GRECIA

Redazione di Operai Contro,   Era forse scontato, ma vedere i primi risultati dell’accordo tra il governo Tsipras e i governi europei, fa una bella impressione e può servire da insegnamento a tutti gli operai europei circa il partito della piccola borghesia, che nel caso della Grecia è al governo, è giunto al controllo dello Stato. Il sole 24 ore del 21 luglio, con estrema concretezza, così riassume: “Appena arrivati i soldi del prestito la Grecia ha iniziato le procedure per il pagamento di 6,8 miliardi di euro ai creditori nella solita partita di giro degli ultimi cinque anni […]
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Redazione di Operai Contro,

 

Era forse scontato, ma vedere i primi risultati dell’accordo tra il governo Tsipras e i governi europei, fa una bella impressione e può servire da insegnamento a tutti gli operai europei circa il partito della piccola borghesia, che nel caso della Grecia è al governo, è giunto al controllo dello Stato.

Il sole 24 ore del 21 luglio, con estrema concretezza, così riassume: “Appena arrivati i soldi del prestito la Grecia ha iniziato le procedure per il pagamento di 6,8 miliardi di euro ai creditori nella solita partita di giro degli ultimi cinque anni che vede arrivare e poi ripartire i soldi senza lasciare tracce ad Atene. Così è stato anche stavolta”. Ovviamente Il sole tralascia di dire chi ci ha guadagnato in questi 5 anni in Grecia e in Europa e chi ha pagato la crisi, ma non possiamo certo chiedere al giornale dei padroni italiani di perorare la causa del partito operaio.

In ogni caso, tecnicamente, il denaro è stato fornito dal Efsm (European Financial Stability Mechanism), un fondo garantito dai 28 paesi della UE, che già era servito a salvare Portogallo e Irlanda e ora è stato riattivato per la Grecia. Il prestito ponte di 7,16 miliardi è arrivato lunedì alla Grecia e nel dettaglio è servito: 1) ripagare 2,5 miliardi di euro già dovuti all’Fmi a fine giugno; 2) restituire 4,2 miliardi di euro alla Bce, scaduti lunedì; 3) fornire 500 milioni alla Banca centrale greca, che probabilmente ha poi rigirato alle banche greche per i bancomat a secco di contanti. Tutte le grandi banche hanno così avuto soddisfazione dei loro crediti che un eventuale default della Grecia avrebbe messo in discussione, il “famigerato” (alla fine del secolo scorso) Fmi che riunisce i banchieri di tutto il mondo (Stati Uniti in testa), la “benemerita” (per i borghesi europei) Bce, ma anche le banche greche alle prese con la restituzione dei depositi ai greci che non si fidano più delle loro banche.

Ma se questi sono i miliardi di euro che lunedì scorso sono girati tra le banche per rinviare la loro bancarotta, per ottenerli ancora una volta è stata data “in pegno ai borghesi europei la pelle degli operai e dei lavoratori poveri greci” (comunicato del 4 luglio del Partito Operaio). Infatti in corrispondenza sono scattate le nuove misure economiche concordate tra Tsipras e governanti europei. Tra le tante, una prima la dice lunga di chi pagherà il conto di questa nuova tornata della crisi in Grecia: l’aumento dell’IVA dal 13 al 23% sui generi alimentari e dal 5 al 10% sui trasporti. Già le tasse indirette, proprio perché colpiscono la popolazione indistintamente dal reddito, sono le più inique, ma in questo caso vi è l’aggravante di colpire i consumi non di lusso e di tanti generi alimentari “come burro, biscotti e cioccolato”. Una seconda misura traspare nei giornali a seguito delle dimissioni del segretario generale della previdenza sociale greca (Ika) Giorgos Romanias che dichiara «grande umiliazione» nel fare l’esatto contrario dei principi in base ai quali era stato scelto. Romanias ha aggiunto di non essere in grado di gestire la nuova normativa e le riforme nel sistema pensionistico spiegando che egli «non può dare una pensione di 87 euro a un disabile, perché questo è ciò che è stato approvato».

Eccoli dunque i primi risultati portati a casa da Tsipras con il sostegno della grande maggioranza del suo partito, Syriza. Non c’è che dire proprio un bel risultato, ma questa volta è il partito della piccola borghesia, che infervora la sinistra di mezza Europa, che l’ha conseguito. Ne porta tutta la responsabilità e non potrà scaricarne facilmente le colpe sulla Germania o l’Europa, con il nazionalismo. Anche loro, come i governi precedenti, per salvare i padroni greci, le loro banche, il loro Stato nazione, non hanno potuto far altro che sacrificare gli operai greci, i pensionati poveri e gli strati bassi della popolazione lavoratrice.

R.P.

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