LA LOTTA SALARIALE NEGLI STATI UNITI D’AMERICA

Redazione propongo la traduzione dall’articolo del sito “Workers World Party” sulle lotte salariali negli Stati Uniti d’America, per sviluppare il dibattito critico Operaio saluti operai, ML 15 DOLLARI ALL’ORA, E ADESSO? Da costa a costa, continua lo slancio costruito dalla costante lotta dei lavoratori a basso salario che lottano per un salario di 15 dollari all’ora ed un sindacato, uno sforzo che ha avuto inizio quasi 3 anni fa. La settimana cominciata il 20 luglio è stata caratterizzata da diverse ed importanti vittorie per questo movimento. Il 21 luglio la contea di Los Angeles ha approvato un salario minimo […]
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Redazione

propongo la traduzione dall’articolo del sito “Workers World Party” sulle lotte salariali negli Stati Uniti d’America, per sviluppare il dibattito critico Operaio

saluti operai, ML

15 DOLLARI ALL’ORA, E ADESSO?

Da costa a costa, continua lo slancio costruito dalla costante lotta dei lavoratori a basso salario che lottano per un salario di 15 dollari all’ora ed un sindacato, uno sforzo che ha avuto inizio quasi 3 anni fa. La settimana cominciata il 20 luglio è stata caratterizzata da diverse ed importanti vittorie per questo movimento.

Il 21 luglio la contea di Los Angeles ha approvato un salario minimo di 15 dollari da introdurre gradualment entro il 2020. Tale processo segue le orme della città di Los Angeles, la quale il mese scorso ha approvato un’indentica procedura.
In maggio il Governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo ha incaricato il Dipartimento di Stato per il lavoro di convocare un consiglio al fine di esaminare il salario nel settore dei fast-food. L’annuncio di Cuomo è giunto poche settimane dopo l’avvio di mobilitazioni che il 15 aprile hanno fatto registrare la più grande partecipazione con centinaia di migliaia di persone in corteo negli Stati Uniti d’America e non solo.
Il giorno successivo all’annuncio della contea di Los Angeles, il Consiglio di New York ha concluso le audizioni ed accolto la proposta di aumento della paga a 15 dollari orari per i 180.000 lavoratori del comparto. Tra poche settimane il provvedimento dovrebbe essere emanato dal Vice Commissario per il Lavoro, Mario Musolino, consistente in 15 dollari orari a New York entro il 2018 e nel resto dello Stato entro il 2021.

Il risultato ottenuto a New York è il migliore ottenuto sino ad oggi, seguito da altre lotte cominciate negli ultimi mesi, tra cui Seattle, San Francisco e Los Angeles; cominciano a considerare tali rivendicazioni anche Washington, Saint Louis ed altre città; altri ancora hanno di recente approvato aumenti poco inferiori ai 15 dollari/ora come Chicago e Kansas City. Va da sè che tali vittorie avranno un forte impatto sulla vita di molti statunitensi: esse non sarebbero state possibili senza il coraggio dei lavoratori con basso salario dimostrato in tutto il Paese, capaci di organizzare costantemente le lotte in questi due anni e mezzo.

La campagna avviata nel 2012 è stata derisa da tutti i politici e dagli opinionisti borghesi: oggi è la base della discussione dei problemi economici del lavoro negli Stati Uniti d’America. Un eufemismo per affermare che Cuomo e simili che hanno superato questi aumenti salariali sono sodali con i lavoratori. Tutti ciò dimostra che i rapporti di forza nella lotta di classe tra capitale e lavoro sono la forza motrice della storia. Dobbiamo ricordare che è stata la militanza operaia esemplificata con gli scioperi che ha reso possibile tali risultati, non certo le decisioni dei politici.

Notevolmente assente però ogni discussione di costruire un sindacato, e ciò rappresenta un problema critico per il movimento. È importante sottolineare come queste vittorie, senza un’organizzazione di lavoratori che imponga ed estenda le conquiste, possano essere cancellate o che il padronato trovi il modo di minarle alla radice.

Questo movimento, in particolare con la vittoria del salario a 15 dollari, apre lo spazio per avviare una lotta ben più vasta che agisca per riprendersi altra ricchezza rubata da banche ed imprese. Senza contare quali risultati potrebbero arrivare se la lotta dei lavoratori si unisse a quella del movimento “Black lives matter” (il movimento che si batte contro gli omicidi degli afro-americani per mano della polizia, ndt) in maniera sostanziale.

Rendere un punto centrale la lotta contro il razzismo ed il terrorismo poliziesco sarebbe un importante estensione della lotta in questo momento. Tale prospettiva è molto preoccupante per imprese, banche e politici al loro servizio.

Purtroppo, ma senza sorprese, pare che molti dei sindacati sono riluttanti a tali sviluppi, perciò sarà interessante vedere come riassumeranno gli eventi recenti. Spetterà comunque agli operai ed al resto del movimento rivoluzionario del Paese concretizzare il potenziale espresso in questo periodo di lotte

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