Metalmeccanici in Lombardia: 50mila in cassa, 4mila licenziati

Redazione di Operai Contro, sono un operaio metalmeccanico di Brescia. Sono d’accordo con la proposta che avete fatto delle assemblee operaie. Riporto alcuni dati relativi unicamente agli operai metalmeccanici in Lombardia “Nel secondo semestre del 2013 l’osservatorio sindacale Fim Cisl ne ha contati 50.118, tra cig ordinaria, straordinaria, in deroga e contratti di solidarietà (questi ultimi hanno però preservato novemila posti). Bisogna poi aggiungere i 4.091 in mobilità, per un totale di 2.270 aziende in crisi. L’unico dato in calo rispetto al primo semestre del 2013 e al 2012 è quello della cassa integrazione ordinaria (cigo), che negli ultimi sei mesi è diminuita del 23,95% rispetto […]
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Redazione di Operai Contro,

sono un operaio metalmeccanico di Brescia.

Sono d’accordo con la proposta che avete fatto delle assemblee operaie.

Riporto alcuni dati relativi unicamente agli operai metalmeccanici in Lombardia

“Nel secondo semestre del 2013 l’osservatorio sindacale Fim Cisl ne ha contati 50.118, tra cig ordinaria, straordinaria, in deroga e contratti di solidarietà (questi ultimi hanno però preservato novemila posti). Bisogna poi aggiungere i 4.091 in mobilità, per un totale di 2.270 aziende in crisi. L’unico dato in calo rispetto al primo semestre del 2013 e al 2012 è quello della cassa integrazione ordinaria (cigo), che negli ultimi sei mesi è diminuita del 23,95% rispetto al periodo precedente.

Ma non è in assoluto una buona notizia perché, come osserva il segretario generale di Fim Cisl Lombardia, Nicola Alberta, «la cigo viene spesso usata prima di interventi più drastici», dunque un minor ricorso potrebbe essere legato all’aumento della cassa straordinaria (cigs, +9,92% rispetto al 2012) e della mobilità (+12,21%). Dietro l’incremento della cigs c’è anche il crescente numero di piccole aziende che navigano in cattive acque.

È la flotta di fornitori e subfornitori spazzati dallo tsunami che ha colpito le ammiraglie di settori come l’elettrodomestico, la componentistica auto, informatica e telecomunicazioni. «Si salvano le manifattura ad alta qualità tecnologica e chi ha importanti quote di export», precisa Alberta. A livello geografico invece, Brescia è la provincia più in sofferenza, seguita da Milano, Bergamo e dalla Brianza. In particolare, per salvare la Silicon valley lombarda,”
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