IL CALO DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE IN ITALIA

Redazione di Operai Contro, Renzi e Padoan parlano di crescita La produzione dell’industria italiana, nel 2013 ha perso un ulteriore 5% per arrivare a circa -25% rispetto al 2007. . Secondo Bruxelles, nelle stesse condizioni dell’Italia ci sono Belgio, Gran Bretagna, Austria, Francia, Svezia Finlandia e Lussemburgo. A pesare sul rallentamento della crescita della produttività è soprattutto l’inefficienza nell’allocazione delle risorse: il tasso di investimento dell’Italia è paragonabile a quello di altri paesi della zona euro, ma il suo livello di efficienza del capitale è inferiore e in diminuzione. “Si tratta – si legge nel rapporto – di un […]
Condividi:

Redazione di Operai Contro,

Renzi e Padoan parlano di crescita

La produzione dell’industria italiana, nel 2013 ha perso un ulteriore 5% per arrivare a circa -25% rispetto al 2007.

. Secondo Bruxelles, nelle stesse condizioni dell’Italia ci sono Belgio, Gran Bretagna, Austria, Francia, Svezia Finlandia e Lussemburgo. A pesare sul rallentamento della crescita della produttività è soprattutto l’inefficienza nell’allocazione delle risorse: il tasso di investimento dell’Italia è paragonabile a quello di altri paesi della zona euro, ma il suo livello di efficienza del capitale è inferiore e in diminuzione.

“Si tratta – si legge nel rapporto – di un calo generalizzato che ha colpito anche settori, come quello automoblistico, calzaturiero e degli elettrodomestici, che per lungo tempo hanno rappresentato la struttura portante dell’industria italiana”.
In particolare, l’Ue denuncia che in Italia la produttività è rimasta ferma anche mentre diminuiva il costo del lavoro. In generale nella penisola “la doppia recessione iniziata nel 2008 ha toccato il fondo nell’estate 2013 – si legge -.

La recessione ha lasciato il segno sull’industria italiana: nel solo settore manifatturiero, dal 2007 il numero di aziende si è ridotto del 19 per cento circa ed alcuni settori, come quello farmaceutico, tessile, del pellame e dell’abbigliamento, sono stati colpiti in modo particolarmente duro”.
“Il potenziale del settore manifatturiero italiano è all’incirca un 15 per cento al di sotto dei livelli anteriori alla crisi (con un calo di almeno il 20 per cento registrato in 14 settori su 22, ed un massimo del 40 per cento nel settore automobilistico). Tutto ciò è conseguenza di un calo medio della produzione manifatturiera pari al 24,5 per cento – dice lo studio – e di una riduzione del tasso di utilizzo degli impianti pari ad otto punti percentuali”.

Detto in chiaro: le fabbriche chiudono e noi operai facciamo la fame.-

Le nostre lotte non riapriranno le fabbriche

Operai occorre lottare contro il lavoro salariato

Un operaio di Firenze

Condividi:

Comments Closed

Comments are closed. You will not be able to post a comment in this post.