Ast, firmato l’accordo

Redazione di Operai Contro, Terni – Dopo quattro mesi di incontri e scontri, occupazioni, 36 giorni di sciopero, è stato firmato l’accordo per le acciaierie di Terni. I punti salienti dell’accordo (LEGGI IL TESTO COMPLETO). Un milione di tonnellate di produzione, due forni accesi (anche se il secondo con ritmi ridotti); nessun licenziamento, personale ridotto di 290 unità grazie al bonus di 80 mila euro lordi per i licenziamenti agevolati; 140 milioni di investimenti dell’azienda in quattro anni, a partire dal trasferimento della linea 5 di Torino che dovrebbe avvenire entro ottobre 2015; impegno generico nei confronti delle ditte […]
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Redazione di Operai Contro,

Terni – Dopo quattro mesi di incontri e scontri, occupazioni, 36 giorni di sciopero, è stato firmato l’accordo per le acciaierie di Terni.

I punti salienti dell’accordo (LEGGI IL TESTO COMPLETO).

Un milione di tonnellate di produzione, due forni accesi (anche se il secondo con ritmi ridotti); nessun licenziamento, personale ridotto di 290 unità grazie al bonus di 80 mila euro lordi per i licenziamenti agevolati; 140 milioni di investimenti dell’azienda in quattro anni, a partire dal trasferimento della linea 5 di Torino che dovrebbe avvenire entro ottobre 2015; impegno generico nei confronti delle ditte terze; 6 milioni di investimento da parte del governo per l’accesso all’energia a prezzi agevolati; )9.5 milioni per l’integrativo. Sono previsti 40 euro per la domenica, la conferma delle attuali maggiorazioni, un’indennità di chiamata 40 euro su volontariato, un premio di 723 euro per tutti legato alle certificazioni ​ ; la Regione ci mette 5 milioni per gli investimenti, più finanziamenti per imprese e lavoratori per il sostegno alle ditte terze. Promesse sulle infrastrutture di collegamento tra Orte e Civitavecchia e bretella San Carlo a Terni. Il piano ha valenza quadriennale. Le controllate Aspasiel, Sdf e Tubificio sono destinate a diventare business unit. restano tutelati i contratti a tempo determinato e gli apprendisti.

I licenziamenti di 290 operai (per adesso) si chiamano licenziamenti agevolati, 6 milioni di regali del governo all’azienda, altri 5 milioni li mette la regione. Pochi spiccioli per noi operai.

Un accordo a perdere

Non so cosa diranno domani mattina le assemblee.

Intanto i sindacati Ast, hanno revocato lo sciopero, assemblee e poi referendum

 Sciopero revocato dalle 6 di domani e presidi alle portinerie sospesi all’Ast di Terni dopo la firma dell’accordo di oggi al ministero dello Sviluppo economico. Lo annunciano in una nota le segreterie provinciali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl, confermando che da domani si terranno le assemblee durante le quali verranno illustrati ai lavoratori i contenuti del nuovo piano. L’intesa sarà comunque messa a votazione tramite referendum nei prossimi giorni.Secondo le cinque sigle «l’ipotesi di accordo, frutto di giorni di mobilitazione e negoziato, recepisce parti significative delle proposte fino ad oggi sostenute dalle organizzazioni sindacali e dai lavoratori».

Ma per capire l’accordo riporto sinteticamente i giudizi dei politici, dei sindacalisti, del governo e del padrone.

La presidente Marini:  «È stata una vertenza durissima. Con il piano presentato da ThyssenKrupp a luglio il rischio era quello di un drastico ridimensionamento del sito siderurgico di Terni, un’infrastruttura essenziale per l’industria italiana e umbra, con impatti devastanti sull’occupazione diretta di Ast e dell’indotto» Infine Marini ricorda che il sistema di interventi che la Regione Umbria ha messo sul tavolo del confronto prevede, prima di tutto, «risorse per almeno cinque milioni di euro finalizzati al sostegno degli investimenti sull’efficienza energetica e sulla sostenibilità ambientale delle produzioni».

Vicaro (Ugl): «Finalmente abbiamo raggiunto un’intesa che gestisce le uscite  ( cioè i licenziamenti) su base volontaria e che garantisce i lavoratori su tutti i punti più importanti di questa estenuante trattativa: oltre alla volontarietà degli esodi, il piano quadriennale, il milione di tonnellaggio di colato e i due forni sono confermati, c’è la clausola contrattuale per la gestione degli appalti e giuste tutele sull’integrativo».

Landini (Fiom): «L’unità dei sindacati e dei lavoratori è ancora un volta uno strumento che paga che permette di tutelare i lavoro e le condizioni di chi lavoro».
Ad Morselli: “L’accordo firmato oggi su Ast è «quello che volevamo tutti». Cazzo ha ottenuto di licenziare gli operai, soldi dallo stato, soldi dalla regione, si che questo accordo le va bene

Barone (Cgil) Con l’accordo per l’Ast di Terni «si riapre una prospettiva per un’azienda strategica dell’industria italiana».  «È stato evitato – spiega – un drastico ridimensionamento dell’assetto produttivo e dell’occupazione, ridando allo stabilimento ternano una più stabile collocazione nel mercato nazionale ed internazionale. Il sacrificio occupazionale, con la perdita di 290 posti di lavoro, è comunque pesante. Su ThyssenKrupp grava di conseguenza la responsabilità di tenere fede agli impegni assunti con il lavoratori, le Istituzioni e il Governo, in materia di investimenti, politiche commerciali, innovazione, volumi, per rendere credibile il percorso di risanamento e di rilancio dell’azienda. Solo così sarà possibile preservare un patrimonio della siderurgia e dell’intera economia italiana a partire da quella territoriale umbra». «Altrettanto importante – conclude – sarà il ruolo del Governo e delle Istituzioni locali per l’adozione delle misure di politica industriale, in tema di infrastrutture, servizi, energia, per rafforzare l’integrità produttiva e occupazionale di Ast e del suo indotto.  Questo sembra il giudizio del responsabile dei padroni della siderurgia.

