Ucciso per il profitto e diffamato

Caro Operai Contro, stavolta è successo a Napoli, Salvatore Renna operaio di 41 anni è morto sul cantiere, dopo un volo di dieci metri. L’operaio stava lavorando nel cantiere del Metrò di Napoli. I responsabili del cantiere e dell’omicidio, tentando di discolparsi, diramano notizie alla stampa che diffamano l’operaio. Notizie del tipo: “Vittima dalla fretta per chiudere il cantiere”. Ma quale fretta se il cantiere è aperto 1976?! In realtà la fretta c’è, come scrive la giornalista de “Il Fatto Quotidiano”: “Il Papa ha appena ufficializzato la sua visita a Napoli il 21 marzo. E con sua Santità non […]
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Caro Operai Contro,

stavolta è successo a Napoli, Salvatore Renna operaio di 41 anni è morto sul cantiere, dopo un volo di dieci metri. L’operaio stava lavorando nel cantiere del Metrò di Napoli. I responsabili del cantiere e dell’omicidio, tentando di discolparsi, diramano notizie alla stampa che diffamano l’operaio. Notizie del tipo: “Vittima dalla fretta per chiudere il cantiere”. Ma quale fretta se il cantiere è aperto 1976?!

In realtà la fretta c’è, come scrive la giornalista de “Il Fatto Quotidiano”: “Il Papa ha appena ufficializzato la sua visita a Napoli il 21 marzo. E con sua Santità non si può fare brutta figura, meglio buttare allo sbaraglio operai, ribadisco ‘sconosciuti alla cassa edile’, come risulta dalla prime verifiche”.

Altra infamia nei suoi confronti diramata ai giornali, è il fatto di farlo passare come uno sconosciuto, facendo scrivere: “Sconosciuto alla cassa edile”, come se si fosse intrufolato a lavorare di nascosto sul cantiere!

Saluti da un lettore. Vi allego una parte dell’art. de “Il Fatto Quotidiano”.

41 anni, operaio, è precipitato ieri in quel buco che non doveva essere lì. Morto sul colpo. Quella voragine di piazza Municipio, per costruire quella metropolitana, anzi l’ArcheoMetrò, quel fiore all’occhiello, una stazione con innesti di reperti archeologici, che tutto il mondo ci avrebbe dovuto invidiare.

Ma la memoria dell’amministrazione locale è corta. Inversamente proporzionale al volo di dieci metri che ha fatto Salvatore Renna da un’impalcatura. E’ volato giù come un angelo senza ali mentre intonacava una rampa di scale. E adesso cominceranno gli scarica barile? I giornali locali oggi titolano “sconosciuto alla cassa edile”, come dire: “chi era costui?. Non lavorava mica per noi…” Ma la cosa che mi rende schiumosa di rabbia è leggere: vittima della fretta per chiudere il cantiere. Un cantiere che ormai fa parte dell’archeologia industriale della città, da quando nel lontano 1976 cominciarono i lavori, dopo che si sono alternate non so quante amministrazioni succhia/soldi e allarga/buchi (una bustarella qua, una bustarella là…) adesso hanno fretta di chiudere il cantiere. Certo che parlare di “fretta” è paradossale per un’opera che ha impiegato fino adesso all’incirca 14mila giorni.

Ma forse una ragione c’è. Il Papa ha appena ufficializzato la sua visita a Napoli il 21 marzo. E con sua Santità non si può fare brutta figura, meglio buttare allo sbaraglio operai, ribadisco ‘sconosciuti alla cassa edile’, come risulta dalla prime verifiche. Facciamo schifo, e lo dico da napoletana nel dna.

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