Cina, gli operai dicono basta Nike, Adidas & c. a rischio paralisi

Sono in sciopero in Cina i dipendenti di una fabbrica della Yue Yuen, la più grande compagnia produttrice di scarpe sportive per marche tra cui Nike e Adidas. Si tratta dello stabilimento di Dongguan, nella provincia di Guangdong. Gli operai protestano denunciando che la compagnia non ha pagato i contributi per la previdenza sociale e non ha versato denaro in un fondo immobiliare. A spiegarlo è China Labor Watch, che riporta che il primo sciopero nell’ambito della disputa si è svolto il 5 aprile e oggi sono riprese le proteste poiché le richieste dei dimostranti non sono state accolte. […]
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Sono in sciopero in Cina i dipendenti di una fabbrica della Yue Yuen, la più grande compagnia produttrice di scarpe sportive per marche tra cui Nike e Adidas. Si tratta dello stabilimento di Dongguan, nella provincia di Guangdong.

Gli operai protestano denunciando che la compagnia non ha pagato i contributi per la previdenza sociale e non ha versato denaro in un fondo immobiliare.

A spiegarlo è China Labor Watch, che riporta che il primo sciopero nell’ambito della disputa si è svolto il 5 aprile e oggi sono riprese le proteste poiché le richieste dei dimostranti non sono state accolte. Nell’impianto, che produce anche per conto di Reebok, Asics, New Balance e Timberland, lavorano circa 60mila persone. Nelle foto scattate dai dimostranti si vedono molti dipendenti dello stabilimento che sfilano per le strade e manifestano nell’impianto, sventolando bandiere e urlando ‘Pagateci le nostre assicurazioni sanitarie, pagateci il nostro fondo immobiliare’. Altre immagini mostrano numerosi poliziotti con elmetti e scudi.

La società Yue Yuen ha stabilimenti anche in Indonesia, Vietnam, Messico e Stati Uniti e, nei 15 mesi fra dicembre 2012 e marzo 2014, ha realizzato 323,5 milioni di paia di scarpe. Uno dei partecipanti allo sciopero, Cui Tiangang, ha dichiarato che sono oltre 10mila le persone che hanno incrociato le braccia nello stabilimento. Il numero dei partecipanti allo sciopero non è stato verificato e non è stato possibile contattare alcun portavoce della compagnia per un commento. Cui, operaio di 31 anni che taglia e incolla suole in gomma, sostiene che a causa dello sciopero sono solo due o tre le 10 sezioni della fabbrica al momento operative. Lui spiega di avere deciso di unirsi allo sciopero dopo essersi infortunato sul lavoro e di avere scoperto che la compagnia ha risparmiato sulla copertura assicurativa per i dipendenti.

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