Lavoro, lavoro, lavoro …

Redazione di operai contro, Il Capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe De Giorgi, ha trovato la soluzione al problema della disoccupazione italiana. Nei cantieri navali di Castellamare di Stabia, settimana scorsa, ha illustrato le richieste presentate già da un anno al Parlamento affinché “arresti l’emorragia di navi in atto”. “Occorre subito un investimento di 10 miliardi per costruire 25 navi in 10 anni, in velocità, anche perché – ha spiegato l’ ammiraglio De Giorgi – ordinare tutti insieme motori e componenti consentirà di abbattere i costi”. Ai parlamentari ha anche fatto due conti. Si attiverebbero 25mila posti […]
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Redazione di operai contro,

Il Capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe De Giorgi, ha trovato la soluzione al problema della disoccupazione italiana. Nei cantieri navali di Castellamare di Stabia, settimana scorsa, ha illustrato le richieste presentate già da un anno al Parlamento affinché “arresti l’emorragia di navi in atto”. “Occorre subito un investimento di 10 miliardi per costruire 25 navi in 10 anni, in velocità, anche perché – ha spiegato l’ ammiraglio De Giorgi – ordinare tutti insieme motori e componenti consentirà di abbattere i costi”.

Ai parlamentari ha anche fatto due conti. Si attiverebbero 25mila posti di lavoro, con 5 miliardi di ritorno fiscale tra tasse e contributi ed il mancato ricorso alla cassa integrazione per 10mila unità, che comporterebbe un risparmio di 4,2 miliardi in 10 anni.

Un ragionamento che non fa una grinza, che tiene anche conto delle difficoltà di bilancio dello Stato, siamo certi che le commissioni parlamentari ed il governo apprezzeranno. Lo Stato ci mette 10 miliardi, ne ricava 5, ma ne risparmia 4,2: con soli 800 milioni netti, distribuiti tra l’altro in 10 anni, la marina italiana si dota di 25 moderne nuove navi. Certo sono potenti armi di distruzione, navi da guerra, mica pescherecci. Ma con la crisi in corso, viste le difficoltà a costruire navi civili … vuoi sputare sopra a 25mila posti di LAVORO per pacifismo?

Dal punto di vista degli azionisti della Fincantieri costruire navi da crociera o da guerra non fa differenza, basta che lo stato paghi, il profitto è garantito. Vuoi che non siano contenti di dare LAVORO a 25mila operai?

Dal punto di vista dei sindacati sai la felicità? Non dovere impazzire in estenuanti nottate di trattative per strappare cassintegrazione e mobilità per 10 mila posti di LAVORO?

Qualcosa però non ci torna in questo giro di denaro ad apparente costo zero. Le tasse, i primi 5 miliardi, sarebbe denaro che esce e rientra dalle casse dello stato, che senso ha? Tutte le società umane hanno dedicato e dedicano parte della ricchezza prodotta ai consumi collettivi che variano per grado di civiltà raggiunta. Magazzini comuni per derrate alimentari, scuole, ospedali, possono richiedere un lavoro collettivo, nella società odierna possono essere a carico dello Stato e passare attraverso la tassazione. In ogni caso è lavoro sociale per avere beni utili alla vita collettiva o ai bisogni dei singoli in quanto membri della società.

Qui invece viene impiegato lavoro nel produrre beni che più che essere improduttivi sono distruttivi. E a parte il piacere dell’ammiraglio di solcare i mari con tali gingilli da guerra, alla società cosa ne viene?

Veniamo adesso agli altri 4,2 miliardi di euro, quelli del mancato ricorso alla CI. Nella crisi si è al paradosso che invece di vivere del lavoro dei suoi schiavi la società si trova a doverli mantenere, nella miseria di un sussidio ma inoperosi. Ecco allora la soluzione: già che li manteniamo facciamoli lavorare nei “cantieri italiani” per produrre navi da guerra per la “nostra” marina. Dall’impiegare i disoccupati per fare buche e ricoprirle alla “soluzione” di impiegarli per costruire armi, è stato un semplice passaggio.

Ecco la “soluzione” alla crisi che la richiesta di LAVORO a tutti i costi può velocemente portare. Aggiungete una buona dose di nazionalismo, bandiere italiane in cui riconoscersi, infine la necessità che le navi proteggano gli interessi italiani nel mondo e avrete il cocktail esplosivo finale. Lo stesso discorso allargato ad altri Stati Maggiori, ad altri paesi, e per i disoccupati dopo avergli fatto scavare le buche li si potrà anche seppellire.

 

Roberto

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