OM CARRELLI ELEVATORI, I SINDACATI MANDANO GLI OPERAI ALLO SBANDO  

Quando Operai Contro sostiene che i sindacati mandano gli operai allo sbando esprime una verità che gli operai oggettivamente toccano ogni giorno con mano. Che poi molti operai ancora seguano i fanfaroni sindacalisti, illusi di salvarsi demandando a quei loschi figuri la difesa dei propri interessi, è segno dei tempi, in cui l’attendismo ancora prevale sul coraggio di fare definitivamente i conti con quegli sporchi imbroglioni. In tal senso esemplare è la storia degli operai dell’Om Carrelli Elevatori di Modugno (Ba), in mobilità dal 1° luglio 2014 e fino al 30 giugno 2015 dopo la chiusura senza appello dello […]
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Quando Operai Contro sostiene che i sindacati mandano gli operai allo sbando esprime una verità che gli operai oggettivamente toccano ogni giorno con mano. Che poi molti operai ancora seguano i fanfaroni sindacalisti, illusi di salvarsi demandando a quei loschi figuri la difesa dei propri interessi, è segno dei tempi, in cui l’attendismo ancora prevale sul coraggio di fare definitivamente i conti con quegli sporchi imbroglioni.

In tal senso esemplare è la storia degli operai dell’Om Carrelli Elevatori di Modugno (Ba), in mobilità dal 1° luglio 2014 e fino al 30 giugno 2015 dopo la chiusura senza appello dello stabilimento barese da parte della multinazionale tedesca Kion. Fiom, Fim, Uilm e Ugl da un lato hanno, volta a volta, o ignorato o boicottato la lotta degli operai, dall’altro hanno spento la loro combattività spingendoli a chiudere i presidi e sperare nell’elemosina di lavoro che sarebbe potuta venire da un altro padrone.

Dal 2011 gli operai Om hanno vissuto sulla propria pelle il peso di una lunga catena di illusorie proposte: prima la QBell che voleva produrre televisori; dopo la Calvi Holding; poi il progetto di Marco Saltalamacchia, ex amministratore delegato di Bmw Italia, di produrre taxi ecologici ibridi; in seguito l’inglese Frazer-Nash Industry che voleva produrre i taxi londinesi ibridi, facendoli lavorare su tre turni e senza fargli conservare né gli scatti né i livelli maturati fino allora (la “magnifica promessa” che aveva portato i sindacati a stappare lo spumante in fabbrica a gennaio 2013 e abortita dopo pochi mesi!); poi ancora si era fatto il nome di Vincenzo La Salvia, ex manager Iveco, che doveva rilevare lo stabilimento per costruire mini autobus elettrici; infine il gruppo Metec che doveva insediare presso l’Om una propria unità produttiva del settore della componentistica auto (addirittura chiedendo e ricevendo, su pressione della Regione Puglia e dei sindacati, da ciascun operaio 10.000 euro della liquidazione legata al licenziamento, come condizione per investire, oltre allo stabilimento in uso gratuito e agli incentivi finanziari della Regione) e poi ha scelto di non investire più nell’ex Om.

Ora, attraverso una legge statale applicata dalla Puglia per la seconda volta, l’Om Carrelli Elevatori ha ceduto gratuitamente il proprio capannone al Comune di Modugno, che, a sua volta, lo ha messo a disposizione di una cabina di regia, coordinata dalla prefettura del capoluogo pugliese, alla quale partecipano diversi soggetti istituzionali (Regione Puglia, Comune di Bari, Comune di Modugno, Consorzio Asi, società Om) che si impegnano a individuare investitori che potranno entrare in possesso del capannone gratuitamente, in cambio della reindustrializzazione del sito e della rioccupazione dei 194 ex dipendenti.

Per dare valore all’intesa l’assessore al Lavoro della Regione Puglia, Leo Caroli, ha ricordato che la stessa procedura è stata utilizzata “per la prima volta l’anno scorso per la Miroglio a Ginosa”. Caroli però non ha detto che per gli operai della Miroglio quella procedura si è rivelata un’autentica presa in giro: a rivelare lo stabilimento si era presentata la QBell (la stessa che voleva produrre televisori a Modugno), sindacati e politici avevano invitato a brindare, ma poi l’azienda udinese produttrice di elettronica di consumo aveva accampato più di una motivazione per defilarsi lasciando tutti con un palmo di naso!

I padroni investono se e dove a loro conviene di più. Non fanno regali e non si fanno commuovere dalle belle parole degli operai che chiedono loro di essere salvati e assicurano di essere onesti e bravi lavoratori e sono persino disposti a mettere in gioco anche il proprio denaro e a vedersi ridurre in fabbrica diritti da tempo acquisiti! Più gli operai abbassano la testa, più i padroni la schiacciano con il tallone della propria forza. Più gli operai danno fiducia ai sindacalisti, più questi li mandano allo sbando. Più gli operai rinunciano alla lotta, più difficilmente potranno salvare se stessi e il proprio futuro, individuale e sociale.

SALUTI OPERAI DALLA PUGLIA

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