Firmato l’accordo alla franco tosi, dalla padella alla brace

Redazione di O.C. Il 18 maggio 2015 la Presezzi spa e il commissario straordinario, legale rappresentante della Franco Tosi Meccanica in amministrazione straordinaria, hanno firmato l’ipotesi di accordo per la cessione di ramo di azienda (ex art.47 legge n° 428). Il giorno 20 maggio 2015 i 345 lavoratori della Tosi sono stati chiamati a votare l’accordo tramite referendum consultivo. Il referendum ha dato i seguenti risultati: votanti 304, si all’ipotesi d’accordo 262, no all’ipotesi di accordo 37 2 astenuti 3 schede nulle. Vale la pena soffermarsi un attimo sui dati. La Fiom in una nota della segreteria ha commentato […]
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Redazione di O.C.

Il 18 maggio 2015 la Presezzi spa e il commissario straordinario, legale rappresentante della Franco Tosi Meccanica in amministrazione straordinaria, hanno firmato l’ipotesi di accordo per la cessione di ramo di azienda (ex art.47 legge n° 428).

Il giorno 20 maggio 2015 i 345 lavoratori della Tosi sono stati chiamati a votare l’accordo tramite referendum consultivo. Il referendum ha dato i seguenti risultati: votanti 304, si all’ipotesi d’accordo 262, no all’ipotesi di accordo 37 2 astenuti 3 schede nulle.

Vale la pena soffermarsi un attimo sui dati. La Fiom in una nota della segreteria ha commentato la votazione rilevando il fatto che l’87 % dei lavoratori ha votato per il si, dimenticandosi, ho meglio nascondendo il fatto, che i si all’accordo sono stati il 75% degli aventi diritto, hanno imparato bene a mistificare i dati per i loro tornaconti.

Il nocciolo della questione, al di la del referendum , rimane l’impianto dell’accordo. Nella giornata del 27 aprile 2015 i lavoratori in assemblea avevano respinto l’ipotesi di accordo, ritenendo che lo stesso, non dava garanzie occupazionali sufficienti che per l’applicazione del job acts per quelli che sarebbero stati assunti.

Un comunicato della Fiom di Legnano scriveva:

Per quanto ci riguarda, come abbiamo sempre esplicitato in ogni sede e in ogni occasione, riconfermiamo non solo un giudizio negativo sia per i contenuti dell’ipotesi di accordo e di una modalità di comportamento decisamente scorretta nei nostri confronti.”.

A distanza di 23 giorni le cose per la Fiom sono decisamente cambiate, ma non è cambiata la sostanza dell’accordo.

L’unica novità significativa è lo stralcio della parte riguardante l’introduzione del D.Lgs del 4 marzo 2015 (job acts), dopo la bocciatura dell’accordo, si è deciso di continuare ad applicare la normativa precedente rispetto ai licenziamenti per giusta causa e disciplinari ( articolo 18), l’unica vera novità dell’accordo.

Entrando nel dettaglio dell’intesa si rilevano una serie di questioni spinose che potranno rivelarsi letali per le condizioni economiche e normative conquistate dagli operai della Franco Tosi in questi ultimi anni.

Prima questione; la Presezzi Bruno s.p.a. forma una nuova società: la BBP s.r.l., che assumerà i lavoratori della Franco Tosi Meccanica.

Un modo questo di creare una gestione sociale decisamente più “libera”nello scaricare in futuro eventuali responsabilità per operazioni che possono finire male per gli operai ed i lavoratori in genere.

Seconda questione; in realtà la struttura dell’accordo non si discosta dalla prima stesura dello stesso. L’articolo 2 dell’accordo infatti esclude la possibilità che tutti i lavoratori vengano di fatto assunti dalla nuova società (cessione di ramo d’azienda) .

Applicando il comma 4 del decreto legge 270/99 che prevede che: “Nell’ambito delle consultazioni relative al trasferimento d’azienda previste dall’articolo 47 della legge 29 dicembre 1990, n. 428, il commissario straordinario, l’acquirente e i rappresentanti dei lavoratori possono convenire il trasferimento solo parziale dei lavoratori alle dipendenze dell’acquirente e ulteriori modifiche delle condizioni di lavoro consentite dalle norme vigenti in materia.” Quindi Fim Fiom Uilm sottoscrivendo tale paragrafo si rendono responsabili della mancata assunzione di tutti i lavoratori da parte della Presezzi s.p.a..

