IL NUOVO FASCISMO GIAPPONESE A FUKUSHIMA

http://perlalottacontinua.iobloggo.com/277/il-nuovo-fascismo-giapponese-a-fukushima Redazione di Operai Contro, A seguire, la traduzione dell’articolo del giornalista e scrittore “verde” Harvey Wassermann apparso sulle pagine del sito di controinformazione americano Counterpunch, utile piattaforma di informazione ed approfondimento che vanta collaborazioni, tra gli altri, anche di Noam Chomsky. Il titolo, originale tradotto, si riferisce alla gestione del governo giapponese di Shinzo Abe sempre più militarista (vedasi, uno su tutte, il caso che tuttora tiene banco delle isole Senkaku o Diaoyu in lingua cinese) ed autoritaria che sta incidendo anche sul caso della gestione del disastro della centrale nucleare di Fukushima. Nella gestione della compagnia TEPCO aleggiano spettri di […]
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http://perlalottacontinua.iobloggo.com/277/il-nuovo-fascismo-giapponese-a-fukushima

Redazione di Operai Contro,
A seguire, la traduzione dell’articolo del giornalista e scrittore “verde” Harvey Wassermann apparso sulle pagine del sito di controinformazione americano 
Counterpunch, utile piattaforma di informazione ed approfondimento che vanta collaborazioni, tra gli altri, anche di Noam Chomsky.

Il titolo, originale tradotto, si riferisce alla gestione del governo giapponese di Shinzo Abe sempre più militarista (vedasi, uno su tutte, il caso che tuttora tiene banco delle isole Senkaku o Diaoyu in lingua cinese) ed autoritaria che sta incidendo anche sul caso della gestione del disastro della centrale nucleare di Fukushima. Nella gestione della compagnia TEPCO aleggiano spettri di infiltrazioni mafiose, riduzione di dipendenti e di salario oltre allo stop al monitoraggio delle radiazioni. I cui danni sono sempre più evidenti anche al di fuori dell’isola raggiungendo gli Stati Uniti.

Stante l’enorme portata del rischio di contaminazioni ed inquinamento radioattivo (peraltro già registrato) sarebbe bene che oltre a togliere la gestione ad un ente dimostratosi gravemente carente e disorganizzato, si procedesse ad un piano di intervento internazionale condotto dai migliori scienziati del pianeta. (Mattia)

 


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Fukushima continua a vomitare radiazioni. Le quantità appaiono in aumento, così come l’impatto provocato. Il sito è stato infiltrato dalla criminalità organizzata. Ci sono orribili segnali del disastro ecologico provenienti dall’Oceano Pacifico e dei danni alla salute umana dagli Stati Uniti.

Ma una nuova legge sul segreto di Stato (State Secrets Acts) punisce chi ne parla con la prigione sino a 10 anni.

Taro Yamamoto, un legislatore giapponese, ha affermato che la legge “rappresenta un colpo di Stato” che conduce “alla rinascita di uno Stato fascista”. Il potente quotidiano nipponico Asahi Shimbun la paragona alle leggi contro la cospirazione in vigore durante il regime autoritario giapponese alle prese con la conquista di Pearl Harbor, ed avverte che potrebbe segnare la fine del giornalismo indipendente su Fukushima.

Il primo ministro Shinzo Abe ha guidato il Giappone in una direzione sempre più militarista. Le tensioni sono aumentate con la Cina. Manifestazioni di massa sono state represse con l’etichetta di “tradimento”. Ma è Fukushima l’ago della bilancia nella nazione e sul mondo intero.


La Tokyo Electric Power ha iniziato le manovre di spostamento verso terra delle barre di combustibile sospese in aria presso l’Unità Quattro pesantemente danneggiata dal terremoto-tsunami. Il primo blocco rimosso potrebbe contenere barre inutilizzate; il secondo potrebbe averne di altamente radioattive.

Ma TEPCO ha stretto il giro di vite sulla copertura mediatica dell’operazione, lamentandosi delle riprese video effettuate da elicotteri. In base allo State Secrets Acts, il governo può censurare e fare arrestare tutti i giornalisti ed i mezzi di informazione indipendenti attivi a Fukushima, gettando un velo di oscurità su una minaccia che riguarda l’intero pianeta.

A detta di tutti gli esperti, qualsiasi operazione di bonifica durerà interi decenni. La città di Fairfax in California ha chiesto un cambio di gestione in senso globale per Fukushima. Oltre 150.000 persone hanno avanzato tale proposta alle Nazioni Unite.


