IL BARATRO

Redazione di Operai Contro, verrebbe da dire che al peggio non c’è limite! I padroni fanno una montagna di profitti spremendo gli operai come limoni, quando vogliono decidono di andarsene, portando la produzione dove altri operai saranno spremuti ancora di più. Spesso decidono di “fallire” mettendo sul lastrico centinaia di famiglie. Gli operai muoiono ammazzati in centinaia di maniere: schiacciati come scarafaggi, bruciati, soffocati dentro le cisterne, maciullati dalle macchine, sotterrati nelle miniere e nei cantieri edili. Gli ambienti di lavoro, anche i più salubri, avvelenano gli operai a volte lentamente altre in pochi anni.Tutto questo evidentemente non  è […]
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Redazione di Operai Contro,
verrebbe da dire che al peggio non c’è limite!
I padroni fanno una montagna di profitti spremendo gli operai come limoni, quando vogliono decidono di andarsene, portando la produzione dove altri operai saranno spremuti ancora di più.
Spesso decidono di “fallire” mettendo sul lastrico centinaia di famiglie.
Gli operai muoiono ammazzati in centinaia di maniere: schiacciati come scarafaggi, bruciati, soffocati dentro le cisterne, maciullati dalle macchine, sotterrati nelle miniere e nei cantieri edili.
Gli ambienti di lavoro, anche i più salubri, avvelenano gli operai a volte lentamente altre in pochi anni.Tutto questo evidentemente non  è abbastanza, la vicenda degli operai della Eurozinco di Anagni sta a indicare il baratro in cui gli operai possono ulteriormente precipitare senza un  proprio Partito Operaio che ne tuteli gli  interesse,che ne coordini l’azione .
 Operai acceleriamo la costituzione del Partito Operaio!
Anagni. Eurozinco: gli operai decidono di decurtarsi lo stipendio per pagare i debiti arretrati

24 febbraio 2015

Operai generosi che decidono di reagire all’emergenza della loro azienda, donando una parte dello stipendio per evitare la chiusura anticipata.
Succede ad Anagni. Più precisamente alla Eurozinco, ditta che negli ultimi tempi ha attraversato più di una crisi, arrivando ad un passo dal baratro. Da qualche mese c’è una nuova gestione, sulla quale fanno affidamento i 75 dipendenti.  Ma sulla quale nelle ultime settimane è calata la mannaia dei debiti per la bolletta del gas, che a quanto pare sarebbero stati lasciati lì dalla precedente gestione. La nuova ha contattato la società del gas per contrattare un piano di rientro che permettesse di  non interrompere la produzione. Una eventualità che fino a qualche giorno fa sembrava impossibile. Insomma, l’Eurozinco era arrivata ad un passo dal taglio del gas. Una perdita secca, in caso di interruzione delle linee di produzione, di circa 2 milioni di euro. In pratica, la chiusura anticipata, con tanto di 75 dipendenti mandati a casa. A questo punto l’azienda ha chiesto agli operai un sforzo; rinunciare a parte della mensilità per tamponare l’emergenza, pagare parte del debito, stipulare un nuovo accordo con la ditta del gas e ripartire. E gli operai hanno accettato, consentendo alla nuova gestione di respirare. Riprendendo la normale produzione e tenendo lontano  lo spettro della chiusura.


  

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