VOLANTINO DISTRIBUITO ALL’ELECTROLUX DI FORLI

OLIO DI GOMITO E FERIE  FLESSIBILI ! Con la firma sui testi dell’ ipotesi d’accordo Electrolux al Ministero dello sviluppo economico e la formalizzazione presso la Presidenza del Consiglio dell’intesa tra sindacato e la multinazionale, si chiude una delle vertenze industriali più lunghe, combattute e importanti dell’ultimo decennio nel nostro Paese. Seguiranno nei prossimi giorni assemblee in tutti gli stabilimenti e voto dei lavoratori. Da noi a Forlì l’ assemblea è oggi, 16 maggio. Partiamo subito col denunciare la poca trasparenza. Nessuno ha avuto i testi in mano per leggerli ne prima ne dopo la firma dell’ ipotesi. Tutto […]
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OLIO DI GOMITO E FERIE  FLESSIBILI !

Con la firma sui testi dell’ ipotesi d’accordo Electrolux al Ministero dello sviluppo economico e la formalizzazione presso la Presidenza del Consiglio dell’intesa tra sindacato e la multinazionale, si chiude una delle vertenze industriali più lunghe, combattute e importanti dell’ultimo decennio nel nostro Paese.

Seguiranno nei prossimi giorni assemblee in tutti gli stabilimenti e voto dei lavoratori. Da noi a Forlì l’ assemblea è oggi, 16 maggio.

Partiamo subito col denunciare la poca trasparenza. Nessuno ha avuto i testi in mano per leggerli ne prima ne dopo la firma dell’ ipotesi. Tutto fatto sulla “fiducia”.  La trattativa si è svolta in forma ristretta tra sindacato nazionale e vertici aziendali per la maggioranza del tempo.

Di quello che abbiamo potuto capire tramite la lettura fatta dai Segretari nazionali, proviamo a spiegarvi i punti davvero critici  dell’ ipotesi d’ accordo.

Nessuna perdita di salario salvo quanto si perde con i Contratti di solidarietà. Ma chiedono di produrre in 6 ore i pezzi che ora si fanno in 8 ore ( 6 ore lavorate + 2 ore di solidarietà pagate al 70%); Tutto il costo del lavoro l’azienda l’ha recuperato solo sugli operai diretti di linea che sono già i più sfruttati e i meno pagati.

Le pause non vengono toccate salvo  Porcia, dove viene decurtata del 50% la pausa di 10 minuti conquistata da quei lavoratori a fronte della velocizzazione a 94 pz/ora frutto di un accordo dei primi anni 2000.

Le ferie diventano più flessibili ed esigibili dall’ azienda. Allungamento del periodo di fruizione delle 2 settimane di ferie consecutive, a scaglioni, dal 1° giugno al 30 settembre, esigibili dall’ azienda senza forme volontarie come in passato. Chi è comandato a fare le ferie nei mesi di giugno o di settembre così recita la lettera firmata del Dott. Mondini: “potrà richiedere di  fruire la terza settimana di ferie (laddove disponibile) a carattere individuale e non consecutiva rispetto alle altre, nei mesi di luglio e agosto”. La risposta (positiva o negativa) è a discrezione aziendale.

Incentivi all’ esodo aumentati. L’ aumento degli incentivi è stato inferiore alle richieste sindacali. Per chi volontariamente decide di licenziarsi o si aggancia alla pensione, nell’ accordo si trova un apposito allegato tecnico contenente le scadenze e gli euro di incentivo. Ad es. l’ incentivo dei 42mila euro del vecchio accordo passa a 46mila euro. Scende l’ incentivo per l’ autoimprenditorialità a 37mila euro. Rimane invariato l’ incentivo per chi va a lavorare presso altra ditta.

Permessi Sindacali. Vengono decurtati del 60%. Significa minor tutele per i lavoratori e meno possibilità per i delegati (seri) di intervenire sui problemi. A tutti gli altri lasciano fare.

