Corso di ladrocinio nella sede del governo

Caro Direttore, il corso gratuito con l’esame di pratica si tiene direttamente nella sede del governo, madre e regina che regola e sovraintende il furto per eccellenza nel “Belpaese”: dal lavoro non pagato agli operai (plusvalore), al furto di Stato legalizzato (distribuzione della ricchezza, ovvero del plusvalore realizzato in profitto), al ladrocinio sempre di Stato ma illegale (spese e vacanze in conto spesa, appalti e commesse con tangenti e mazzettifici ecc.). Gli allievi iniziano con innocenti furtarelli in loco. Solo chi supera l’esame rubando senza farsi scoprire, potrà accedere all’Accademia dei Tagliaborse per un posto nella politica d’alto bordo. […]
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Caro Direttore,

il corso gratuito con l’esame di pratica si tiene direttamente nella sede del governo, madre e regina che regola e sovraintende il furto per eccellenza nel “Belpaese”: dal lavoro non pagato agli operai (plusvalore), al furto di Stato legalizzato (distribuzione della ricchezza, ovvero del plusvalore realizzato in profitto), al ladrocinio sempre di Stato ma illegale (spese e vacanze in conto spesa, appalti e commesse con tangenti e mazzettifici ecc.). Gli allievi iniziano con innocenti furtarelli in loco. Solo chi supera l’esame rubando senza farsi scoprire, potrà accedere all’Accademia dei Tagliaborse per un posto nella politica d’alto bordo. Riporto dalla cronaca del “Fatto Quotidiano”.

Saluti Bruno Casca.

Palazzo Chigi, c’è un ladro nella sede del governo: sparite sciarpe, soldi, oggetti. Colpisce soprattutto al dipartimento per l’Attuazione del programma. Irrompe negli uffici, ruba denaro dai portafogli e persino indumenti. Come la costosa sciarpa dell’onorevole Stefano Graziano. Gli agenti gli danno la caccia. Piazzate varie telecamere nei corridoi

Allarme generale alla presidenza del Consiglio. C’è negli uffici un ladro dalla mano veloce e scaltro al punto da essere riuscito sinora a sfuggire a tutti i controlli, tanto da richiedere la dislocazione di telecamere lungo i corridoi per tentare di  mettere fine alle sue incursioni.

Accade al quarto piano del palazzo a Largo Chigi che ospita il dipartimento per l’Attuazione del programma, fino a poco tempo fa alle dipendenze dell’onorevole Giovanni Legnini, ora vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura. Uno degli uffici ospita Stefano Graziano (in foto), consigliere nominato dall’ex premier Enrico Letta e confermato da Matteo Renzi.

Ultimamente a Graziano è capitato più di un inconveniente. Deputato nella scorsa legislatura è stato praticamente fatto fuori alle primarie del Partito democratico del 2013 attraverso quelli che in molti non hanno esitato a definire “brogli”, per i quali sono corse denunce sia alla magistratura che agli organi di controllo del partito. Alla riconferma in Parlamento ci teneva proprio, ma per evitare insanabili conflitti con i dirigenti regionali e nazionali e mettere in difficoltà il Pd, Graziano ha rinunciato alle sue rivendicazioni ottenendo la presidenza del Partito democratico della Campania, la sua regione, e il prestigioso incarico di consigliere a Palazzo Chigi.

Intorno a Natale, il fattaccio. Graziano aveva una sciarpa. Una sciarpa in cachemire “da 500 euro” che un giorno, uscito dall’ufficio, il ladro-manolesta ha rubato senza che nessuno se ne accorgesse. Graziano non l’ha presa bene. Anzi. Ha cercato in tutti i modi di capire chi potesse essere stato rivolgendosi anche all’ispettorato di Pubblica sicurezza di Palazzo Chigi, peraltro già sulle piste del malfattore. Prima di Graziano, infatti, il Fantomas della presidenza aveva portato a segno altri colpi di mano, non solo rubando oggetti e svuotando portafogli, ma irrompendo, pare, anche nella stanza del capo dipartimento delle Pari Opportunità. E sempre facendola franca.

E’ per questo che, dopo il caso che ha visto coinvolto l’onorevole Graziano e temendo altri blitz, alla presidenza hanno deciso di ricorrere alle maniere forti per evitare il peggio: l’utilizzo delle telecamere. Ne sono state piazzate due nel corridoio, una delle quali proprio di fronte alla porta dell’ufficio di Graziano.

Sinora l’occhio vigile delle telecamere ha funzionato. Fantomas non è riuscito a mettere a segno altri colpi. Ma consiglieri, dirigenti e impiegati, fidandosi poco anche di esse, non escono più dagli uffici senza portarsi dietro borse, cappotti e, naturalmente, portafogli.

NELLA FOTO LA SEDE DEL CORSO

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