Rischio default greco

Redazione, Le scadenze dei debiti contratti dal governo greco precedente, ma che Tsipras non ha mai detto di non voler onorare, si stanno avvicinando. Ai primi di giugno la prima rata, poi nel mese altre 3, per un totale di 1,6 miliardi di euro che Atene deve restituire al Fondo Monetario. Se li restituisce, potrà riceverne di nuovi. E allora uno si chiede: dove sta il problema? Alla fine è come un ulteriore rinnovo del prestito, anche il creditore se ne dovrebbe rallegrare: otterrà nuovi interessi nei prossimi anni dal proprio capitale monetario. Le banche fanno questo da sempre […]
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Redazione,

Le scadenze dei debiti contratti dal governo greco precedente, ma che Tsipras non ha mai detto di non voler onorare, si stanno avvicinando. Ai primi di giugno la prima rata, poi nel mese altre 3, per un totale di 1,6 miliardi di euro che Atene deve restituire al Fondo Monetario. Se li restituisce, potrà riceverne di nuovi. E allora uno si chiede: dove sta il problema? Alla fine è come un ulteriore rinnovo del prestito, anche il creditore se ne dovrebbe rallegrare: otterrà nuovi interessi nei prossimi anni dal proprio capitale monetario. Le banche fanno questo da sempre e quelle internazionali, il FMI, la Bce ecc. su più ampia non è che seguano logiche tanto diverse. Semmai il problema sono le condizioni mutate, e l’interesse che viene di volta in volta nuovamente trattato.

Le ultime dichiarazioni del ministro degli interni greco ieri hanno mandato in fibrillazione i mercati europei, la borsa di Milano ha perso il 2%, i titoli bancari soprattutto. «Le quattro rate per l’Fmi valgono un miliardo e 600 milioni, questo denaro non sarà versato perché non ce n’è da versare», ha dichiarato Voutsis in un’intervista alla tv greca Mega. Il dato di fatto è che le casse dello Stato greco sono vuote, se pertanto l’Europa non metterà a disposizione altri prestiti al nuovo governo, questo non potrà restituire al FMI e la partita di giro si arresterà.

Il debitore Grecia è spossato dagli interessi da pagare, non dal debito che forse non rimborserà mai più, ma semplicemente dovrà rinnovare. I creditori internazionali, d’altra parte, esigono garanzie che la remunerazione del capitale prestato avvenga con continuità, ovvero che il governo greco riesca a raccogliere tasse o ridurre le spese, ovvero continuare a finanziare il debito pubblico con emissione di titoli per poter continuare a pagare gli interessi. Insomma tutti danzano intorno alla continuità di questo marchingegno che ha alla origine, da qualche parte nella società, nelle fabbriche, la creazione di nuova ricchezza con cui pagare proprio quell’interesse sul capitale prestato. E nessuno nel governo greco ha mai messo in discussione questo.

In questi giorni nei mercati si sta solo palesando la paura che nel tira e molla tra debitore e creditori la corda si spezzi, il gioco finisca fuori controllo per tutti perché uno dei giocatori, nei suoi rilanci, abbia azzardato troppo. Ma c’è già chi scommette che un accordo venga raggiunto solo nelle ultime ore prima della scadenza, come in ogni trattativa che si rispetti. Altrimenti le ripercussioni sul sistema creditizio di tutta Europa si farebbero ben sentire, travalicando i confini greci.

R.P.

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