Sanità pubblica in mano all’industria farmaceutica

Egregio Direttore, le mando sdegnato un estratto dal “fatto quotidiano” che segnala il conflitto d’interessi tra la sanità pubblica da una parte, e l’industria farmaceutica dall’altra. Quest’ultima sponsorizza oltre la metà dei corsi di educazione, per l’aggiornamento continuo dei medici e tutti gli operatori sanitari. E’ uno scandalo che Renzi affronta alla maniera delle tre scimmiette: non vedo, non sento, non parlo. In attesa di parlare a sproposito. Saluti da un lettore puntuale. Perché dovremmo interessarci degli Ecm? L’acronimo sta per Educazione medica continua e prevede l’acquisizione obbligatoria di crediti formativi da parte degli operatori sanitari (medici, infermieri, farmacisti, […]
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Egregio Direttore,

le mando sdegnato un estratto dal “fatto quotidiano” che segnala il conflitto d’interessi tra la sanità pubblica da una parte, e l’industria farmaceutica dall’altra. Quest’ultima sponsorizza oltre la metà dei corsi di educazione, per l’aggiornamento continuo dei medici e tutti gli operatori sanitari. E’ uno scandalo che Renzi affronta alla maniera delle tre scimmiette: non vedo, non sento, non parlo. In attesa di parlare a sproposito.

Saluti da un lettore puntuale.

Perché dovremmo interessarci degli Ecm? L’acronimo sta per Educazione medica continua e prevede l’acquisizione obbligatoria di crediti formativi da parte degli operatori sanitari (medici, infermieri, farmacisti, etc). La risposta è fin troppo semplice: oltre la metà dei corsi è sponsorizzata dalle industrie farmaceutiche. Cosa significa? Tre parole: conflitto di interessi. E noi cosa c’entriamo? Ne va di mezzo la nostra salute. Il medico, soprattutto se è il relatore di turno (viaggio, hotel, cene spesate), è tentato a prescrivere più farmaci del previsto. A volte gli viene chiesto di farlo in cambio dei benefit. Insomma, non ci vuole un genio per capire che un sistema di formazione professionale non indipendente fa acqua da tutte le parti. Ma dai piani alti nessuno ha intenzione di cambiare registro. La battaglia per una formazione senza sponsor (e quindi super partes) la porta avanti da anni il movimento dei “No grazie”, un’associazione di medici indipendenti.

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