IL GOVERNO VERSO UNA NUOVA LEGGE SULLO SCIOPERO

Pubblichiamo la corrispondenza per il dibattito Alla FIAT, oggi FCA-CHRYSLER, il contratto aziendale di lavoro prevede già limitazioni in tal senso: gli scioperi possono essere proclamati solo dai sindacati firmatari dell’accordo, e comunque possono essere bloccati dal voto contrario delle RSA (imposte dal padrone e non volute dagli operai, vedasi comunicato degli operai CNH MODENA già pubblicato su questo telematico). Marchionne ha fatto solo da apripista, prendendosi la libertà di staccarsi da CONFINDUSTRIA perchè nelle condizioni di poterlo fare, gestendo l’impero industriale che in Italia tutto può e che ha macinato decine di miliardi donati dallo stato, per vedere […]
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Pubblichiamo la corrispondenza per il dibattito

Alla FIAT, oggi FCA-CHRYSLER, il contratto aziendale di lavoro prevede
già limitazioni in tal senso: gli scioperi possono essere proclamati
solo dai sindacati firmatari dell’accordo, e comunque possono essere
bloccati dal voto contrario delle RSA (imposte dal padrone e non volute
dagli operai, vedasi comunicato degli operai CNH MODENA già pubblicato
su questo telematico). Marchionne ha fatto solo da apripista,
prendendosi la libertà di staccarsi da CONFINDUSTRIA perchè nelle
condizioni di poterlo fare, gestendo l’impero industriale che in Italia
tutto può e che ha macinato decine di miliardi donati dallo stato, per
vedere oggi migliaia di operai cassintegrati e licenziati unitamente a
stabilimenti chiusi e svenduti come a Termini Imerese.

Quelle che seguono sono state le dichiarazioni del presidente del
consiglio Renzi, mentre a Modugno saltava in aria una fabbrica di fuochi
d’artificio uccidendo 8 operai ed il padrone:
“Vedere che dopo tutto il lavoro fatto per salvare il sito e quindi i
posti di lavoro a Pompei un’assemblea sindacale blocca all’improvviso
migliaia di turisti sotto il sole o vedere che dopo le nottate insonni
per coinvolgere Etihad e evitare il fallimento di Alitalia, gli scioperi
dei lavoratori di quell’azienda rovinano le vacanze a migliaia di nostri
concittadini, fa male”.

Poi di nuovo dalle colonne del suo straccetto da MINCULPOP, L’Unità: “E
spero che stavolta i sindacati accettino la sfida: una buona legge sulla
rappresentanza potrebbe aiutarli a vincere la crisi che sta fortemente
minando la rappresentatività delle organizzazioni. Oggi anche nel
sindacato c`è troppa burocrazia. E girano più tessere che idee”

Il contributo è disponibile sul sito
http://www.militant-blog.org/?p=12127 (non copio-incollo per eccessiva
lunghezza).

Auspico un critico e molto partecipato contributo da noi operai.

Saluti da Bologna, ML

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2 Comments

  1. alanza53

    I padroni tramite la sovrastruttura asservita possono fare tutte le leggi che vogliono contro gli operai. Ai sindacati collaborazionisti, la storia non ha insegnato niente, si sono dimenticati della scellerata gestione delle lotte operaie nel famoso biennio rosso, per il tradimento dei sindacati di allora gli operai pagarono un prezzo altissimo, i padroni si servirono del fascismo per sottomettere gli operai, ma nonostante il pericolo di rimetterci la vita gli operai furono in grato di praticare lotte memorabili che contribuirono a fare cadere la dittatura fascista. Operai, sotto la dittatura borghese, faccia della stessa medaglia del fascismo, tocca ancora a noi porre fine al dominio capitalista: leggi, provvedimenti contro gli operai non ci devono intimorire, la crisi in cui versa il capitalismo non ha mostrato ancora la barbarie di cui sono capaci i padroni. Le mie non sono frase fatte o idee utopistiche: uniamo le nostre forze, ricreiamo lo spirito di solidarietà che ha da sempre caratterizzato gli operai, uniti siamo una classe che nessuno può fermare, con questi partiti, con questi sindacati non abbiamo niente da spartire, dalle fabbriche deve partire lo spirito di solidarietà, nelle fabbriche deve nascere il nostro partito, il PARTITO OPERAIO. Leggi e leggine borghesi saranno spazzate via insieme ai nostri sfruttatori.