Terza questione; l’accordo prevede che 170 lavoratori vengano assunti dalla nuova società a tempo indeterminato, mentre per i restanti lavoratori, tolti quelli che possono andare in pensione, le condizioni per essere assunti sono del tutto nebulose, precisamente; 40 lavoratori potranno essere assunti nel termine di 2 anni, ma non si capisce dove saranno collocati durante questo periodo, si suppone che saranno ancora in carico all’amministrazione straordinaria (lo si intuisce da un allegato citato nell’accordo) :”…..la società Franco Tosi Meccanica s.p.a. in A.S. individuerà quali titolari del diritto all’assunzione a tempo indeterminato altrettanti lavoratori con professionalità analoghe e ne comunicherà i nominativi alla società BBP S.r.l.”.

Quarta questione; sommando i 170 ai 40 si arriva al totale di 210 lavoratori. Aggiungendo 16 lavoratori che rimarranno in Franco Tosi per esigenze tecniche e altri 15 lavoratori che saranno trasferiti nella fabbrica di Burago Molgora alle dipendenze dirette della Presezzi s.p.a., si arriva a contare 241 lavoratori, mancano all’appello ben 104 lavoratori che non si capisce che fine faranno.

Un numero decisamente alto per pensare che tutti in breve tempo possano maturare il diritto alla pensione utilizzando gli ammortizzatori sociali e comunque non è dato sapere quale società utilizzerà tali ammortizzatori, se la Franco Tosi o se la nuova società, la BBp. s.r.l. Oltre tutto l’accordo fa riferimento al fatto che se un lavoratore dei 40 non assunti da subito cessi il rapporto di lavoro o non sia più iscritto alle liste di mobilità o sia andato in pensione, la società BBP s.r.l. si riserva il diritto di “rivolgere l’offerta di assunzione” a altri lavoratori a carico della Franco Tosi Meccanica con eguale professionalità. Tutto ciò ha un solo significato, che i famosi 104 lavoratori che mancano all’appello finiranno la loro “carriera” in mobilità o in cassa integrazione.

Quinta questione; la BBP s.r.l. si impegna (l’impegno non è una certezza) ad assumere nella propria fabbrica di Burago Molgora e di Colnago 15 lavoratori non assunti dalla BBP s.r.l.,dando loro un ticket restaurant di 5,29 euro giornalieri più un rimborso spese per il viaggio di 258 euro l’anno a titolo di spese sostenute per il viaggio. Calcolando che la distanza tra Legnano e Burago molgora e di circa 100 km tra andata e ritorno le cifre corrisposte per la benzina equivalgono ad un mese di viaggio, non c’è ce dire proprio un bell’affare per gli operai condannati alla trasferta.

Sesta questione; l’accordo è condizionato dal fatto che le prime assunzioni dei 170 lavoratori e le seconde dei 40, avvengano con una sottoscrizione di un verbale di conciliazione, “avente come oggetto la rinuncia a ogni contestazione e azione nei confronti della società BBP s.r.l. e della Bruno Presezzi s.p.a. in relazione all’avvenuto trasferimento del ramo di azienda”, tale sottoscrizione dovrò verificassi con un consenso del 90 % dei sottoscrittori, e la BBP s.r.l.controllerà l’effettiva percentuale dei sottoscrittori.

Praticamente un accordo capestro che fa si che se un numero cospicuo di lavoratori non firmasse la conciliazione tutto l’accordo cadrebbe.

Un vero e proprio ricatto che mette i lavoratori l’uno contro l’altro, facendo in modo che la responsabilità della mancata “salvezza della fabbrica” ricadrebbe sui possibili “sovversivi”, non c’è che dire un bel modo di ottenere un controllo sugli operi ribelli.

Per gli operai ed i lavoratori della Franco Tosi l’accordo sottoscritto e passato al referendum pone le condizioni di una ulteriore stretta alla corda della schiavitù che li lega alla nuova proprietà, altro che comunicati entusiastici e di soddisfazione per la salvezza della fabbrica espressi da rifondazione comunista da Sel e dalla fiom.

Per gli operai della Franco Tosi si prospetta un futuro infernale nelle mani del nuovo padrone.

D.C. operaio di Milano

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