LO SPETTRO DELLO SCIOPERO GENERALE SUll’INDUSTRIA CARBONIFERA POLACCA

Sebastiao Barbosa | www.unmultimedia.org/photo |   16 Gennaio 2015 Oltre 2000 minatori del bacino carbonifero della Slesia (sud della Polonia) sono in sciopero in risposta alla decisione del governo di chiudere 4 miniere dell’azienda  statale Kompania Weglowa. Kompania Weglowa è il più grande gruppo minerario del carbone dell’Unione europea con una capacità produttiva di 34 milioni di tonnellate di carbone.  Il gruppo  è’ composto da 14 miniere che impiegano 64 000 lavoratori in 5 impianti. Lo sciopero iniziato il 7 gennaio, con i minatori della miniera Brzeszcze  che si rifiutano di tornare in superficie. La protesta si è’ a rapidamente  in tutto il […]
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Sebastiao Barbosa | www.unmultimedia.org/photo |   16 Gennaio 2015

Oltre 2000 minatori del bacino carbonifero della Slesia (sud della Polonia) sono in sciopero in risposta alla decisione del governo di chiudere 4 miniere dell’azienda  statale Kompania Weglowa. Kompania Weglowa è il più grande gruppo minerario del carbone dell’Unione europea con una capacità produttiva di 34 milioni di tonnellate di carbone.  Il gruppo  è’ composto da 14 miniere che impiegano 64 000 lavoratori in 5 impianti. Lo sciopero iniziato il 7 gennaio, con i minatori della miniera Brzeszcze  che si rifiutano di tornare in superficie. La protesta si è’ a rapidamente  in tutto il settore minerario  carbonifero della regione .Attualmente i minatori che lavorano nelle cave di proprietà di altri  grandi gruppi minerari (Jastrzębska Spółka Węglowa e KATOWICKI Tenere Węglowy) si  stanno unendo allo sciopero, mentre i comuni della Slesia  inviano appelli  al governo nazionale in difesa dei posti di lavoro essenziali per il benessere sociale della regione.

In questo momento tutti i 14 siti sono in sciopero, con i minatori che protestano sottoterra. Altre forme di protesta sono scioperi della fame e blocchi ferroviari. Oltre 10.000 persone, sia i minatori che semplici cittadini, hanno protestato a Bytom martedì.13 gennaio 2015 La città sta lottando per salvare l’ultima delle sue miniere. Il tasso Disoccupazione a Bytom sta raggiungendo il 21%, per effetto ristrutturazione del 1990  del settore del carbone.

I leader dei sindacati dei minatori hanno dichiarato che, se non viene raggiunto un accordo  entro il 20 gennaio, ai minatori in sciopero  si unirebbero i lavoratori del settore postale ferroviario,ed energetico. I sindacati regionali  hanno dato la  disponibilità a convocare uno sciopero generale se la situazione degenerasse.

I sondaggi mostrano che lo sciopero dei minatori è sostenuto da 68,5% dei polacchi.

La chiusura di 4 miniere si tradurrà nella perdita di 5.000 posti di lavoro nella regione in cui l’industria del carbone è il più grande datore di lavoro, con un’influenza decisiva sull’economia locale. Inoltre,  ogni lavoro in una miniera genera fino a tre posti di lavoro in settori e regioni collegate, si  calcola  che l’intera regione potrebbe perdere fino a 20.000 posti di lavoro.

Al sembra  ovvio che la proposta del governo è il modo  per aprire la strada alla privatizzazione delle miniere in Brzeszcze, Bytom, Ruda Slaska e Gliwice. Energia Universale, una società di proprietà di uno dei più ricchi uomini d’affari polacchi, Krzysztof Domarecki, ha già fatto un’offerta per l’acquisto di tre delle quattro pozzi che devono essere chiusi. Un altro milionario polacco, Jan Kulczyk, sta facendo una montagna di profitti importartando carbone dalla Russia attraverso un terminale di trasbordo in Braniewo, un Bordertown nei pressi di Kaliningrad.

In sostanza, è il Regno Unito del ’84 di nuovo. Slesia è uno degli ultimi focolai   di resistenza rimasti, l’industria mineraria è probabilmente il settore commerciale più sindacalizzato in Polonia. Chiediamo la solidarietà e il supporto concreto ai minatori polacchi affinchè continuino a  lottare per la loro vita e il benessere delle loro comunità, che sono minacciati dai piani del governo.

 

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