SVIZZERA VOTA NO AL SALARIO MINIMO

La Svizzera vota no al referendum sul salario minimo. Gli elvetici dovevano approvare o bocciare l’introduzione di un salario minimo da 22 franchi l’ora, pari a quasi 4mila franchi al mese o 3.250 euro. Stando alle prime tendenze rese note dalla radio svizzera dopo la chiusura dei seggi, alle ore 12, la proposta dei sindacati non sarà accettata. I risultati definitivi saranno disponibili più tardi ma a Ginevra, dopo lo spoglio del 90% delle schede, il no al salario minimo ha raggiunto il 66,2%. Il referendum, promosso dai sindacati ma osteggiato da governo e imprenditori, non ha dunque superato […]
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La Svizzera vota no al referendum sul salario minimo.

Gli elvetici dovevano approvare o bocciare l’introduzione di un salario minimo da 22 franchi l’ora, pari a quasi 4mila franchi al mese o 3.250 euro.

Stando alle prime tendenze rese note dalla radio svizzera dopo la chiusura dei seggi, alle ore 12, la proposta dei sindacati non sarà accettata. I risultati definitivi saranno disponibili più tardi ma a Ginevra, dopo lo spoglio del 90% delle schede, il no al salario minimo ha raggiunto il 66,2%.

Il referendum, promosso dai sindacati ma osteggiato da governo e imprenditori, non ha dunque superato lo scoglio delle urne: negli ultimi sondaggi e al termine di un’accesa campagna, i contrari risultavano in forte crescita al 64%, mentre i favorevoli erano solo il 30% e gli indecisi il 6%.

Alcuni paladini della democrazia diretta svizzera si stanno mangiando i coglioni dalla rabbia.

Finchè c’è lo stato capitalista non c’è spazio ne per la democrazia diretta ne per quella parlamentare

Vincono sempre i padroni

In Svizzera, tra i Paesi più ricchi ma anche più cari al mondo, non esiste un salario minimo nazionale e le retribuzioni sono concordate individualmente o collettivamente. I negoziati collettivi avvengono tra le parti sociali per un intero settore o per singole aziende. L’iniziativa popolare “Per la protezione di salari equi” voleva cambiare le cose.

Chiedevano che la Confederazione e i Cantoni promuovano contratti collettivi di lavoro che prevedano salari minimi e che sia introdotto un salario minimo nazionale legale di 22 franchi all’ora. La somma, pari a circa 18 euro, è nettamente superiore agli 8 euro previsti nella vicina Germania o i 9,5 euro della Francia.


Globalmente si stima che questa misura interesserebbe circa 330.000 posti di lavoro (il 9% del totale) concentrati soprattutto in settori quali il commercio al dettaglio, la ristorazione, i servizi alberghieri, l’economia domestica, l’agricoltura.

Per i promotori del referendum, il fatto che “quasi un lavoratore su dieci guadagni meno di 22 franchi all’ora” è “una vergogna ed è indegno di un Paese ricco come la Svizzera”. Per il governo, invece, il salario minimo a 22 franchi non è uno strumento idoneo. “Rischia di provocare la scomparsa dei posti di lavoro il cui salario è inferiore a tale cifra”, ha affermato, sottolineando la buona salute del mercato del lavoro svizzero, con un invidiabile tasso di disoccupazione di poco superiore al 3%.

Altro che le miserabili 80 euro al mese di Renzi

Un osservatore

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1 Comment

  1. campagnadiprimavera

    La Svizzera non è un paese ricco, ma un paese dove comandano i ricchi, dove l’ordine, il conformismo e una diffusa “tranquillità” poggiano sempre più sull’utilizzo di manodopera a basso costo (indigena e straniera) e sulla pace sociale pattuita con i sindacati tramite sussidi integrativi a chi è stato espulso dal ciclo produttivo, per impedire contestazioni di ogni tipo. La Svizzera è pure il paese dei suicidi, soprattutto fra i giovani, spesso mascherati da incidenti stradali e tenuti democraticamente nascosti dai media che fanno finta di niente. La Svizzera non è un’oasi, ma una cella d’isolamento ben attrezzata, un carcere speciale o, se preferite, un pezzetto d’Europa dove i furbi comunitari di ogni colore vengono a godersi i frutti dei loro maneggi.
    Insomma in Svizzera stanno bene in tanti, ma sempre peggio chi deve lavorare per vivere.
    Questo finché terranno i forzieri delle sue banche con i loro segreti, poi sarà il caos!