Giornalismo al servizio dei padroni

Egregio Direttore, chi tramite internet volesse cercare una meno approssimativa identità dei manifestanti (compresi morti e feriti) scesi in piazza in Ucraina le scorse settimane, s’imbatterebbe in incredibili “analisi” che tralasciano l’appartenenza di “censo” dei manifestanti stessi, mentre non manca la precisione su altri aspetti. Un modo di fare indagine e/o giornalismo al servizio dei padroni, i cui interessi su questo versante è mistificare il più possibile, che al nocciolo di queste rivolte ci sono gli operai, compresi quelli che hanno perso il lavoro negli ultimi tempi. Con loro gli strati impoveriti e i disoccupati di vecchia data, frange […]
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Egregio Direttore,

chi tramite internet volesse cercare una meno approssimativa identità dei manifestanti (compresi morti e feriti) scesi in piazza in Ucraina le scorse settimane, s’imbatterebbe in incredibili “analisi” che tralasciano l’appartenenza di “censo” dei manifestanti stessi, mentre non manca la precisione su altri aspetti.

Un modo di fare indagine e/o giornalismo al servizio dei padroni, i cui interessi su questo versante è mistificare il più possibile, che al nocciolo di queste rivolte ci sono gli operai, compresi quelli che hanno perso il lavoro negli ultimi tempi. Con loro gli strati impoveriti e i disoccupati di vecchia data, frange di piccola borghesia ed elementi delle classi agiate rovinati dalla crisi. Una realtà articolata quindi, che liquidare come di “destra” o di “sinistra” o “filonazista” non spiega niente.

Ecco un esempio di uno studio interclassista al servizio dei padroni.

“ Lo spaccato dei manifestanti è complesso. E spiega, da solo, le fibrillazioni degli ultimi tre mesi. Uno studio del Nuffield College della Oxford University, l’unico di questo genere svolto con oltre mille interviste faccia a faccia sul posto e focus group, racconta di una maggioranza di over 30. La media d’età si aggira infatti sui 36 anni e il 24% dei partecipanti supera i 55, con l’8% fra i 65 e i 75 anni. L’indagine, firmata da Olga Onuch dell’ateneo britannico insieme a Tamara Martsenyuk dell’università di Kyiv Mohyla Accademia, dipinge un quadro articolato. La maggioranza di chi è sceso in piazza in questi mesi ha un alto livello di educazione (76%) e dal punto di vista religioso si divide fra ortodossi (33%) e osservanti di rito greco-cattolico (25). È un movimento al maschile (quasi 60%). Gente che, almeno nel 38% dei casi, non era mai scesa in piazza prima, neanche nel corso della rivoluzione arancione di ormai dieci anni fa. E stavolta ha scelto di farlo a volte anche con la famiglia ”. Di conseguenza, anche le ragioni sono diverse. Studenti e giovani puntano all’Europa e ai diritti umani. La fascia più anziana (30-45 anni) sembra più preoccupata di questioni economiche, politiche, visti e da un generale bisogno di normalità. I più vecchi hanno invece raccontato nel corso delle interviste di aver “attraversato troppe ingiustizie” e di sentirsi chiamati in causa anche per conto dei giovani.

 

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