ILVA: IL PROCESSO CHE NON FINISCE MAI

  Redazione, il processo ILVA finirà con l’assoluzione dei padroni, dei mazzieri, dei politici. In ogni caso il processo non inizia mai. L’assassino Riva è morto. Probabilmente si aspetta la morte degli altri assassini Intanto noi operai dell’ILVA continuiamo a morire per i profitti del padrone Un operaio dell’ILVA Dalla Gazzetta del mezzogiorno Nello stabilimento Ilva di Taranto c’era un “un modello organizzativo insicuro” sul piano della tutela ambientale, della prevenzione di incidenti rilevanti e dell’igiene e sicurezza sul lavoro: lo ha detto il pm della Procura di Taranto Raffaele Graziano discutendo nell’udienza preliminare dell’inchiesta per disastro ambientale a […]
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Redazione,

il processo ILVA finirà con l’assoluzione dei padroni, dei mazzieri, dei politici.

In ogni caso il processo non inizia mai.

L’assassino Riva è morto.

Probabilmente si aspetta la morte degli altri assassini

Intanto noi operai dell’ILVA continuiamo a morire per i profitti del padrone

Un operaio dell’ILVA

Dalla Gazzetta del mezzogiorno

Nello stabilimento Ilva di Taranto c’era un “un modello organizzativo insicuro” sul piano della tutela ambientale, della prevenzione di incidenti rilevanti e dell’igiene e sicurezza sul lavoro: lo ha detto il pm della Procura di Taranto Raffaele Graziano discutendo nell’udienza preliminare dell’inchiesta per disastro ambientale a carico dei vertici Ilva.

Graziano lo ha detto riferendosi alle presunte violazioni amministrative delle tre società imputate, ovvero Ilva spa, Riva Fire e Riva Forni Elettrici. Il magistrato ha parlato anche delle presunte responsabilità dei vertici aziendali per due morti ‘bianchè, quelle di Claudio Marsella (schiacciato da un locomotore al reparto Movimento ferroviario il 30 ottobre 2012) e Francesco Zaccaria (finito in mare con la cabina in cui stava lavorando da un’altezza di circa 60 metri al passaggio di un tornado il 28 novembre 2012).

Il pm Remo Epifani ha trattato le posizioni dei politici, a partire dal presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, accusato di concorso in concussione aggravata per aver cercato, secondo gli inquirenti, di far ‘ammorbidirè la posizione dell’Arpa Puglia in relazione alle emissioni dell’Ilva. Graziano si è occupato di due omicidi colposi e della posizione delle tre società – Ilva spa, Riva Fire e Riva Forni Elettrici – imputate di reati di natura amministrativa. Nell’udienza odierna il collegio difensivo potrebbe presentare richiesta di riti alternativi per alcuni imputati.

Il direttore generale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, ha rinunciato a essere interrogato nell’udienza preliminare per disastro ambientale a carico dei vertici Ilva. Lo ha comunicato al gup il legale di Assennato. Ha confermato invece di voler essere interrogato, ma in una prossima udienza, il funzionario regionale Pierfrancesco Palmisano. Ha chiesto di essere sentito in udienza anche un altro imputato, Antonio Colucci, dirigente Ilva.

Pm: Archinà dette 10mila euro a consulente – “Sia chiaro: Archinà ha consegnato i 10mila euro a Liberti, non all’arcivescovo”: lo ha detto, discutendo nell’udienza preliminare (a porte chiuse) per disastro ambientale a carico dei vertici Ilva, il pm Remo Epifani riferendosi al presunto episodio di corruzione tra l’ex dirigente Ilva Girolamo Archinà e l’allora (siamo nel 2010) consulente tecnico della Procura di Taranto Lorenzo Liberti, che è accusato tra l’altro di corruzione in atti giudiziari.

Secondo l’accusa, il 26 marzo 2010 Archinà consegnò a Liberti, in una stazione di servizio della A14 ad Acquaviva delle Fonti (Bari) una busta contenente la somma di 10mila euro in contanti per falsificare il contenuto di una consulenza tecnica affidatagli dalla Procura sulle emissioni di diossina dallo stabilimento Ilva. Passaggio di busta, ha aggiunto il pm, che sarebbe stato visto chiaramente da un’addetta al bar della stazione di servizio. La difesa di Archinà ha sempre sostenuto che in quella busta ci fossero solo documenti, mentre i 10mila euro fatti prelevare dalle casse dell’Ilva sarebbero stati donati alla Curia arcivescovile di Taranto.

«Vendola imbestialito con l’Arpa» – Il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, nel giugno 2010 era “imbestialito” nei confronti del direttore generale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, per l’atteggiamento troppo rigido dell’Agenzia regionale per l’ambiente nei confronti dell’Ilva. Lo ha sostenuto il pm della Procura di Taranto, Remo Epifani, discutendo nell’udienza preliminare, in corso nel capoluogo ionico, del procedimento per il disastro ambientale causato dal Siderurgico.

Nell’inchiesta Vendola è imputato di concorso in concussione aggravata per avere, secondo l’accusa, cercato di ‘ammorbidirè la posizione di Assennato in relazione al rispetto delle normative ambientali da parte dell’Ilva.

Epifani ha ricordato che il 22 giugno 2010 Vendola tenne una riunione con dirigenti regionali, assessori e l’allora dirigente Ilva Girolamo Archinà, alla quale avrebbe dovuto partecipare anche Assennato, che però sarebbe stato lasciato fuori dalla stanza. In quell’incontro, secondo l’accusa, Vendola avrebbe tra l’altro detto che “così com’è Arpa Puglia può andare a casa perchè hanno rotto…”. Lo stesso Archinà comunicò successivamente alla direzione dell’Ilva, ha aggiunto il pm, che in quella riunione Vendola era “imbestialito” con Assennato.

Prima di trattare la posizione di Vendola, il pm aveva discusso sul ruolo dell’ex presidente della Provincia, Gianni Florido (imputato di concussione per induzione), sottolineando che l’ex dirigente Ilva Girolamo Archinà “era di casa” e “spadroneggiava” negli uffici dell’ente.

Procura chiede atti al gup – Nell’udienza preliminare dell’ inchiesta per disastro ambientale a carico dell’Ilva, la Procura della Repubblica di Taranto ha chiesto al gup Vilma Gilli la trasmissione al proprio ufficio degli atti riguardanti alcune presunte morti per inquinamento, non trattate nel procedimento in corso, sulla base della costituzione di parte civile dei famigliari delle persone decedute. La richiesta è stata avanzata in aula dal procuratore della Repubblica di Taranto, Franco Sebastio.
La richiesta, ha spiegato Sebastio a margine di una sospensione dell’udienza, è stata fatta per valutare se ci sono estremi per aprire un procedimento penale per eventuali responsabilità per i decessi.

Interrogatorio funzionario – Con l’interrogatorio del funzionario della Regione Puglia Pierfrancesco Palmisano, chiesto dallo stesso imputato, si è conclusa l’udienza odierna dinanzi al gup del tribunale di Taranto relativa all’inchiesta per disastro ambientale a carico dei vertici Ilva. Palmisano è accusato di rivelazione di segreti d’ufficio per il rilascio all’Ilva dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) del 4 agosto 2011.
Il funzionario regionale si è difeso sostenendo che, quando all’epoca in Conferenza dei servizi, per conto della Regione che rappresentava in quella sede, sostenne il progetto di barrieramento dei parchi minerali, non intendeva escludere l’ipotesi della copertura degli stessi parchi, nè quindi favorire l’Ilva. L’udienza è stata aggiornata al 12 marzo prossimo.

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