Come ogni società privata, TEPCO è orientata a ridurre i costi, tagliare i salari e rendere la bonifica dell’area un immenso centro di profitto. E per farlo ha innumerevoli opportunità: la piscina del combustibile presso l’Unità Quattro pone enormi pericoli che potrebbero richiedere anni per essere risolti, così come le tre altre. L’intero complesso industriale è disseminato di migliaia di barre altamente radioattive ed altri materiali il cui potenziale inquinante è migliaia di volte più grande di quello innescato dalla bomba atomica di Hiroshima del 1945.

Subito dopo l’incidente, TEPCO ha ridotto la forza-lavoro nella centrale. Nel frattempo, ha parzialmente riassorbito i licenziamenti, tagliando però i salari. Subappalti poco limpidi hanno portato all’interno centinaia di operai non addestrati a lavori in simili condizioni ed ambienti. L’agenzia di stampa Reuters afferma che il sito è pesantemente infiltrato dalla criminalità organizzata, aumentando l’ipotesi del rischio di sottrazione di materiale per la creazione di ordigni bellici ed altro ancora.


Migliaia di tonnellate di acqua contaminata sono stipate in vasche danneggiate, costruite da operai precari che ne denunciano la qualità scadente: collasserebbero sicuramente in caso di un nuovo terremoto. TEPCO sostiene che basterebbe comunque scaricare l’acqua in eccesso nell’Oceano Pacifico. L’esperto nucleare Arjun Makhijani aveva a suo tempo suggerito di conservare i liquidi inquinati in megapetroliere in attesa di poter essere trattata, ma il suggerimento è stato ignorato.

Centinaia di tonnellate d’acqua scorrono ogni giorno dalle montagne, attraversando il sito e finendo nel Pacifico. L’ingegnere nucleare Arnie Gundersen ha richiesto tempo fa a TEPCO di scavare una diga contenente materiale assorbente per deviare il flusso. Ma gli è stato risposto che per quel progetto sarebbe stato necessario troppo denaro. Ora TEPCO vuole installare una parete di ghiaccio, ma tale opera non può essere costruita in meno di due anni; non è chiaro da dove avrebbero preso l’energia per mantenere l’acqua allo stato solido, nè vi sono certezze che il piano potrebbe funzionare.

Nel frattempo, le radiazioni stanno raggiungendo livelli record sia nell’aria che nell’acqua. Il fallout è già stato rilevato al largo delle coste dell’Alaska: essa si estenderà  dalla costa occidentale del Canada e degli Stati Uniti sino al Messico settentrionale entro la fine del 2014. Sono già state segnalate sparizioni di massa di cuccioli di leoni marini, sardine, salmoni, orche ed altri esemplari della fauna marina, oltre ad una disintegrazione di massa di stelle marine. Un marinaio ha documentato un’enorme “zona morta” ad oltre 3000 chilometri da Fukushima; impatti sulla salute umana sono già stati riscontrati in California e nelle zone attigue.


Senza un intervento globale, gli isotopi continueranno a sversarsi nella biosfera per decenni a venire. L’unica fonte energetica per la città proviene ora da un mulino a vento installato recentemente in mare aperto. Nel mezzo di un disastro che non è in grado di gestire, il governo giapponese sta spingendo affinchè vengano riaccesi i 50 reattori spenti dopo l’incidente: Abe vuole evitare ricadute su una popolazione terrorizzata e sulle Olimpiadi in programma nel 2020 a Tokyo in un’area colma di zone segnalate come radioattive: una telecamera nel sito sportivo di Tokyo ha già smesso di funzionare. Inoltre sembrano sospese le rilevazioni di inquinamento fornite dal servizio aereo di un elicottero.

Un anno fa un professore giapponese è stato arrestato e detenuto per 20 giorni, senza alcun processo, per essersi espresso contro l’incenerimento di rifiuti radioattivi a cielo aperto. Ora i primo ministro Abe può fare molto peggio. Il quotidiano Times of India ha reso noto che per i giapponesi lo State Secrets Acts è altamente impopolare, facendo cadere anche il gradimento del leader nei sondaggi. Ma la nuova legge può rendere la democrazia una reliquia dell’epoca pre-Fukushima.

Questa legge è il segno malato di un regime nucleare che intende controllare ed amministrare tutte le conoscenze su una catastrofe letale e globale, incessantemente in ascesa.



Harvey Wassermann è amministratore di www.nukefree.org ed ha pubblicato “Solartopia! Our Green-Powered Earth”. Con il sitomoveon.org lui ed altri hanno presentato petizioni alle Nazioni Unite con oltre 150.000 firme per richiedere una conduzione globale nella gestione del sito di Fukushima. Questo articolo è stato pubblicato anche su ecowatch.com

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