunno che verrà abbia come slogan:”Facciamo come alla Innse”.

Un caro saluto

Silvia Cortesi

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INNSE: LA SOLIDARIETA’ IN PRATICA

Qualche giorno fa ci siamo trovati a passare in via Rubattino, abbiamo rivisto l’ingresso della fabbrica INNSE e ci sono venuti in mente i giorni caldi di qualche agosto fa. Già, il prefetto per accontentare la proprietà della fabbrica schierò qualche centinaio di poliziotti per contenere gli operai, quarantanove, ma determinati come gli spartani alle Termopili. Volevano far trasportare in altro luogo, dopo averli venduti, i macchinari della fabbrica. Una delle miglior industrie di meccanica pesante, ancora attiva, mantenuta ai migliori standard dagli operai migliori, quelli che fanno del loro mestiere un’arte. Per un anno, giorno dopo giorno, hanno tenuto attiva la fabbrica lavorando gratis per far fronte alle commesse arrivate, il padrone intanto cercava di venderla come un ferro vecchio per dar spazio ad un improbabile terreno svenduto per far posto ad un parcheggio.

Passò anche l’inverno e i milanesi facevano la spola per portare un po’ di solidarietà e capire le loro ragioni.

La solidarietà in pratica, come ci hanno insegnato quel genere di operai. Le condizioni climatiche sfavorevoli del mese di agosto, mese ideale per i colpi di mano, quando i milanesi sono al mare, nulla di questo ha funzionato.

La solidarietà non si è sgonfiata, anzi, visto che ogni giorno c’erano le cariche e i tentativi di sgombero del presidio davanti alla fabbrica, anche alle sei del mattino. Si vedevano lavoratori che si presentavano ogni giorno davanti alla fabbrica organizzando tende e presentandosi con bevande fresche e cibo per non far mancare il necessario a chi stava lottando. Chi poteva si fermava a dormire la notte.

Non si poteva arretrare soprattutto dal momento che alcuni di loro in un gesto estremo sono saliti su un carroponte decisi a non scendere se non si riportava la questione davanti alle istituzioni e soprattutto ad un nuovo proprietario, a costo che l’avrebbero cercato loro!

Sì gli operai della INNSE hanno potuto tutto questo. Era impressionante vedere operai discutere davanti alla fabbrica, provenienti da altre fabbriche d’Italia.

Fino a che, dopo otto giorni di grande tensione gli operai sono scesi dal carroponte vittoriosi. La fabbrica continuava a produrre e avrebbe ridato il lavoro ai quarantanove operai, e con la prospettiva di assumere dei giovani. Così la lotta porta con sé il grande risultato di render merito al coraggio e alla volontà di restare uniti.

Elio e Luisa

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