Il nemico nascosto: i padroni greci non esistono più

Redazione Molto comodo additare ai diseredati greci, al 50% dei giovani disoccupati, agli operai, che non possono nemmeno ritirare dalle banche tutto il proprio salario, la intransigente Merkel come rappresentante dei creditori responsabili di affamare l’intero popolo greco debitore insolvibile. Le nazioni ricche hanno prestato, quelle povere si sono indebitate e ora sono schiacciate dal peso insopportabile del debito. Così ci viene presentata la questione. Carnefici e cattive sono diventate le prime, ora che vogliono garanzie sul capitale prestato, nonché ovviamente gli interessi, vittime e buone le seconde che richiedono una moratoria e sconti poiché la popolazione è allo […]
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Redazione

Molto comodo additare ai diseredati greci, al 50% dei giovani disoccupati, agli operai, che non possono nemmeno ritirare dalle banche tutto il proprio salario, la intransigente Merkel come rappresentante dei creditori responsabili di affamare l’intero popolo greco debitore insolvibile. Le nazioni ricche hanno prestato, quelle povere si sono indebitate e ora sono schiacciate dal peso insopportabile del debito. Così ci viene presentata la questione. Carnefici e cattive sono diventate le prime, ora che vogliono garanzie sul capitale prestato, nonché ovviamente gli interessi, vittime e buone le seconde che richiedono una moratoria e sconti poiché la popolazione è allo stremo.

La logica che un capitale monetario in quanto tale frutti un interesse al suo possessore, di come abbia fatto questo capitale ad accumularsi e in quali mani si sia potuto accumulare, eppoi di cosa chi l’ha richiesto in prestito ci volesse fare, non è al centro del dibattito. Si scoprirebbero cose interessanti.

Con nazioni creditrici e debitrici si mistifica la questione, e i veri artefici della tragedia greca scompaiono, sono loro che hanno mercanteggiato i capitali, da una parte e dall’altra, ma ora sono diventati invisibili. Eppure ne portano tutta la responsabilità. Chi sono gli azionisti delle banche creditrici? Chi è proprietario della Bce e delle banche centrali europee? Può sfuggire alla immediata conoscenza, ma ci sono, e hanno nomi e cognomi. I grandi azionisti ci sono, sono persone e famiglie in carne ed ossa, molte volte è difficile nelle piramidi societarie venirne a capo, ma sono padroni nelle cui mani si sono accumulate le ricchezze sociali e pertanto ne posseggono la possibilità di prestarle. E questa accumulazione ha sempre come fonte il plusvalore operaio. Lasciamo ai bambini le ingenue credenze su una loro origine che esuli dallo sfruttamento operaio.

Quand’anche, per una banca, si volesse prendere in considerazione la sua azione di collettore di piccole somme di denaro imputabili al risparmio, che altrimenti non troverebbero la possibilità di funzionare come capitale di una massa adeguata, pur sempre alla fine questo capitale dovrà rispondere alle “sacre” leggi del capitale e rendere un adeguato interesse.

E qui veniamo all’altro lato della questione: chi riceve il prestito dovrà poi restituirlo maggiorato. Pertanto pensa di utilizzare il denaro come capitale, ovvero utilizzarlo per figliarne una quantità maggiore, e maggiore abbastanza da ricavare sia il proprio guadagno che l’interesse per il creditore. Padroni che utilizzano proprio capitale e quello ricevuto dal sistema creditizio per ricavare plusvalore dagli operai. Anche in questo caso i soggetti hanno nome e cognome e l’aver ricevuto miliardi in prestito non fa venir meno la loro azione da padroni, sfruttatori del lavoro operaio per ricavarne profitti per se e per le banche. Per le classi che vivono della circolazione di questo plusvalore la mistificazione delle banche creditrici cattive, o ancor peggio di nazioni creditrici cattive e insensibili ai drammi della Grecia sotto austerity, e di debitori (padroni) strozzati dal debito viene naturale, ma per gli operai l’ “invisibilità sociale” dei propri padroni è incredibile.

Riporto subito sotto la biografia di 3 padroni greci riportata dal sole 24 ore. Sono tre armatori che Forbes mette tra i primi posti mondiali per ricchezza accumulata. Il patrimonio di solo questi tre supera di gran lunga i miliardi che in questi giorni la Grecia avrebbe dovuto restituire. Tra l’ altro, con buona pace della piccola borghesia di sinistra e di Tsipras che ben si è guardato dal richiedere il pagamento del debito greco a questi signori, come persino il giornale dei padroni italiani è costretto a scrivere, parte del loro immenso patrimonio si trova nei forzieri delle stesse banche creditrici europee e quindi figurano sia come padroni in Grecia che borghesi prestatori di capitale monetario in Europa.

