LOTTE DEI LAVORATORI NEL MONDO – AGGIORNAMENTI CAMERUN E INDIA

Redazione di Operai Contro, Camerun: il personale sanitario degli ospedali scende in sciopero contro condizioni di lavoro “insopportabili”. Denunciano macchinari ed attrezzature antiquate ed inadatte, un alto tasso di corruzione tra i dirigenti sanitari e la cronica carenza di farmaci, anche basilari, per la cura dei pazienti; i lavoratori segnalano inoltre la mancanza delle più basilari e fondamentali norme igieniche. A tutto ciò si aggiunge il totale lassismo del governo centrale nel reperire il personale indispensabile per coprire il servizio nelle località più lontane dai grandi centri, oltre al mancato pagamento dei salari che in alcuni casi raggiunge anche […]
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Redazione di Operai Contro,

Camerun: il personale sanitario degli ospedali scende in sciopero contro
condizioni di lavoro “insopportabili”. Denunciano macchinari ed
attrezzature antiquate ed inadatte, un alto tasso di corruzione tra i
dirigenti sanitari e la cronica carenza di farmaci, anche basilari, per
la cura dei pazienti; i lavoratori segnalano inoltre la mancanza delle
più basilari e fondamentali norme igieniche. A tutto ciò si aggiunge il
totale lassismo del governo centrale nel reperire il personale
indispensabile per coprire il servizio nelle località più lontane dai
grandi centri, oltre al mancato pagamento dei salari che in alcuni casi
raggiunge anche 12 mesi consecutivi. Interpellato dalla stampa locale,
il ministro della sanità ha grottescamente dichiarato che “le
rivendicazioni sono giuste, ma non c’è una soluzione rapida che metta
fine all’emergenza”.
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India: a Nuova Delhi gli operai dei servizi ambientali (Safai
karamcharis) sono pronti a tornare in sciopero, dichiarando per buona la
data del prossimo 26 giugno. Le rivendicazioni passano dal pagamento dei
salari arretrati di 3 mesi per tutti e le spettanze mai saldate che
ancora attende chi è stato stabilizzato nel biennio 2003-2004, la
conferma dei contratti per tutto il personale oltre all’all’indennità
per l’accesso all’istruzione minorile ed all’assistenza sanitaria.
L’elevata esposizione degli operai a gas tossici ha fatto ammalare molti
di loro, costretti a lavorare senza uniformi e dispositivi di sicurezza
da oltre 20 anni, ed ora rivendicano il pieno e gratuito diritto di
accesso alle cure ospedaliere ed ai controlli periodici.

Inoltre, da 2 anni non sono state versate le 17.000 rupie annue
destinate alle famiglie per il fondo all’istruzione

Lo sciopero, avviato da circa 30.000 oeprai lo scorso 2 giugno a seguito
della sentenza dell’Alta Corte di Delhi che imponeva il pagamento di
tutti gli arretrati entro il 15 giugno, era stato sospeso dopo la firma
dell’accordo: nulla di tutto ciò è accaduto, costringendo gli operai a
tornare sul piede di guerra. Nel contempo il partito al governo nella
metropoli, l’AAP (Aam Aadmi Party) attraverso il suo portavoce Dilip
Pandey dichiara di avere stanziato parte dei fondi per le varie
municipalità, lamentando il fatto che il Congresso Centrale restituisca
solo una piccola parte delle tasse raccolte: del 10,5% fissato dalla
Commissione Finanziaria, il Municipio versa ormai solo il 9%, avendo
sospeso il restante 1,5% destinato alle aziende private appaltanti per
il “fallimento della gestione”.

Di tutto questo scaricabarile gli operai non vogliono sentire parlare,
anzi rilanciano: “Siamo pronti ad affrontare anche i proiettili della
polizia, ma impediremo che anche un solo sacchetto di spazzatura venga
raccolto dalle strade. Se il governo lamenta di non avere soldi per i
nostri salari ed integrazioni, come potrebbe fare fronte ad una
possibile epidemia dovuta ai cumuli di rifiuti ammassati? Noi abbiamo
continuato a lavorare fino ad adesso, ma qui si continua a morire”.

La finanziarizzazione del capitale delle società private, sostenuta
dagli enti pubblici locali e nazionali, ha fatto il resto. Nuova Delhi
si prepara ad un nuovo stop per il prossimo 26 giugno.

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