Crollo a Matera Due i sopralluoghi e controlli ma fatti da chi e come?

Redazione di Operai Contro, vi invio un articolo della gazzetta del mezzogiorno. Facciamola finita con la casualità e l’imprevedibile. Oltre lo stato le amministrazioni sono degli assassini di EMILIO OLIVA MATERA – È stato recuperato l’altra notte, intorno alle 2.30, il corpo di Antonella Favale, 31 anni, di Policoro, l’unica vittima del crollo di una palazzina di tre piani in vico Piave, una zona a ridosso dei Sassi. Era incastrato sotto due travi, una delle quali le imprigionava le caviglie. La donna, che lavorava a Matera in un Centro diurno per disabili mentali, sarebbe morta sul colpo. La salma […]
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Redazione di Operai Contro,

vi invio un articolo della gazzetta del mezzogiorno.

Facciamola finita con la casualità e l’imprevedibile.

Oltre lo stato le amministrazioni sono degli assassini

di EMILIO OLIVA

MATERA – È stato recuperato l’altra notte, intorno alle 2.30, il corpo di Antonella Favale, 31 anni, di Policoro, l’unica vittima del crollo di una palazzina di tre piani in vico Piave, una zona a ridosso dei Sassi. Era incastrato sotto due travi, una delle quali le imprigionava le caviglie. La donna, che lavorava a Matera in un Centro diurno per disabili mentali, sarebbe morta sul colpo. La salma è stata raccolta in una bara e trasferita all’obitorio del cimitero comunale. Alla scena hanno assistito la madre e la sorella.

I lavori di rimozione delle macerie e della messa in sicurezza della zona sono proseguiti senza interruzione. Tra lutto e rabbia la città segue gli sviluppi della vicenda, in attesa che vengano individuate le responsabilità di una tragedia evitabile. Ieri mattina un perito incaricato dalla Procura, l’ingegnere Michele Colella, ha compiuto un sopralluogo insieme a tecnici comunali, Vigili del fuoco e Carabinieri. La magistratura, che ha aperto una inchiesta per omicidio colposo, ha anche acquisito i documenti dei tecnici del Comune e dei Vigili del fuoco, dopo i sopralluoghi effettuati sul posto, e dei periti nominati dai condomini che avevano più volte segnalato la presenza di crepe nelle loro abitazioni. Le addebitavano ai lavori in corso per l’apertura di un ristorante, al pianterreno, che avevano interessato anche muri portanti.

I Vigili del fuoco, in particolare, erano intervenuti due volte. Il primo sopralluogo risale invece al 15 dicembre. «Al termine – spiega il comandante provinciale, Eugenio Barisano – abbiamo fatto una relazione dettagliata, in quanto abbiamo indicato che non c’era un preoccupante quadro fessurativo, ma abbiamo anche indicato alcuni adempimenti tecnici da eseguire ». Il secondo sopralluogo, richiesto da un condomino dello stabile, avvenne il 7 gennaio. «Non abbiamo potuto verificare tutto l’edificio –precisa Barisano – perché i locali al pianterreno erano chiusi e perché in molti appartamenti non c’era nessuno. Comunque, dai nostri segni abbiamo verificato che il quadro non era cambiato rispetto al primo sopralluogo e abbiamo inviato nuovamente la relazione al Comune facendo riferimento a quella dettagliata del 15 dicembre con le relative prescrizioni».

Ad agosto l’Ufficio tecnico comunale sarebbe già intervenuto giudicando carente la documentazione inerente al progetto. Nel mese di dicembre i lavori, avviati all’interno, sarebbero stati sospesi. I condomini sarebbero stati invitati anche a nominare un perito di fiducia. Ma è tutto nella debolezza, nella sconnessione o nell’inosservanza di questi interventi e provvedimenti che è da ricercare la responsabilità di quanto accaduto. Una parte della verità è nelle carte acquisite dalla Procura. Un’altra tra le macerie della palazzina. Due facce di una realtà avvolta da zone d’ombra nelle quali potrebbero nascondersi paurose sottovalutazioni, fughe di responsabilità, inconcepibili ritardi, ambigue rassicurazioni.

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