Navi e mille soldati per affondare i barconi (Salvini lo dice, Renzi lo fa).

Da La Stampa Toccherà alla Cavour, la nostra nave ammiraglia, guidare le operazioni, sotto comando europeo, del pattugliamento e della distruzione delle imbarcazioni usate dai trafficanti per il trasporto dei migranti nel Mediterraneo. La Cavour salperà sabato e darà di fatto inizio alla prima fase del piano di intervento militare europeo. Un via libera accolto positivamente a Roma dove ora ci si prepara a mettere in piedi le diverse fasi dell’operazione. La prima prevede il posizionamento dei mezzi (5 navi, 2 sottomarini, 3 aerei di ricognizione, 2 droni, 3 elicotteri e un migliaio di uomini complessivamente) e la raccolta […]
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Da La Stampa

Toccherà alla Cavour, la nostra nave ammiraglia, guidare le operazioni, sotto comando europeo, del pattugliamento e della distruzione delle imbarcazioni usate dai trafficanti per il trasporto dei migranti nel Mediterraneo. La Cavour salperà sabato e darà di fatto inizio alla prima fase del piano di intervento militare europeo. Un via libera accolto positivamente a Roma dove ora ci si prepara a mettere in piedi le diverse fasi dell’operazione. La prima prevede il posizionamento dei mezzi (5 navi, 2 sottomarini, 3 aerei di ricognizione, 2 droni, 3 elicotteri e un migliaio di uomini complessivamente) e la raccolta di informazioni. Il tutto in attesa dell’autorizzazione all’uso della forza che dovrà arrivare dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

Il lavoro è sostanzialmente di intelligence. L’obiettivo finale sarà quello di mettere fuori uso la flotta dei trafficanti, ogni tipo di imbarcazione in grado di galleggiare e trasportare persone. Anche con interventi a terra.

Le imbarcazioni affondate

Una decisione importante apprezzata da Palazzo Chigi e che rompe di fatto l’accerchiamento del nostro Paese. In questi mesi, nonostante gli ostacoli di direttive comunitarie e circolari del ministero dell’Ambiente che ricordavano che non si potevano affondare i natanti utilizzati dai trafficanti per il trasporto di migranti, sono state affondate 39 imbarcazioni e 30 sono state sequestrate. Ora con la missione militare Ue si rafforza lo scenario interventista.

Soccorsi al largo della Libia

Ieri 2518 migranti che si trovavano a bordo di quindici barconi sono stati soccorsi nell’ennesima operazione di salvataggio coordinata dalla Guardia Costiera italiana. Tutte le imbarcazioni, alcuni barconi e diversi gommoni, sono stati soccorsi ad una cinquantina di miglia dalle coste della Libia. Alle operazioni di soccorso hanno partecipato tre mezzi delle Capitanerie di porto, due motovedette e la nave Corsi inserite nel dispositivo Triton, due mercantili, un rimorchiatore, una nave irlandese, due mezzi della Guardia di Finanza, una nave spagnola e una norvegese inserite entrambe in Triton. Poco prima un barcone era stato colpito da alcuni spari: un migrante è morto, un altro è rimasto ferito.

Un episodio inquietante, poiché «non era mai accaduto che venisse aperto il fuoco contro un’imbarcazione di migranti. È il segnale di un salto di qualità di una gravità unica», è la preoccupazione che trapela da Palazzo Chigi. Cosa è successo ieri sulle coste della Libia è un giallo: «una sparatoria avvenuta a terra», o «un’azione di una motovedetta libica» o «l’attacco di un gommone con uomini armati in tuta mimetica», sono tutte ipotesi ancora difficili da verificare. Potrebbe essere in atto anche una battaglia fra le varie fazioni libiche per il controllo del traffico dei migranti. Ed è proprio per impedire anche questa evenienza che la Cavour guiderà il fronte anti-scafisti.

 

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