LA TV DEL DUCE RENZI

Redazione di Operai Contro, La storia nel nostro paese si continua a ripetere inesorabilmente. Sono cambiati i toni, le tecniche sono più sofisticate, ma i mezzi di comunicazione sono sempre la via più comoda per egemonizzare le menti di un popolo stolto. Così Renzi nella sua determinata riforma dello stato verso una dittatura ha impostato le linee guida della nuova televisione di stato che, sebbene ha perso molto potere per via delle fonti di informazione telematiche, resta pur sempre il mezzo più importante. Renzi ha chiesto una televisione dove non ci siano più immagini che creano ansia, in altre […]
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Redazione di Operai Contro,
La storia nel nostro paese si continua a ripetere inesorabilmente. Sono cambiati i toni, le tecniche sono più sofisticate, ma i mezzi di comunicazione sono sempre la via più comoda per egemonizzare le menti di un popolo stolto. Così Renzi nella sua determinata riforma dello stato verso una dittatura ha impostato le linee guida della nuova televisione di stato che, sebbene ha perso molto potere per via delle fonti di informazione telematiche, resta pur sempre il mezzo più importante.
Renzi ha chiesto una televisione dove non ci siano più immagini che creano ansia, in altre parole la televisione deve illudere il popolo inducendolo a pensare che tutto va bene, un po come una volta facevano credere che al fronte l’esercito italiano era capace di grandi vittorie mentre c’erano solo sconfitte.
Ma del resto queste linee guida già dettate da qualche tempo e di nuovo riportate in auge dalla questione nomine rai non fanno altro che rafforzare un asservimento dei giornalisti già in atto da tempo e da molti governi precedenti.
Un asservimento talvolta addirittura spontaneo che si manifesta nella ricerca di termini più soft e di lunghi giri di parole atti a confondere e a rendere più dolce la notizia sgradita all’opinione pubblica. Recentemente mentre sentivo il telegiornale mi è venuto da ridere quando per dire che il numero dei disoccupati era stabile nonostante il famigerato quanto inutile job act il giornalista  ha preferito riportare la notizia in questi termini: ” Non diminuisce il numero dei senza lavoro” . Una formulazione che per essere decifrata richiede un’attenzione che molti ascoltatori non dedicano ai telegiornali perchè spesso distratti in altre attività e che per questo scivola via senza destare rabbia o turbamento.
L’indipendenza della Rai è per Renzi un concetto non solo da ignorare come i suoi predecessori, ma come piace dire a lui è da rottamare. Del resto come ha fatto notare il presidente di commissione di vigilanza Roberto Fico: “come mai il fresco di nomina Campo  Dall’Orto conosce già i nomi dei suoi vice? Semplicemente perchè glieli ha imposti Renzi.
E poi, come ha dichiarato in passato a Berlino, Renzi non vuole più i talk show perchè a lui non piaciono, soprattutto quelli dove viene data la parola alla gente che se la prende con lui oppure che semplicemente piange in tv. Per Matteo sono meglio le fiction dove si vedono irreali famiglie felici i cui unici problemi sono di natura sentimentale.
Tra poco tempo la dittatura ci comunicherà quello che gli fa comodo e la falsificazione potrà riguardare ogni vicenda che possa in qualche modo riguardare il governo e i suoi organismi. Dopo un informazione falsificata a sollevare il morale ci penserano filmetti onirici con belle ragazze e bei ragazzi sani e sorridenti colti e economicamente spensierati.
In definitiva è bene continuare a scrivere sui nuovi mezzi a nostra disposizione e sforzarci di smascherare le future e sempre più consistenti menzonie che Renzi o il prossimo burattino di padroni e banchieri vorra fare bere all’opinione pubblica.
CC
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