L ‘ETERNA LOTTA DEL VIVERE QUOTIDIANO.

Cara redazione, sono una vostra nuova lettrice, ho scoperto il vostro giornale per caso, alcuni mesi fa , e da allora sono un’assidua visitatrice del sito. Sono un’insegnante precaria, prendendo spunto da alcune frasi di un articolo letto “…..della scuola non né parla più nessuno, con tutti i problemi che ci sono figuriamoci se i giornalisti si occupano di scuola dove “ I giochi sono fatti”……Ma dietro questi numeri ci sono storie di persone, famiglie con figli che sono rimaste senza impiego e stentano ad andare avanti. Nell’indifferenza generale. Anche perché, contemporaneamente all’attuazione della riforma, si sono moltiplicati i […]
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Cara redazione, sono una vostra nuova lettrice, ho scoperto il vostro giornale per caso, alcuni mesi fa , e da allora sono un’assidua visitatrice del sito. Sono un’insegnante precaria, prendendo spunto da alcune frasi di un articolo letto “…..della scuola non né parla più nessuno, con tutti i problemi che ci sono figuriamoci se i giornalisti si occupano di scuola dove “ I giochi sono fatti”…Ma dietro questi numeri ci sono storie di persone, famiglie con figli che sono rimaste senza impiego e stentano ad andare avanti. Nell’indifferenza generale. Anche perché, contemporaneamente all’attuazione della riforma, si sono moltiplicati i concorsi, i corsi abilitanti, e si è ampliata enormemente la base precaria. Migliaia di persone sospese, un’assurda guerra tra poveri che predispone all’individualismo.Ho sentito la necessità di manifestare la mia opinione o meglio esprimere la mia amarezza proprio perché queste parole descrivono in linee generali la condizione che sto vivendo. Ho quasi dieci anni di università alle spalle, tra laurea dottorato e corso biennale di specializzazione, senza contare altri anni di insegnamento in scuole private. Tutto lavoro svolto senza retribuzioni o quasi. Non solo! Secondo le norme vigenti, il dottorato che ho svolto senza borsa e con enormi sacrifici, perché proprio in quegli anni mi separai, non dà diritto ai contributi, quindi tre anni di consistente lavoro persi ai fini pensionistici. Ma al danno si aggiunge la beffa! Questi anni, che mi hanno dato una ulteriore competenza, valgono solo 12 punti, e questa è solo la prima delle delusioni. Dopo il corso abilitante, altri sacrifici, e a parte l’insegnamento nelle scuole private nulla si prospetta all’orizzonte. Finalmente dopo qualche anno ho avuto le prime supplenze brevi alle scuole statali, ma oggi mi ritrovo disoccupata!

Ho cercato altrove ma mi è stato detto che sono troppo titolata per lavorare nei supermercati. Come si può vivere lavorando solo pochi mesi l’anno? Gli enormi tagli alla scuola sono noti a tutti ….tanti ne parlano ma sono poche le persone che cercano di operare concretamente o hanno una visione effettivamente chiara, la moltitudine è disinteressata forse perché sta bene quindi non pensa alle conseguenze a breve e lungo termine o perché non si rende conto della gravità della situazione, (nelle classi pollaio ad esempio, senza contare i fattori igienici, quanto tempo ci metterebbero ad evacuare 37 persone e non 25?). Con la nuova riforma dovevano essere aumentate le ore di scienze, ma nei fatti sono diminuite anche quelle delle materie letterarie, così i numerosi docenti competenti inseriti nelle graduatorie sono stati penalizzati all’ennesima potenza. Per svolgere l’intero programma, effettuare verifiche scritte e orali e visitare un laboratorio (uso il termine visitare perché le esperienze di laboratorio sono un sogno) si hanno solo due ore settimanali. E il potenziamento dell’area scientifica dov’è finito? Eppure dovremmo sapere che con la scuola si gioca il futuro del nostro paese.

