ILVA DI TARANTO: OPERAI AL LAVORO CON LA MORTE SULLE SPALLE

Redazione di Operai Contro, da molti anni il vostro giornale denuncia le condizioni di vita e di lavoro a cui sono costretti gli  operai dell’ILVA. L’assassino Riva viene rimandato a godersi i milioni dalla magistratura dei padroni Le famiglie degli operai pagano con la vita Vi invio un articolo della Gazzetta del Mezzogiorno Se noi operai non ci ribelliamo, continueremo ad essere macellati come pecore A cosa serve un lavoro e un miserabile salario, se noi e i nostri figli siamo stati condannati a morte? E’ meglio morire combattendo contro il padrone che aspettare la morte per tumore Un […]
Condividi:

Redazione di Operai Contro,

da molti anni il vostro giornale denuncia le condizioni di vita e di lavoro a cui sono costretti gli  operai dell’ILVA.

L’assassino Riva viene rimandato a godersi i milioni dalla magistratura dei padroni

Le famiglie degli operai pagano con la vita

Vi invio un articolo della Gazzetta del Mezzogiorno

Se noi operai non ci ribelliamo, continueremo ad essere macellati come pecore

A cosa serve un lavoro e un miserabile salario, se noi e i nostri figli siamo stati condannati a morte?

E’ meglio morire combattendo contro il padrone che aspettare la morte per tumore

Un operaio dell’ILVA

ilva-interna-nuova1

di ALESSANDRA CAVALLARO 

Bambini che respirano la stessa polvere di ferro. A Taranto come in Amazzonia. Polvere che arriva dal Brasile e entra nel ciclo produttivo dell’Ilva. Il minerale viene estratto dalla Vale, la multinazionale che alimentale acciaierie di tutto il mondo. Peacelink ha pensato di unire, e non solo virtualmente, i due luoghi appesantiti da emergenze di tipo sanitario, ambientale e sociale, organizzando la «Missione Amazzonia». Un progetto, presentato ieri mattina nella libreria Gilgamesh, dal quale nascerà anche un libro che racconterà come il profitto senza scrupoli devasta il pianeta. Oltre ad Alessandro Marescotti ha partecipato all’incontro anche Beatrice Ruscio, responsabile per Peacelink della «Missione».

E’ lei che andrà in Brasile insieme a Daniela Patrucco per partecipare ad un convegno internazionale. Beatrice è abruzzese, mentre Daniela è ligure. Entrambe sono attiviste dell’associazione, entrambe hanno sposato il caso-Taranto mettendo al servizio della città le loro rispettive competenze. Sono stati i missionari comboniani dell’Amazzonia ad organizzare il seminario «Carajàs 30 anos» dal 5 al 9 maggio. Hanno chiamato a raccolta tutti i gruppi che si battono contro i disastri ambientali causati dalla Vale e dalle multinazionali del ferro, invitando anche Peacelink, proprio per il suo impegno continuo nella vicenda Ilva. Saranno analizzati, dal punto di vista delle comunità, dei movimenti sociali e del mondo universitario e della ricerca, 30 anni di storia della transnazionale Vale e gli effetti della sua presenza nei 38 Paesi nei quali opera. I lavori si apriranno con dei colloqui internazionali tra i rappresentanti di vari Paesi e con dei resoconti sugli impatti delle società minerarie nelle varie nazioni e sulle esperienze di resistenza. E’ in questa occasione che verrà presentato il caso Ilva. Il dibattito verterà sul tema: diritto alla salute di fronte ai progetti siderurgici.

«Insieme a Daniela Patrucco – ha spiegato Beatrice Ruscio – presenteremo la situazione di Taranto mettendo in evidenza la correlazione tra l’aumento di patologie e inquinamento ambientale prodotto dal colosso dell’acciaio». Nei giorni seguenti saranno organizzati i gruppi di lavoro, per confrontare idee, progetti e studi che i rappresentanti dei vari paesi vorranno condividere. «Presenteremo gli studi e le analisi fatte a Taranto da diverse Ong sulla contaminazione da diossina negli alimenti (cozze, formaggi, uova e animali), nel latte materno e nel sangue» aggiunge ancora Beatrice Ruscio. La «Missione Amazzonia» intende focalizzare l’attenzione sull’aspetto «etico» della condotta delle multinazionali del ferro, toccando il delicato aspetto della responsabilità sociale e della violazione dei diritti fondamentali dell’uomo. Il progetto di Peacelink ha un costo di almeno tremila euro che serviranno a pagare le spese di viaggio, vitto e alloggio alle due volontarie la Ruscio e la Patrucco.
L’associazione ambientalista lancia dunque un appello per cercare cento sostenitori. Chi vuole aderire scriva a [email protected].

Condividi:

Comments Closed

Comments are closed. You will not be able to post a comment in this post.