CONTRIBUTO PER IL DIBATTITO
FIAT TERMINI IMERESE, IRISBUS, ILVA, BRIDGESTONE, NATUZZI, TERIM, MERLONI. Mi fermo qui perché ci vorrebbero migliaia di pagine per elencare tutte le fabbriche che stanno licenziando o chiudono con accordi sottoscritti da sindacati asserviti. In quelle che non chiudono i padroni impongono ritmi insostenibili, salari da fame e si deve anche accettare il rischio di poter morire o rimanere invalidi per tutta la vita. I sindacati si sono schierati con i padroni e accettano tutto questo con la speranza che questa crisi prima o poi finirà. I mass-media, asserviti, scrivono sulle diverse posizioni assunte dai sindacati: chi si è schierato apertamente con i padroni e chi fa il muso duro. La Fiom di Landini fa parte di quelli che a parole mostrano i muscoli e nei fatti si comportano come tutti gli altri. FIAT DI TERMINI IMERESE: si sapeva da più di un anno che il braccio armato degli AGNELLI, MARCHIONNE, AVEVA DECISO DI CHIUDERLA, nonostante ciò gli operai hanno continuato a lavorare e i sindacati, FIOM COMPRESA, non hanno fatto niente per bloccare i progetti FIAT. IRISBUS: i sindacati, compresa la FIOM, firmano per la chiusura della fabbrica, perché la FIAT si era impegnata a ritirare 10 denunce fatte contro gli operai in lotta, il risultato è stato che le denunce sono triplicate: ne sono arrivate 31 e la fabbrica è rimasta chiusa, 750 operai senza stipendio in un territorio dove c’è una disoccupazione che sfiora il 100 per 100. TERIM: dopo la chiusura della fabbrica di Soliera chiude la fabbrica di Baggiovara, rimane in produzione la fabbrica di Rubiera, con una forte riduzione di operai mascherata da dimissione volontarie; la produzione riprenderà nel 2014 con operai assunti con contratti di solidarietà. La FIOM, LA RETE 28 APRILE, SINISTRATI DELLA FIOM E FALCEMARTELLO PARLANO DI VITTORIA. Negli anni passati i tradimenti che hanno spianato la strada alla situazione attuale non si contano: contratti a perdere, il tradimento da parte del PCI E DEI SINDACATI A DANNO DEGLI OPERAI FIAT DI TORINO NEGLI ANNI 80, LA TRISTE E FAMOSA SVOLTA DELL’ EUR DI LUCIANO LAMA: QUESTI SONO SOLI ALCUNI DEI TANTI TRADIMENTI CHE GLI OPERAI HANNO SUBITO A CAUSA DELLA COMPLICITA TRA PADRONI SINDACATI E POLITICANTI. Operai, questa crisi storica del sistema capitalista, ci sta massacrando, siamo arrivati al livello degli schiavi: chi si illude che prima o poi finirà è un ingenuo; a confermare che questa crisi ancora non ha mostrato tutto il suo volto dirompente, basta guardare come i padroni hanno risolto le crisi storiche del passato: dopo un lungo periodo dove aumentava la miseria e la disoccupazione le hanno risolte con la prima e la seconda guerra mondiale. Operai, la crisi è insita nel sistema capitalista che si basa sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Il capitalismo che ci sta facendo vivere la barbarie della miseria e dei licenziamenti, si sta preparando a farci vivere ancora la barbarie della guerra militare, per poi ripartire con forza ad accumulare profitto sulla nostra pelle. Solo gli operai possono invertire questa tendenza. Operai basta lamentarsi, i nostri lamenti non fanno e non faranno breccia nella “ malarazza” dei padroni, i padroni sono sensibili solo al profitto, produrre caramelle o qualsiasi altra merce per loro è lo stesso. Operai, se ci uniamo abbiamo la forza per liberarci dalla schiavitù del lavoro salariato. OPERAI CONTRO e gli operai che aderiscono all’ASLO stanno svolgendo un ruolo essenziale per unire gli operai: il giornale mette in contatto gli operai che lottano ( è questo e il compito che compete a un giornale comunista), i compagni dell’ASLO lottano e si organizzano nelle fabbriche. Lo sforzo dei compagni di OPERAI CONTRO E QUELLO DELL’ASLO NON E’ SUFFICIENTE: questi compagni hanno aperto un dibattito per la costruzione di un partito operaio, indicando cosi l’unica strada da seguire per spezzare le catene della schiavitù con cui padroni, politicanti e sindacati asserviti vogliono legarci. Per me non e sufficiente che le realtà di lotta segnalino al giornale che ci sono operai che lottano contro i licenziamenti, i ritmi infernali e i salari da fame. Queste realtà devono fare propria la proposta di OPERAI CONTRO e dell’ASLO e aprire tra gli operai il dibattito sulla organizzazione indipendente degli operai, firmare gli articoli che si mandano al giornale come ASLO. Questo modo di agire è fondamentale per aprire il dibattito sul partito. Sono un ingenuo? Lo so bene che 100, 1000 articoli firmati non costituiscono il PARTITO OPERAIO, ma potrebbe dare a i compagni la possibilità di valutare il livello del dibattito sul partito. Quando scrivo di “ aprire il dibattito” è perché non accetto il comportamento di chi dice che “ il partito COMUNISTA DEGLI OPERAI C’E’ GIA’, BISOGNA SOLO ADERIRE”. Di partitini, calati dall’alto, ce ne sono a migliaia. Noi dobbiamo costruire un PARTITO CHE COINVOLGA GLI OPERAI. SOLO UN PARTITO CHE NASCE DAGLI OPERAI PUO’ AFFRONTARE L’ATTACCO CHE PADRONI, GOVERNI DI DX E SX, CON LA COMPLICITA’ DEI SINDACATI DI REGIME STANNO PORTANDO AVANTI CONTRO GLI OPERAI. SIAMO L’UNICA CLASSE ABITUATA ALLA LOTTA E QUELLA CHE DOBIAMO COMBATTERE CONTRO I PADRONI NON SARA’ UN PRANZO DI GALA , RICHIEDE SACRIFICI E DETERMINAZIONE. OPERAI, UNIAMOCI E IL RISULTATO FINALE DI QUESTO SCONTRO INEVITABILE TRA SFRUTTATI E SFRUTTATORI, AVRA’ COME SBOCCO FINALE LA LIBERAZIONE DEGLI OPERAI DALLA SCHIAVITU’ DEL LAVORO SALARIATO. OPERAI LIBERIAMOCI DALLA “ MALARAZZA” DEI PADRONI. NON LAMENTIAMOCI MA LOTTIAMO!
ANTONIO
Caro Antonio dici delle verità sacrosante ,ma i cosiddetti paritini o movimenti che si richiamano al partito di classe al momento sono divisi, e difendono gli interessi di bottega,non hanno ancora fatto i conti su cosa è stato lo Stalinismo ,il Trotcksismo ,è il Maoismo ,forse occorrerebbe indire una conferenza internazionale per far chiarezza sui punti che accumunano questi partiti e cercare di muoversi su un piano politico immediato su ciò che si condivide senza la presunzione di essere i primi della classe ,secondo me è un suggerimento da non sottovalutare.