Melfi: nuovi modelli con più sfruttamento incorporato

Caro Operai Contro, Marchione aveva promesso mille assunzioni a Melfi. Oggi ne ha assunti trecento ma con il contratto interinale. Quindi non è la Fiat ad assumerli? Li prende dalle agenzie, per mollarli quando vuole? E gli operai che a Melfi erano in cassa integrazione sono rientrati tutti? Come mai nessuno ne parla? Forse Marchionne vuole liberarsi dei vecchi dipendenti, approfittando del Jobs act che toglie la giusta causa nei licenziamenti? Dopo la grande conquista dei licenziamenti volontari all’Ast di Terni, stanno tramando un’altra “grande vittoria” alle spalle degli operai? Saluti da un lettore. Allego un breve articolo tratto […]
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Caro Operai Contro,

Marchione aveva promesso mille assunzioni a Melfi. Oggi ne ha assunti trecento ma con il contratto interinale. Quindi non è la Fiat ad assumerli? Li prende dalle agenzie, per mollarli quando vuole? E gli operai che a Melfi erano in cassa integrazione sono rientrati tutti? Come mai nessuno ne parla? Forse Marchionne vuole liberarsi dei vecchi dipendenti, approfittando del Jobs act che toglie la giusta causa nei licenziamenti? Dopo la grande conquista dei licenziamenti volontari all’Ast di Terni, stanno tramando un’altra “grande vittoria” alle spalle degli operai? Saluti da un lettore. Allego un breve articolo tratto da “La Stampa” di oggi.

Si sono aperti alle 8 i cancelli dello stabilimento di Melfi (Potenza) della Fiat-Fca per trecento nuovi lavoratori assunti con contratto interinale in seguito all’aumento di produzione dei due nuovi mini-suv, la Jeep Renegade e la 500X. Si sono presentati davanti all’ingresso C della fabbrica Lucana, alcuni dei quali molto giovani (hanno fra i 19 e i 29 anni) e accompagnati dai genitori, un po’ come se fosse il primo giorno di scuola. Nella prima settimana di lavoro, i trecento nuovi assunti seguiranno un corso di formazione e poi dalla prossima passeranno direttamente sulla linea di produzione. Nello stabilimento si respira un clima di festa. Molti dei nuovi assunti hanno lo zainetto in spalla, quasi tutti sono sorridenti. «Sono un po’ emozionato – racconta Matteo, 26 anni, di Cerignola (Foggia) – il percorso di selezione è stato difficile, adesso la speranza è che questo lavoro duri». Giuseppe, vent’anni, perito elettronico è partito stamani all’alba da Foggia per essere puntuale: lo ha accompagnato fino ai cancelli il padre: «Trent’anni fa è toccato a noi – dice il padre ai cronisti – ora il viaggio della speranza lo fanno i nostri figli». Invece Massimiliano, vent’anni, ha utilizzato l’autobus: «Sono partito intorno alle 4 – spiega – ma ne vale la pena. Ho studiato tanto e adesso questo lavoro alla Fiat mi dà speranza».

 

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