Silvan e la legge di stabilità

  Egregio Direttore L’ultima versione (lungi dall’essere definitiva) della legge di stabilità, è un bel rompicapo anche per il mago Silvan. Dicono che non ci sarà più il taglio di 4,1 miliardi alla Sanità, ma non dicono dove taglieranno i 3,1 miliardi di spesa. Il governo Letta ha tempo fino al 31 dicembre per la stesura definitiva, alternando campagne di imbonimento, e inserimento di altre stangate. Poi ci sono le promesse, tipo: entro il 2016 le imposte caleranno di 1 punto. Anche gli euro che entrerebbero in busta paga, oltre che essere pochissimi, verrebbero assorbiti dai rinnovi contrattuali, indicizzati […]
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Egregio Direttore

L’ultima versione (lungi dall’essere definitiva) della legge di stabilità, è un bel rompicapo anche per il mago Silvan. Dicono che non ci sarà più il taglio di 4,1 miliardi alla Sanità, ma non dicono dove taglieranno i 3,1 miliardi di spesa. Il governo Letta ha tempo fino al 31 dicembre per la stesura definitiva, alternando campagne di imbonimento, e inserimento di altre stangate.

Poi ci sono le promesse, tipo: entro il 2016 le imposte caleranno di 1 punto. Anche gli euro che entrerebbero in busta paga, oltre che essere pochissimi, verrebbero assorbiti dai rinnovi contrattuali, indicizzati ad una inflazione addomesticata.

La Trise al posto di Imu e Tares, costerà 366 euro a famiglia. Per Letta e soci dovremmo gioire.

Una stangata e un rinvio, una favoletta e un goccio di vasellina, e poi da capo. Avanti così fino al botto finale di capodanno, data entro la quale la legge di stabilità dovrà essere approvata.

Raccogliamo il grido di Rivolte al Sud, la lettera inviata alla Cgil da un operaio della Bridgestone di Bari, trasformiamo questo appello in: rivolte ovunque contro gli affamatori.

Saluti da un lettore

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