Velocizzazioni sulle linee. Nell’ ipotesi d’ accordo sono inseriti allegati tecnici per ogni stabilimento dove l’ azienda attuerà le velocizzazioni: per lo stabilimento di Forlì l’ allegato tecnico è molto generico. Una cosa chiara è l’ AUMENTO DI PEZZI che nel reparto Forni sarà di 11 pz/ora e nel reparto Piani sarà fino a 22 pz/ora!! Si demanda al lavoro di Ecos + Cotepa (+ un delegato per reparto interessato) denominato “cantiere” che sarà a carico dei permessi sindacali dei lavoratori. L’ azienda ha rifiutato la  richiesta sindacale di non iniziare le velocizzazioni fino a che i delegati Rsu possano avere una formazione specifica sugli indici ocra, finalizzata ad acquisire ed adeguare le competenze necessarie per effettuare la valutazione dei rischi muscolo-scheletrici come previsto dalla norma Iso 11.228. Questo rifiuto la dice lunga sulla correttezza dell’ azienda e su come potrebbe agire sulle linee di montaggio ai danni degli operai, al contrario di quanto l’ azienda sostiene, impegnandosi a non peggiorare le condizioni di lavoro.

Capiamo lo sforzo fatto dalle parti per arrivare ad una dignitosa ipotesi d’ accordo che mantiene l’ occupazione in Italia anche se alla fine del piano e a regime di 6 ore, gli esuberi in tutti e 4 gli stabilimenti rimangono. Rimaniamo fortemente critiche su due punti di maggior interesse per i lavoratori:

CALENDARIO FERIE. Diventa a tutti gli effetti un calendario produttivo utile solo all’ azienda per mantenere i soldi della decontribuzione e che penalizza i lavoratori nella più remota possibilità di ricongiungersi ai propri cari nei tradizionali periodi di ferie del Paese (luglio/agosto).

VELOCIZZAZIONI. L’ azienda ha ottenuto anche grazie all’ enorme sforzo di noi lavoratori (scioperi, iniziative, presidi,..) 1,2 euro di decontribuzione sul Cds. I restanti 1,8 euro sono tutti “olio di gomito” di noi lavoratori sulle linee di montaggio! Gli operai sono gli unici a farsi carico dell’ ulteriore riduzione del costo di lavoro con i pezzi in più da produrre.

In coerenza con quanto già dichiarato NON ABBIAMO SIGLATO e voteremo NO all’ ipotesi di ACCORDO. Chiediamo a tutti i lavoratori di partecipare numerosissimi al voto, in maniera informata e consapevole. Chiediamo inoltre che su Ferie e Velocizzazioni possano votare solo gli operai interessati.

COLAPRICO CINZIA e SABATTINI LORETTA (COORDINAMENTO RSU ELECTROLUX)           Ciclostilato in proprio 15.05.2014

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5 Comments

  1. Marco

    … Il ricatto: Verranno in assemblea i sindacalisti a proporre l’accordo come l’unico possibile, chi voterà contro – diranno- è un massimalista, uno sfascista, che fà demagogia ed è contro gli interessi dei lavoratori e poi giù tutto il corollario di epiteti di denigrazioni e di criminalizzazioni tipiche dei sindacati di regime.
    Accordi raggiunti a porte chiuse, anche questo metodo conosciamo benissimo, delegati fuori dai coglioni e i vertici sindacali pappa e ciccia col padrone (CdiA, Confindustria, ministero) per elaborare la strategia per far passare l’accordo capestro, ovviamente quello che i vertici sindacali lasciano trapelare dopo l’accordo e prima delle assemblee è solo l’indoratura della pillola. Nel frattempo i sindacati attraverso i loro epigoni (delegati ampiamente ottusi e venduti) cominciano a dividere gli operai… Poi nelle assemblee per completare l’opera divideranno gli operai da stabilimento a stabilimento e faranno votare tutti, impiegati e quadri compresi su ritmi e ferie flessibili non solo per far passare l’accordo ma per alimentare la divisione e la guerra tra poveri, a questo punto i sindacalisti con la faccia da agnellino, raggiunto lo scopo, diranno che il loro accordo era l’unico possibile, che i sacrifici saranno equamente ripartiti, bla bla bla… godendosi la vittoria e orgasmando per il risultato ottenuto. Accordo passato e guerra tra schiavi.
    Questo è il copione ormai consunto e scontato di questo genere di accordi da 40anni e più, queste le responsabilità dei sindacati collaborazionisti nel raggiungimento degli scopi padronali dove ci sono dentro tutti, dai cattivi alla Camusso ai buoni alla Landini…
    Ma dove sbagliamo noi ? qual’è il nostro limite ? Come trasformare una sconfitta in una costruzione di embrioni di resistenza operaia ? e per quale fine ? quale scopo, quali obbiettivi deve avere una organizzazione di classe nella tattica di contrasto alle strategie statali e padronali e dei sindacati di regime che ne fanno da volano ?

