30 APRILE:CRONACHE DA POMIGLIANO

Pomigliano 30 aprile. Dalle ore 13.00 alle ore 14.00, fuori all’ingresso principale dello stabilimento si è tenuto un presidio organizzato dagli operai del “Comitato di lotta cassintegrati e licenziati FIAT” in concomitanza dello sciopero di due ore dello straordinario proclamato dal Comitato (utilizzando la sigla della Conf. COBAS). Gli operai presenti erano pochi, al loro fianco un gruppo di studenti , disoccupati, qualche militante della sinistra estrema. Ciononostante qualche intralcio alla produzione è stato creato. Dalle notizie giunte dall’interno, si è saputo che c’è stato un certo ritardo nella partenza delle linee. All’esterno gruppi di operai hanno ascoltato i […]
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Pomigliano 30 aprile.

Dalle ore 13.00 alle ore 14.00, fuori all’ingresso principale dello stabilimento si è tenuto un presidio organizzato dagli operai del “Comitato di lotta cassintegrati e licenziati FIAT” in concomitanza dello sciopero di due ore dello straordinario proclamato dal Comitato (utilizzando la sigla della Conf. COBAS). Gli operai presenti erano pochi, al loro fianco un gruppo di studenti , disoccupati, qualche militante della sinistra estrema. Ciononostante qualche intralcio alla produzione è stato creato. Dalle notizie giunte dall’interno, si è saputo che c’è stato un certo ritardo nella partenza delle linee.

All’esterno gruppi di operai hanno ascoltato i comizi volanti degli operai del Comitato. Nessuno ha manifestato atteggiamenti di intolleranza, ma più volte è stata espressa solidarietà ai manifestanti.

Gli operai del Comitato il giorno prima erano intervenuti all’assemblea della FIOM tenutasi a Pomigliano con la presenza del segretario Landini. In quella sede avevano ribadito che la lotta per il reintegro di tutti i cassintegrati doveva essere unitaria e doveva coinvolgere anche i 316 di Nola e gli ex Ergom di Poggioreale, e che la eventuale cassa integrazione dovesse essere attuata a rotazione con gli stessi tempi di lavoro e per tutti. I soldi persi dovevano essere integrati prelevandoli dai dividendi degli azionisti e dagli stipendi dei manager. Avevano inoltre ribadito che le sole assemblee e le passeggiate innocue lontane dallo stabilimento erano inutili. La lotta doveva essere concentrata  sulla fabbrica e avevano invitato gli iscritti FIOM all’iniziativa che si è tenuta oggi.

Gli interventi successivi dei funzionari FIOM, sono stati tutti orientati a scardinare questo richiamo alla mobilitazione. Il concetto ricorrente era: “Gli operai non si muovono è inutile chiamarli alla lotta”.

Domani sicuramente questi stessi criticheranno l’iniziativa del Comitato fuori ai cancelli della FIAT accusandoli di essere quattro gatti e di non aver creato grosso danno all’azienda. Ma questa posizione si ferma  alla superficie e nasconde una posizione opportunistica.

Quelli del Comitato erano pochi ma il loro piccolo gruppo ha fatto intravedere una strada diversa. In pochi hanno creato un certo fastidio alla FIAT. Se avessero il numero e l’organizzazione della FIOM cosa succederebbe?

 

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