R.P.

Dal sole 24 ore del 2 luglio scorso, sottolineature nostre .

Philip Niarchos (61 anni): patrimonio di 11.500 milioni di dollari

A guidare la classifica 2015 di Forbes è Philip Niarchos, il primogenito del celebre magnate greco Stavros Niarchos, storico rivale di Aristotele Onassis. Scomparso nel 1996, Stavros è stato uno degli uomini più ricchi del mondo, con potenti agganci negli Stati Uniti dove sposò la figlia di Henry Ford. La sua flotta di oltre 80 tra petroliere e superpetroliere, cresciuta anche grazie alla crisi di Suez del 1956, era tra le più potenti del Mediterraneo. Il figlio Philip, erede di buona parte della fortuna paterna e ora Paperone greco numero uno, ha sposato una rampolla della famiglia Guinness. Ma come fanno a essere così ricchi, questi armatori greci, con Atene che si ritrova sul lastrico? Come fa la devastata Grecia ad avere la flotta mercantile più potente al mondo, dopo aver sorpassato quella giapponese nel 2013, in piena crisi? La fortuna degli oligarchi greci si deve a una famigerata e indistruttibile norma costituzionale del 1967 (l’anno del colpo di stato dei colonnelli), che permette ai proprietari di navi di non pagare tasse sui profitti generati all’estero. Una manna, tanto che tra il 2000 e il 2010 sono stati trasferiti oltreconfine 140 miliardi di utili degli armatori, pari al 43% del debito pubblico greco, senza che venisse pagato un solo euro al malconcio Fisco ellenico. Tsipras aveva minacciato una patrimoniale, ma gli oligarchi hanno risposto senza scomporsi che sarebbero fuggiti all’estero con le loro attività, lasciando a piedi 250mila lavoratori greci (e mandando in fumo il 7% del Pil). Così non se ne è fatto nulla. E i ricchi greci continuano a vivere esentasse o quasi, pur con il loro Paese in default.

Spiro J. Latsis (69 anni): patrimonio di 11.400 milioni di dollari

Appena a un centinaio di milioni di euro di distanza c’è la fortuna del secondo Paperone greco, Spiro Latsis, anch’egli “figlio d’arte”: suo padre era infatti il famoso Yannis Latsis, il settimo nato di una poverissima famiglia di 21 figli diventato uno dei più ricchi e potenti magnati greci. Scomparso nel 2003, Yannis costruì un impero partendo da zero come marinaio di mercantili. Già nel 1960 possedeva una sua flotta, che non gli impedì di espandere il suo business ai settori petrolifero, edile, aeronautico e finanziario. In grado di controllare banche nel Regno Unito, in Svizzera e a Monaco, il patriarca era in ottimi rapporti con la famiglia reale saudita, ma anche con tutti i vip a cui prestò il suo sontuoso yacht “Alexandros”: come Carlo d’Inghilterra (che lo utilizzò due volte, la prima con Diana e la seconda con Camilla), l’ex presidente degli Stati Uniti George W. Bush e Marlon Brando. Da parte sua, il figlio Spiro è in ottimi rapporti con la regina Elisabetta d’Inghilterra e con l’ex presidente della Commissione europea Barroso, più volte ospite sul suo enorme yacht da 123 metri (lungo come una fregata lanciamissili della classe Maestrale).

Vardis Vardinoyannis (82 anni): patrimonio di 9.100 milioni di dollari

Nato a Creta in una famiglia di contadini poverissimi, con sette tra fratelli e sorelle, Vardis ora possiede quasi 100 società che spaziano dalle flotte mercantili al petrolio, dalla finanza ai media. E’ uno degli uomini più potenti di Grecia. Fece fortuna negli anni Sessanta violando con una delle sue navi il blocco economico imposto dall’Onu alla Rhodesia del Sud (l’attuale Zimbabwe) durante la guerra civile. Amico della famiglia Kennedy, ottenne un contratto d’esclusiva per il rifornimento delle navi militari della sesta flotta statunitense, costruendo una gigantesca raffineria vicino al Canale di Corinto proprio a uso e consumo di portaerei e incrociatori della Us Navy. Fondatore nel 1989 del primo canale tv privato greco, Mega Channel, Vardinoyannis e la sua famiglia hanno controllato per decenni anche il Panathinaikos, uno dei principali club calcistici greci.

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