Solidarietà e sostegno ai profughi Piccola cronaca di un’iniziativa ancora troppo piccola

Redazione di Operai Contro, Le cronache di questi giorni hanno ampiamente parlato dell’avvilente situazione vissuta dai profughi e, soprattutto, dalle profughe siriane giunte a Milano. Nella «città dell’Expo» (pagato a caro prezzo dai contribuenti per la maggior gloria di affaristi&politicanti) centinaia di profughi hanno trovato precaria ospitalità negli ambienti della Stazione Centrale (vedere per credere). Nella quasi completa latitanza delle istituzioni (centrali e locali), il primo conforto è giunto da associazioni caritatevoli, cristiane e islamiche, nonché da donazioni spontanee da parte dei cittadini. Ancor più disgraziata, è la condizione dei profughi eritrei, costretti invece a nascondersi nei giardinetti di […]
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Redazione di Operai Contro,

Le cronache di questi giorni hanno ampiamente parlato dell’avvilente situazione vissuta dai profughi e, soprattutto, dalle profughe siriane giunte a Milano.

Nella «città dell’Expo» (pagato a caro prezzo dai contribuenti per la maggior gloria di affaristi&politicanti) centinaia di profughi hanno trovato precaria ospitalità negli ambienti della Stazione Centrale (vedere per credere).

Nella quasi completa latitanza delle istituzioni (centrali e locali), il primo conforto è giunto da associazioni caritatevoli, cristiane e islamiche, nonché da donazioni spontanee da parte dei cittadini.

Ancor più disgraziata, è la condizione dei profughi eritrei, costretti invece a nascondersi nei giardinetti di Porta Venezia, per non turbare le buone relazioni del governo italiano con la dittatura che domina l’Eritrea.

Di fronte a questa duplice sconcio «umanitario», la sera del 6 maggio, il Naga, con altre associazioni, ha indetto un presidio davanti alla Prefettura di Milano.

All’appello, hanno risposto circa duecento persone: molte, rispetto alla tempestività dell’iniziativa; poche, rispetto alla gravità del problema.

Gli obiettivi del Naga sono sicuramente apprezzabili: la chiusura del Centro di Identificazione ed Espulsione (CIE) di Milano (il famigerato Centro di via Corelli) e contro l’apertura di un eventuale Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo (CARA) a Milano.

Questi centri sono veri e propri lager (e fonte di intrallazzi), come dimostra l’esperienza, costellata di rivolte, a partire dalla legge Turco-Napolitano del 1998, che li ha creati, e dalla successiva legge Bossi-Fini del 2002, che li ha peggiorati.

Note dolenti…

Infelice è stata la scelta del luogo (corso Monforte, sede della Prefettura), a quell’ora (18,30) è una sorta di No Man’s Land (terra di nessuno), solcata solo dagli autobus. Sarebbe stato più opportuno trovarsi alla Stazione Centrale o in Piazza della Scala (a Palazzo Marino, sede del Comune) se proprio proprio gli organizzatori ci tengono ad avere un rapporto con le istituzioni, nonostante siano coscientemente latitanti (hanno ben altro da fare).

Nota stonata è stata la consistente e sciacallesca presenza del Partito della Trippa (Lista Tsipras, ndr) che vorrebbe replicare in Italia il pateracchio politico sperimentato in Grecia.

Nota ancor più stonata è stata la scarsa presenza di chi, politicamente, avrebbe e dovrebbe dire qualche cosa. Ma così è …

Nota ironica: se ciascuna delle associazioni che hanno sottoscritto l’appello fosse stata presente con una persona … forse saremmo stati di più.

d.

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