italia, nuova strage Giovedì 9 Maggio

Redazione Operai Contro, Una strage, non si può definire in altro modo. L’operaio di 45 anni che resta folgorato; il conducente di un taxi acqueo, 49, che si schianta contro un molo; il contadino, anche lui di 49, schiacciato dal trattore; l’elettricista di 53 che scivola dalla scala, il manovratore, 52, travolto da un vagone; l’artigiano, 55, «imprigionato» dalla pressa. Morti tutti in una giornata – quella drammatica di giovedì 9 maggio – il cui bilancio è da accostare, in una specie di confronto freddo, silenzioso e rispettoso, a quella cifra agghiacciante che fornisce l’Inail ogni 12 mesi. Questa: […]
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Redazione Operai Contro,

Una strage, non si può definire in altro modo. L’operaio di 45 anni che resta folgorato; il conducente di un taxi acqueo, 49, che si schianta contro un molo; il contadino, anche lui di 49, schiacciato dal trattore; l’elettricista di 53 che scivola dalla scala, il manovratore, 52, travolto da un vagone; l’artigiano, 55, «imprigionato» dalla pressa. Morti tutti in una giornata – quella drammatica di giovedì 9 maggio – il cui bilancio è da accostare, in una specie di confronto freddo, silenzioso e rispettoso, a quella cifra agghiacciante che fornisce l’Inail ogni 12 mesi. Questa: in Italia ogni giorno perdono la vita, mentre lavorano, 3 persone. Dunque giovedì le vittime sono state il doppio della media nazionale. Casi che magari non vengono raccontati dalle cronache, a differenza di quel che è accaduto domenica notte, nel disastro del porto di Genova dove le vittime accertate sono 7 più due dispersi (marinai della Capitaneria e marittimi civili) per i quali la speranza di ritrovarli in vita si fa sempre più esile ogni istante che passa.

Si muore in cantiere, in fabbrica, sui campi. Anche per strada, raggiungendo magari il posto di lavoro o tornando. Il bilancio cupo di quanto accaduto giovedì riassume storie da tutto lo Stivale: Formigara, borgo nel Cremonese; Tassarolo, nell’Alessandrino, Venezia, Cerignola, in provincia di Foggia, Roccamontepiano nel Chietino, Monfalcone, a due passi da Gorizia. Rispecchiano le statistiche anche le nazionalità: cinque italiani e uno straniero proveniente dall’Albania. Eccole, le loro storie senza lieto fine.

 

MASSIMO VIANELLO – Cosa sia esattamente accaduto nella notte tra mercoledì e giovedì a Massimo Vianello, 49 anni, di Campalto, conducente di un taxi acqueo, lo chiariranno i carabinieri che stanno indagando sull’incidente in cui l’uomo ha perso la vita. Era in servizio e non v’è dubbio che anche la sua vicenda sia catalogabile in quell’elenco che comprende le «morti bianche». «Maci», così lo chiamavano i suoi colleghi, potrebbe avere avuto un malore al timone del motoscafo, di proprietà della Venezia Turismo del Tronchetto. Forse andava veloce, forse aveva ricevuto la chiamata di un cliente o forse voleva solo tornare a casa. Chi lo sa. Attorno all’1.30 del mattino ha perso il controllo della piccola imbarcazione che si è schiantata contro la «fondamenta» di un canale.

 

PIERGIUSEPPE ZANESI – L’elettricista Piergiuseppe Zanesi, 53 anni, è caduto da una scala, ha battuto la testa e l’impatto con il terreno gli è risultato fatale. Era al lavoro in un’azienda vicino a Formigara (Cremona), poco lontano dal paese di Sospiro dove abitava. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri l’uomo ha perso l’equilibrio ed è rovinato al suolo picchiando la testa.

GIUSEPPE MASTRULLO – Giuseppe Mastrullo, agricoltore di 49 anni, di Cerignola, è morto dopo essere stato travolto dal trattore che stava utilizzando per lavorare la terra. Il mezzo è uscito fuori strada, si è ribaltato e lo ha schiacciato, uccidendolo sul colpo. Oltre ai carabinieri, sono intervenuti anche i vigili del fuoco che hanno utilizzato una gru per sollevare il trattore e recuperare il corpo del contadino.

RUCI NOURUZ – Quasi certamente doveva essere in disuso, quel cavo che ha folgorato un operaio albanese di 45 anni, Ruci Nouruz, di Durazzo e residente ad Acqui Terme. L’uomo stava lavorando allo smantellamento di una linea elettrica a Tassarolo, provincia di Alessandria. Nei cavi passava ancora – anche se non è chiaro il perchè dato che dovevano essere «sicuri» – corrente a 380 Volt. Appena li ha toccati, stando su una scala ad un’altezza di 6 o 7 metri, è rimasto folgorato. Poi è scivolato a testa in giù restando impigliato in un traliccio. I carabinieri stanno verificando eventuali responsabilità.

GIOVANNI CORNACCHIA – Giovanni Cornacchia, 52 anni, un pugliese della provincia di Bari residente a Fogliano, era un manovratore e lavorava nel porto di Monfalcone, a Gorizia: per cause e per cause e modalitá in corso di accertamento, è stato investito da un vagone dopo essere scivolato. Inutili i soccorsi dei sanitari del 118. Cornacchia sarebbe morto sul colpo. Sul posto per i rilievi, oltre ai carabinieri, sono intervenuti anche i vigili del fuoco.

FERNANDO BELLI – Fernando Belli, 55 anni, di Roccamontepiano, nel Chietino, è morto in un incidente dentro lo stabilimento della Neos Italia, azienda che produce profilati e membrane plastiche per il settore igienico-sanitario. L’operaio stava lavorando insieme a un collega a una pressa che, al momento di rimuovere una busta rimasta incastrata, si è ribaltata schiacciandolo e uccidendolo sul colpo. L’altro operaio è rimasto leggermente ferito. Accertamenti sono in corso da parte dei carabinieri mentre la Procura della Repubblica di Chieti ha disposto l’autopsia.

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