ITALIANALITA’

Redazione di OperaiContro, le cinque paginette di resoconto redatte dal man-Ichino per quanto riguarda il jobs act del governo legacoop-PD sono spiegate dal seguente resoconto dell’ISTAT sulle attività delle multinazionali estere nel nostro Paese. Non a caso, al riguardo dei licenziamenti, man-Ichino sottolineava come fossimo assolutamente minoritari nel “mercato del lavoro occidentale” per quanto riguarda i reintegri sul posto di lavoro dei lavoratori licenziati. Il “valore aggiunto per addetto” dei colonizzatori è decisamente superiore rispetto alle aziende “a controllo nazionale”, come si evince dal testo seguente. Nel frattempo, chi viene smaccatamente a parlare di “italianità”, “valori italiani”, “made in […]
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Redazione di OperaiContro,

le cinque paginette di resoconto redatte dal man-Ichino per quanto riguarda il jobs act del governo legacoop-PD sono spiegate dal seguente resoconto dell’ISTAT sulle attività delle multinazionali estere nel nostro Paese.

Non a caso, al riguardo dei licenziamenti, man-Ichino sottolineava come fossimo assolutamente minoritari nel “mercato del lavoro occidentale” per quanto riguarda i reintegri sul posto di lavoro dei lavoratori licenziati.

Il “valore aggiunto per addetto” dei colonizzatori è decisamente superiore rispetto alle aziende “a controllo nazionale”, come si evince dal testo seguente.

Nel frattempo, chi viene smaccatamente a parlare di “italianità”, “valori italiani”, “made in italy”, il primo contribuente italico, ha residenza in Svizzera.

Dato che il nostro debito pubblico sta sui cedolini del tesoro di Bank of China e quel poco di produzione rimasta se la gestiscono “le aziende estere”, cosa restava da fare se non adeguarsi alla “libertà di movimento nel mercato del lavoro” (Man-Ichino, citazione testuale) degli esportatori di economia e produttori di ricchezze varie?

A seguire comunicato dell’ISTAT.

Saluti Operai da Pavia,

M.L.

Struttura e attività delle multinazionali estere in Italia

Nel 2012, le imprese a controllo estero residenti in Italia sono 13.328 (203 imprese in meno rispetto al 2011) e occupano quasi 1,2 milioni di addetti. Al netto delle attività finanziarie e assicurative, queste imprese realizzano un fatturato di oltre 505 miliardi di euro e un valore aggiunto di 93 miliardi.

Rispetto al 2011, il contributo delle multinazionali estere ai principali aggregati economici nazionali dell’industria e dei servizi risulta sostanzialmente invariato: 7,1% degli addetti (la stessa quota del 2011), 16,6% del fatturato (16,7% nel 2011) e 13,5% del valore aggiunto (13,8% nel 2011). Il contributo delle controllate estere alla spesa in ricerca e sviluppo sostenuta complessivamente dalle imprese in Italia è molto rilevante (23,6%), seppure in lieve riduzione rispetto al 2011 (24,2%).

Le controllate estere hanno una dimensione media molto più elevata di quella delle imprese a controllo nazionale e presentano, nel 2012, risultati economici ampiamente superiori in termini sia di valore aggiunto per addetto (78.200 euro contro 38.500) sia di redditività (40,1% contro 18,3%).

Queste differenze si riducono in misura rilevante per le grandi imprese. Nel 2012, il valore aggiunto per addetto è pari 70.500 euro per quelle a controllo estero rispetto a 59.600 euro per quelle a controllo nazionale.

Il livello di redditività nelle grandi imprese risulta lievemente più elevato per quelle a controllo nazionale (39,5%) rispetto a quelle a controllo estero (38,5%), anche perché le multinazionali estere presentano un costo unitario del lavoro più alto di quello delle imprese domestiche (quasi 47 mila euro contro oltre 31 mila).

Le multinazionali estere contribuiscono per oltre un quarto alle esportazioni nazionali di merci (25,9%) mentre il loro apporto agli acquisti dai mercati internazionali è del 45,1%.

L’incidenza degli scambi intra-gruppo (intra-firm trade) sull’interscambio complessivo attivato dalle multinazionali estere è pari al 39,5% per le esportazioni e al 55,1% per le importazioni.

Le multinazionali estere del settore farmaceutico attivano una quota rilevante degli scambi con l’estero del comparto: 73,7% dell’export e 86,5% dell’import.

L’Unione europea è l’area da cui proviene la quota più ampia di investitori esteri in termini di imprese (61,4%), fatturato (56,7%) e valore aggiunto (58,1%).

Gli Stati Uniti sono il paese con il maggiore numero di imprese e di addetti a controllo estero in Italia (2.214 imprese con oltre 263 mila addetti).

 

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