  2. Ercole2

    La tua riflessione non fa una piega ma da materialisti bisogna riconoscere il fatto che allo stato attuale le avanguardie operaie sono ridotte al lumicino e il partito è ancora tutto da costruire se ci riusciremo , mentre i padroni e i loro lacchè fanno la parte del leone il dramma è che siamo maledettamente pochi e le lotte tardano a manifestarsi ( tranne in sporadici casi ) gli operai sono divisi ,ricattati e hanno paura è un dato di fatto :spero che dopo tante sottomissioni e vassazioni comincino ad alzare la testa e rispondere colpo su colpo.

  3. BANKROBBER

    Ercole proprio non ce la fai a non metterti nei panni del grillo parlante piagnone che pedantemente contesta la critica operaia al capitale.
    Parli di materialismo ma non ti accorgi che non c’è nulla di più dialettico della presa di posizione delle due delegate dell’Elettrolux che non hanno firmato quell’accordo capestro e che hanno spiegato in maniera metodica ed esemplificativa i termini dell’intesa tra sindacato e direzione dell’Elettrolux . Non ti accorgi che queste delegate sono delle reali avanguardie operaie, che nel mezzo del silenzio generale steso attorno a questa vicenda, (anche da parte della cosiddetta sinistra antagonista), combattendo contro il ricatto del posto di lavoro, contro le paure e le sottomissioni a cui sono sottoposti gli operai giornalmente,loro, singole delegate senza nessun appoggio alcuno, hanno avuto l’accortezza ed il coraggio di schierarsi contro sindacati, governo, partiti, curia e tutta una fuffa sociale spaventosa, che in nome della salvaguardia del posto di lavoro, ed in sostanza della difesa del capitale nazionale, hanno salutato con enfasi questo accordo. Le due delegate del coordinamento Elettrolux probabilmente per ragioni anagrafiche sono libere dal condizionamento ideologico della piccola borghesia e dalle barbe finte della “sinistra antagonista” che hanno sproloquiato di marxismo e di lotta di classe e che con le loro chiacchiere hanno distolto e distolgono gli operai dai loro reali interessi di classe. Quello che Cinzia e Loretta hanno fatto ,a mio avviso è parte del partito operaio informale, e non riconoscerne i prodromi significa essere miopi dal punto di vista politico.
    Al posto di sperare è meglio scorgere questi reali segnali di risposta degli operai alla crisi, cercando, per esempio, di rispondere con argomentazioni organiche ai quesiti sollevati dal commento di Marco, se vuoi contribuire al dibattito, e non con piagnistei che non servono a nulla.

  4. Ercole2

    Io sono più realista di voi e vi dico che l’accordo passerà, e che gli operai spinti dalla paura lo voteranno , che comunque le due delegate contrarie all’accordo (che meritano tutto il mio rispetto,ma è quasi un inezia rispetto alle grandezza della fabbrica ) sul volantino hanno detto di votare no, ben altra cosa sarebbe stato se sul volantino avessero scritto sciopero generale a oltranza e blocco della attività produttiva fino alla cancellazione dell’accordo. Pomigliano dovrebbe avervi insegnato qualcosa non parlo da rassegnato è sono più incazzato di voi anche io vivo la realtà della fabbrica e quando mi confronto con gli operai quasi mi evitano e mi etichettano come settario e idee ottocentesche ,sono tutti fatalisti e rassegnati nella migliore delle ipotesi ,parlano di calcio ,telefonini gossip , vacanze e di abiti firmati ( sono invasi dalla ideologia borghese ) il livello di appartenenza di classe è zero ,beati voi che vedete avanguardie dappertutto evidentemente viviamo in due mondi diversi……

  5. Ercole2

    Caro bank robber devi convenire con me purtroppo l’accordo è passato anche se i problemi restano ,bisogna prendere atto che gli operai hanno paura e non si sognano minimamente di lottare e il giorno che avranno lo stomaco veramente vuoto ci sono serie possibilità che cadranno vittime dei movimenti nazionalisti tutto ciò mi fa rabbia ma al momento le nostre denunce contro il capitalismo e la sua crisi non fanno presa nel movimento operaio cerchiamo di restare con i piedi per terra e ” farcene una ragione ” noi abbiamo individuato il nemico e lo combattiamo ogni giorno limitatamente alle nostre forze è dove siamo presenti 😮 la classe è in grado di imparare da queste mazzate che fare le pecore comunque non cambierà la propria condizione o resteremo nostro malgrado ancora schiavi delle dinamiche del capitale.