A scuola i nostri figli passano buona parte del loro tempo, quindi, dopo la famiglia, essa rappresenta l’ambiente formativo più importante. Forse sono io a non aver capito bene! In questa situazione di confusione si palesa quell’”individualismo” di cui parla l’articolo citato. Chi è arrivato al ruolo o è ben sistemato altrove non si rende conto che bisogna essere pacificamente compatti e chiedere di aver garantiti quelli che sono i nostri diritti, istruzione, assistenza sanitaria e lavoro? Ora mi chiedo come si ci potrebbe sentire quando, appena svegli la mattina, non si sa come dividere le monete nel portafogli? Come si ci dovrebbe sentire quando vedi i tuoi figli con la maglietta più corta e si deve per forza maggiore rimandare il necessario acquisto al mese successivo? Per avanzare in graduatoria sono necessari punti che si acquisiscono anche con i vari corsi abilitanti… che costano tanto .. come si fa a trovare i soldi se a stento si riesce a comprare il pane giornalmente? Lo possono fare solo coloro che hanno i “mezzi”. Quindi chi ha il portafogli più corposo va sempre più avanti di chi ha le tasche vuote ma ha le stesse capacità, se non di più. Tempo fa uno dei miei figli lesse sul suo libro “l’Italia è una repubblica democratica basata sul lavoro”, poi guardandomi mi ha chiesto se l’autore non avesse sbagliato. Signori voi cosa avreste risposto? Se non si può ancora lavorare in maniera stabile, e mi riferisco in modo particolare alla fascia compresa tra i 35 e i 50 anni, che pensione avremo se l’avremo? Questo è il mio sfogo, questa è la mia amarezza, la stessa di un gran numero di precari e disoccupati, che non hanno bisogno di compassione da nessuno, ce n’è fin troppa di ipocrisia e falso buonismo, desidero solo aver garantito per i miei figli, e per tutti, una vita dignitosa e un futuro certo e pieno di opportunità.

UNA PRECARIA DELLA SCUOLA

 

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2 Comments

  1. Sempar

    Cara precaria, cercherò di stare sul concreto ed immediatamente attuabile. Ti ricordi il boicottaggio da parte del sindacalismo di base dei famigerati test INVALSI della Gelmini, per il quale sono partite denunce ANCHE DALLA CGIL SCUOLA?!
    Ora, non sarebbe il caso di boicottare ANCHE I SINDACATI all’interno della scuola?!? E’ possibile che ci si muova solo quando si ri-comincia a raschiare il fondo del barile?? COBAS compresi, ovviamente. Per di più, già non servono a un cazzo in fabbrica e in cantiere…MA A SCUOLA CHE COSA STANNO ANCORA A FARE? Siete avanguardie in fatto di preparazione, donate l’istruzione a generazioni e generazioni di figli di Operaie ed Operai…NON SAREBBE IL CASO DI PARLARE DI AUTO-ORGANIZZAZIONE, DALLA FIRMA DEL CONTRATTO NAZIONALE E RINNOVI VARI SINO ALLE AZIONI QUOTIDIANE?
    Siete perfettamente in grado di farlo senza ridicoli sindacati e sindacatini che proclamano 4-6 ore di sciopero all’anno. Cara precaria, la riconquista dell’Istruzione (con la I maiuscola) passa proprio dalla vostra presa di coscienza dell’importante ruolo che avete, e tu dimostri di averlo. Quanti altri come te? Unitevi per sterminare i sindacati. IL TAVOLO, AMMESSO CHE LO VOGLIATE, LO DOVETE CONDURRE VOI, DAL PRESIDE FINO AL MINISTERO.
    Saluti Operai da Pavia

  2. piero

    Verrebbe da dire, finalmente la voce di una precaria della scuola! Ma dove siete finiti, possibile che non vi rendete conto che vi stanno tagliando l’erba da sotto i piedi? I tagli alla scuola ancora non sono finiti, ci si appoggia sulla scarsa reattività dei lavoratori scolastici, ma ancora non si è concluso il progetto portato avanti da lor signori. Cosa ha voluto dire l’attuale ministro lanciando la proposta di ridurri gli anni delle superiori a quattro anni? La strategia é chiara, sondare il terreno per calare, tempo debito, una nuova “riforma” con lo scopo di ridurre ulteriormente il personale impiegato. Probabilmente si sta progettando tutto per evitare, o ridurre, il turn-over pensinistico previsto tra alcuni anni. Bisogna stare in campana.
    Purtroppo il mondo della scuola è affetto da un profondo individualsmo, coltivato con metodo negli ultimi tempi, con tutte le strategie possibili. Ma io lancio un’ appello, precari uscite allo scoperto, vi stanno rompendo le ossa. Senza delegare niente a nesssuno.
    Vorrei fare anche delle considerazione della, bella, lettera. Quando su questo telematico fa irruzione la amara quotidianità di chi, non per scelta o incapacità, si trova combattere con i propri problemi, vuol dire che si sta fecendo un buon lavoro. Per tanti motivi. Perchè il Partito Operaio va costruito opria dal basso, intercettando la rabbia di chi si sente violato nella propria dignità. Come ti senti tu in questo momento, cara precaria.