  2. Sempar

    Nuova puntata, ancora in salsa PD: http://contropiano.org/lavoro-conflitto/item/32190-roma-esposito-vuol-licenziare-chi-sciopera-sono-sordi-replica-l-usb

    Roma. Esposito vuol licenziare chi sciopera.

    Il dubbio onore della cronaca se l’era conquistato sparando sui No Tav. Il deputato del Pd, Stefano Esposito, torinese di formazione nonostante il cognome non proprio sabaudo, si era proposto infatti come il campione dell’alta velocità e della militarizzazione della Val Susa. In un crescendo rossiniano, senza mai arrossire, fino a inventarsi attentati alla sua persona e invocare l’uso delle manette per chiunque osi opporsi all’avanzata del malaffare legato alle grandi opere.

    Forse per questo è stato consigliato a Ignazio Marino, sindaco “onesto ma incapace” (definizione del partito che lo ha candidato, in effetti piuttosto popolato di disonesti molto capaci nel loro mestiere), come assessore ai trasporti della Capitale.

    Il suo esordio era sembrato addirittura in controtendenza con la sua storia. Aveva infatti consigliato all’Atac di soprassedere rispetto alla decisione di sospendere a tempo indeterminato Christian Rosso, l’autista che con un video su Youtube aveva spiegato agli utenti come e quanto i disservizi nel trasprto pubblico di Roma non dipendano da chi ci lavora ma da chi li dirige (per modo di dire).

    Ma non ce l’ha fatta. Non era farina del suo sacco. In poche ore è tornato l’Esposito di sempre, quello che vuole “ingiaccare” (arrestare, nella sua personalissima lingua) gli aggressori degli autisti dei bus (e fin qui ci mancherebbe pure che non avvenisse) e licenziare gli stessi autisti se scioperano.

    Al deputato-commissario-assessore riesce inconcepibile che in Italia ci sia – da 70 anni pare, e un parlamentare dovrebbe saperlo – una Costituzione che riconosce il diritto di sciopero come diritto individuale (non dei sindacati), e che per questo motivo nessun lavoratore possa essere licenziato. Ma si sa, Esposito immagina la legge con un po’ di fantasia; così la legalità è quel che gli piace, non la legge realmente esistente.

    In un’intervista al quotidiano del Pd, Repubblica, è stato particolarmente esplicito:

    L’unione sindacale di base ha proclamato sciopero per il 7 agosto. Saranno precettati?
    «Il sindaco Marino ha già inviato la richiesta al prefetto Gabrielli e io sono d’accordo. Voglio dialogare con tutti ma ad un certo punto ci vogliono le maniere forti».
    Ci spieghi.
    «Ai sindacati va riconosciuto un gran merito: hanno reso possibile una scelta storica con la riorganizzazione dei turni. Ora però bisogna vigilare sui finti sindacati che vogliono difendere privilegi arcaici usando i cittadini. Non possiamo battere in ritirata. Questo lo fa una politica debole, clientelare. Quei sindacati non hanno diritto di cittadinanza. Se, una volta stabilita una linea comune, loro continueranno ad opporsi, cominceremo a licenziare un po’ dei macchinisti infedeli. Siamo noi che dobbiamo aiutare i sindacati veri, che hanno fatto una scelta coraggiosa».

    Che sia un assessore ai trasporti a decidere quale sindacato è “vero” e quale “finto” è già un insulto all’intelligenza collettiva. Soprattutto a quella di chi lavora e che, di norma, stabilisce se una protesta è giusta o no partecipandovi. Ma Esposito va decisamente più in là promettendo il licenziamento – cosa che comunque sarebbe non di sua competenza, visto che non amministra l’Atac – a “chi si oppone”.

    E visto che siamo in tempi di integralismo aziendalista (non dissimile da quelli religiosi, pare), li chiama addirittura “infedeli”.

    Noi ci auguriamo naturalmente che il prefetto sia più ligio alla legge di quanto non accada ad Esposito. Ma in ogni caso siamo certi che i lavoratori dell’Atac, e ben presto anche tutti i cittadini di Roma, troverano il modo di far capire al dottor Esposito che la sua incursione nei trasporti della Capitale è un’avventura destinata a durare poco.

    Intanto non si è fatta attendere la replica della Usb, il sindacato che ha convocato lo sciopero per venerdi prossimo, 7 agosto.