RIVOLTA IN TURCHIA

MO, Turchia, rivolte, militari, curdi Asia Times  130603 La base economica della “primavera turca” David P. Goldman –       Al 2 giugno decine di migliaia di oppositori al regime turco di Erdogan hanno il controllo del centro di Istanbul, e la polizia si è ritirata. La rabbia dei manifestanti è contro la strisciante dittatura di Erdogan, con la graduale imposizione della legge islamica, l’incarcerazione di centinaia di oppositori e l’acquisizione di un enorme potere economico in monopoli corrotti controllati dal partito di Erdogan. o   Erdogan ha ammassato una enorme fortuna personale, con la corruzione e le commissioni sulla vendita di […]
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MO, Turchia, rivolte, militari, curdi

Asia Times  130603

La base economica della “primavera turca”

David P. Goldman

       Al 2 giugno decine di migliaia di oppositori al regime turco di Erdogan hanno il controllo del centro di Istanbul, e la polizia si è ritirata. La rabbia dei manifestanti è contro la strisciante dittatura di Erdogan, con la graduale imposizione della legge islamica, l’incarcerazione di centinaia di oppositori e l’acquisizione di un enorme potere economico in monopoli corrotti controllati dal partito di Erdogan.

o   Erdogan ha ammassato una enorme fortuna personale, con la corruzione e le commissioni sulla vendita di asset turchi e investitori esteri.

       La guerra civile siriana ha acuito le divisioni settarie ed etniche della Turchia:

circa 1/5 dei turchi aderisce alla setta degli alevi, un islam moderato.

o   Gli alevi, che hanno una storia di persecuzione da parte dei sunniti, sono preoccupati per il ruolo assunto da Erdogan di leader dei ribelli sunniti in Siria e a Gaza, dove sostiene Hamas.

       La minoranza curda rappresenta oltre 1/5 della popolazione della Turchia, e il suo tasso di fertilità è di 2-3 volte quella dei turcofoni.

       I sunniti turchi, a cui si rivolge il partito al governo AKP, sono una maggioranza risicata della popolazione, e fra 20 anni saranno una minoranza.

       I due milioni di curdi siriani, a causa della guerra civile, sono divenuti un fattore indipendente con proprie amministrazioni comunali e proprie milizie; temono e non si fidano dei jihadisti arabi che controllano i ribelli.

L’appoggio di Erdogan ai ribelli sunniti siriani irrita i curdi di Turchia. Dato che la sua agenda sunnita fondamentalista non piace alla maggioranza turca, il mandato di Erdogan si basa sul suo successo economico

       Un fattore importante è il disagio economico delle famiglie turche, si parla di “primavera turca”, mentre due anni fa’ il “modello turco” era propagandato come la soluzione ai problemi sociali ed economici degli stati polizieschi del nazionalismo arabo.

       Erdogan on ha guidato un miracolo economico, ma ha creato la solita bolla creditizia da terzo mondo, che ora fa stringere le cinghie ai consumatori turchi, per l’alto peso del debito statale.

       La bolla di Erdogan ricorda quanto avvenuto in Argentina nel 2000 e in Messico nel 1994, con un forte debito estero che ha alimentato bolle di prosperità a breve(credito a basso costo ai consumatori), seguite da svalutazioni e crolli.

o   Il consumo privato sta calando in valori reali. La crescita del PIL è quasi a 0, sostenuto dall’aumento del 20% del consumo statale; il tasso di inflazione è al 7%.

segue:

       Grafico 1: PIL turco, consumo delle famiglie, e consumo del governo (variazione % annuale)

 

segue:

Grafico 2: Occupazione formale, “familiari non retribuiti” e “autonomi”, variazioni % annuali

 

       L’economia turca si basa su esportazioni a bassa-media tecnologia in Europa, paesi arabi e paesi ex Urss.