Ministra Guidi: “Sono estremamente soddisfatta dell’intesa raggiunta. Nonostante le difficoltà di una trattativa che ha coinvolto il governo per molti mesi, siamo riusciti a siglare un’intesa che, sommata ai recenti accordi per la Ferriera di Servola e per la Lucchini, salvaguardia un settore, quello dell’acciaio, strategico per l’economia italiana”,

Venturi (Fiom):«Nessun trionfalismo perchè questo è un accordo che interviene in un momento difficile, ma posso dire che la lotta dei lavoratori paga». Così il coordinatore del settore siderurgia della Fiom Gianni Venturi sull’intesa su Ast. «Le condizioni dell’accordo ci sono sembrate soddisfacenti. Non c’è cassa integrazione e tanto più non ci sono licenziamenti, ma 290 esuberi volontari» ha detto Venturi.

Bentivogli (fim Cisl): «Vertenza durissima, finale positivo e importante. Firmata ipotesi accordo dopo 25 ore di no-stop e 4 mesi di vertenza. Nessun licenziamento e cigs».

Renzi: Ho espresso la «soddisfazione del Governo» perché «da qualche minuto si è conclusa la vicenda Ast a Terni».
Bellanova: «È un bel risultato. Molto faticoso, ma ce l’abbiamo fatta. Siamo alla firma di un accordo unitario siglato da tutte le organizzazioni sindacali, è molto soddisfacente e credo che domani riceverà un alto consenso da parte dei lavoratori che se lo sono conquistati», ha spiegato Bellanova. «Non ci saranno licenziamenti, ci sono 290 esuberi, tutti con adesione volontaria. È stata tolta dal tavolo la Cig. C’è stato un rinnovo dell’integrativo aziendale e c’è l’impegno che al passaggio di appalto si guarderà prioritariamente ai lavoratori che già lavorano», ha sottolineato Bellanova. «Oggi possiamo segnare un punto per il rilancio non solo della siderurgia ma anche dei rapporti sindacali che erano molto deteriorati», ha concluso il sottosegretario. L’accordo «che è arrivato dopo una trattativa lunga e faticosa», sottolinea ancora Bellanova, «sarà considerato molto soddisfacente dai lavoratori che se lo sono conquistati». L’accordo, infatti, arriva dopo 36 giorni di sciopero. Si tratta del più lungo sciopero degli ultimi anni per una crisi industriale.

Redazione sono tutti felici, sono sicuri del si degli operai

Un operaio AST di Terni che non è felice

 

 

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1 Comment

  1. alanza53

    Il risultato della trattativa era scontato, un accordo che riduce l’occupazione e che aumenta i carichi di lavoro non è un buon risultato per gli operai, ma per il padrone. Perchè il risultato per me era scontato? Sul giornale “La Repubblica” di lunedì 1/12/2014 a pagina 6 i sindacati Fiom, Fim, Uilm, Fismic, Ugl dichiarano: ” Per dare dare un segno positivo in attesa dell’accordo, i sindacati hanno deciso di allentare il blocco delle portinerie e che come atto di responsabilità acconsentiranno allo sblocco di un treno merci destinato a Mantova. Si tratta di un primo atto che potrà essere ripetuto ,anche per altri merci,in relazione allo stato di avanzamento del negoziato”. I sindacati avevano già deciso di svendere la lotta degli operai e firmare. Landini a Roma quanto gli operai venivano manganellati dalla polizia, urlava di non reagire perchè cosi si passava dalla parte del torto. Operai basta accettare tavoli e tavolini dove si decide del nostro futuro e che finiscono sempre con una sconfitta. Da quei maledetti tavoli gli operai sono esclusi; nella stanza dove si prendono le decisioni siedono Governo, padroni e burocrati sindacali, i pochi operai presenti sono i fedelissimi dei sindacati e si devono accontentare di attendere che qualche burocrate, esca e faccia finta di tenerli informati. Operai AST, ci sono sconfitte e sconfitte, un parte di voi si sentirà sconfitta, dopo una lotta durata 36 giorni, non scoraggiatevi! Adesso vi è più chiaro che nessuno ci rappresenta, avete perso una battaglia ma non la guerra che contrappone sfruttati e sfruttatori. Chi cerca la compatibilità tra queste 2 forze antagoniste è un illuso e vende solo del fumo che ammorba l’aria; ci penseranno gli operai a pulire questa aria putrida che PADRONI, GOVERNO E SINDACATI ci vogliono fare respirare, unendosi come classe degli sfruttati nel PARTITO OPERAIO. Avevo già scritto commentando un vostro documento che i sindacati vi avrebbero proposto un referendum e sostenevo che era una sconfitta. Faranno votare anche i 290 che hanno già accettato la miseria che il padrone concede loro? Non hanno nessun diritto di votare e decidere cosi il destino di chi rimane e si organizza per contrastare il regime di ricatto e paura che il padrone creerà in fabbrica. Operai, la crisi in cui versa la dittatura capitalista è irreversibile. La lotta sarà dura e cruenta, uniti e organizzati abbiamo la forza di spazzare via dall’ ITALIA E DAL MONDO LA MALARAZZA DEI PADRONI