AFGHANISTAN: ISAF SCAPPA

Redazione di Operai Contro, In Afghanistan la Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf) è entrata formalmente negli archivi della storia, dopo 11 anni su 13 di guerra: il suo ultimo comandante, il generale Usa John Campbell, ha annunciato oggi a Kabul la fine delle operazioni da combattimento e il passaggio del testimone, dal primo di gennaio, a una più ridotta missione internazionale di assistenza e formazione denominata Resolute Support. La nuova missione ha una durata decennale e conterà su 12-13.000 uomini messi a disposizione dalla Nato e da altre 14 Nazioni, più migliaia di mercenari assassini. Gli Usa […]
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Redazione di Operai Contro,

In Afghanistan la Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf) è entrata formalmente negli archivi della storia, dopo 11 anni su 13 di guerra: il suo ultimo comandante, il generale Usa John Campbell, ha annunciato oggi a Kabul la fine delle operazioni da combattimento e il passaggio del testimone, dal primo di gennaio, a una più ridotta missione internazionale di assistenza e formazione denominata Resolute Support.

La nuova missione ha una durata decennale e conterà su 12-13.000 uomini messi a disposizione dalla Nato e da altre 14 Nazioni, più migliaia di mercenari assassini.

Gli Usa si sono riservati la possibilità di utilizzare eccezionalmente sul territorio afghano i propri militari per operazioni anti-terrorismo.

Centinaia di stragi compiute dagli USA e dall’ISAF,. ma sono costretti a lasciare.

Il portavoce dei taleban, Zabihullah Mujahid, ha dichiarato che «i 13 anni di intervento della Coalizione internazionale sono stati un fallimento» e che «nessun negoziato con il governo del presidente Ashraf Ghani sarà possibile in presenza di soldati stranieri sul territorio afghano».

All’inizio di dicembre l’Onu ha diffuso preoccupanti cifre: 4.600 soldati e agenti di polizia afghani uccisi soltanto fra gennaio e ottobre di quest’anno. Una cifra che in 10 mesi è stata superiore a tutte le 3.485 perdite (48 italiane) accusate dalla Coalizione internazionale dal 2001.

Le prospettive per l’immediato futuro afghano sono rese ancora più preoccupanti dal mancato decollo del governo del presidente Ashraf Ghani. A oltre tre mesi dal suo insediamento, infatti, il capo dello Stato non è riuscito a ufficializzare una lista di ministri a causa del conflitto che lo oppone ad Abdullah Abdullah, avversario sconfitto nelle presidenziali. Dopo una mediazione svolta dal Segretario di Stato americano, John Kerry, Abdullah è rientrato nel gioco del potere ottenendo il coordinamento del futuro governo di unità nazionale. Ma nonostante dichiarazioni rassicuranti, i due leader non si sono ancora messi d’accordo e l’Afghanistan è oggi come un nave che attraversa un mare in tempesta senza nessuno al timone.

Un osservatore

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