       È cresciuta divenendo un fornitore a basso costo del lavoro per i produttori manifatturieri europei e per alcuni asiatici,

o   per poi calare  è ridotta con la crisi economica europea, la stagnazione russa e i tumulti nei paesi musulmani suoi partner commerciali.

segue:

Grafico 3: L’enorme credito turco al consumo

 

       Per sostenere la bolla dei consumi, la Turchia ha nutrito un deficit dei conto-correnti che nel 2012 ha raggiunto il 10% del PIL, finanziato con un debito a breve, fornito in gran parte dai paesi sunniti del Golfo, che vedono la Turchia come bastione contro l’Iran. Il debito estero a breve della Turchia sa crescendo del 30% anno ( e del 70% nei primi tre mesi 2013).

       Il debito al consumo è aumentato di quasi 10 volte dal 2006, +40% nel 2012, contro +5% della spesa nominale al consumo; con l’inflazione al 7% la spesa reale è -2%. I consumatori turchi prestano enormi somme per rifinanziare l’interesse dovuto.

       Quando le banche non finanzieranno più il consumo, le famiglie turche dovranno ridurre fortemente il consumo, una previsione che alimenta l’attuale protesta.

       Fattori demografici

       Il tasso di fertilità dei turcofoni è dell’1,5, uguale a quello dell’Europa, e la popolazione turca sta invecchiando quasi altrettanto velocemente di quella iraniana,

o   la previdenza sociale ha un deficit di circa il 5% del PIL.

o   Persistendo il trend demografico attuale, entro una generazione metà degli uomini abili alla leva proverrà da famiglie curde.

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Der Spiegel           130603

Dopo  #occupygezi – Il potere di Erdogan si corrode

Özlem Gezer, Maximilian Popp e Oliver Trenkamp

       Dopo le forti proteste del fine settimana, le maggiori viste da tempo in Turchia, Erdogan ha accusato forze straniere di aizzare le proteste.

       Erdogan rischia di perdere il consenso nelle metropoli e in centri economici, tra cui Istanbul, Antalya e Izmir.

       A Istanbul si dice che i soldati hanno distribuito maschere anti-gas ai manifestanti:

       questo significa che i militari – tradizionalmente  custodi del kemanismo e della Costituzione laica – appoggiano la rivolta;

o   i militari turchi hanno fatto 3 putsch: 1960, 1971 e 1980.

       Erdogan non può essere certo che i soldati non si muovano, che rimangano nelle caserme e non attacchino.

C’è scontro anche all’interno del suo partito l’AKP in particolare il presidente Abdullah Gül ha preso le distanze dalle dichiarazioni di Erdogan;

       La legge sui partiti vieta a Erdogan di ripresentarsi alle prossime elezioni, allora vuole fare come Putin, nel 2014 prendere il posto di presidente, a cui prima intende assegnare molti maggiori poteri, ma non tutti nell’AKP appoggiano questa soluzione.

Erdogan non ha cancellato il suo viaggio di 4 giorni in Nord Africa, Marocco, Tunisia.

——————— DER SPIEGEL   130602

Proteste nelle città tedesche – Migliaia manifestano contro Erdogan

Raduni pacifici di diverse migliaia di manifestanti a Francoforte (3500) e Berlino (600), contro il governo turco e in solidarietà con i dimostranti in Turchia; a Essen diverse migliaia di partecipanti,  9 arresti, giovani con il ritratto di Abdullah Öcalan.

Der Spiegel           130603          

Rotta la tregua – Il PKK e l’esercito turco combattono

Per la prima volta da quando si è ritirato dalla Turchia, dopo la tregua lanciata a marzo dal capo del PKK, Abdullah Öcalan, che è in carcere, il PKK ha sferrato un attacco contro le forze armate turche,

Il trasferimento a maggio circa 2000 guerriglieri del PKK dalla Turchia nel campo dei ribelli nel Nord Irak è considerato cruciale per la fine del conflitto curdo, che dal 1984 ha causato oltre 40 000 vittime.

[R+T]

 

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