DACCA, Fermati proprietari delle aziende nell’edificio e i funzionari che avevano dato assicurazioni sulla mancanza di rischi

Dacca, sembra di essere in Italia al tempo del terremoto Otto in manette, tra cui proprietari e dirigenti delle aziende tessili e i due funzionari municipali che il giorno prima del disastro avevano rassicurato i lavoratori sulla mancanza di rischi. Sono i primi risultati dell’inchiesta condotta dalle autorità giudiziarie del Bangladesh sul crollo del palazzo a Dacca che ha provocato, secondo un bilancio non definitivo, 340 vittime. Anche se nella notte tra venerdì e sabato sono state trovate sotto le macerie 19 persone ancora in vita, il dato è presumibilmente destinato a peggiorare visto che i dispersi si contano […]
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Dacca, sembra di essere in Italia al tempo del terremoto

Otto in manette, tra cui proprietari e dirigenti delle aziende tessili e i due funzionari municipali che il giorno prima del disastro avevano rassicurato i lavoratori sulla mancanza di rischi. Sono i primi risultati dell’inchiesta condotta dalle autorità giudiziarie del Bangladesh sul crollo del palazzo a Dacca che ha provocato, secondo un bilancio non definitivo, 340 vittime. Anche se nella notte tra venerdì e sabato sono state trovate sotto le macerie 19 persone ancora in vita, il dato è presumibilmente destinato a peggiorare visto che i dispersi si contano a centinaia.

Come in Italia, tra pochi giorni padroni e funzionari saranno liberi

 

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L’APPELLO: «CONSEGNATEVI» – Alcune delle persone finite in manette –quelle che avevano obbligato i lavoratori ad entrare nell’edificio invece pericolante – hanno accolto l’appello del premier bengalese Sheikh Hasina indirizzato ai proprietari delle imprese ai quali aveva chiesto di uscire dalla latitanza per consegnarsi alla polizia. Cosa che hanno fatto poco dopo la mezzanotte locale di venerdì Mahbubur Rahman Tapas e Bazlul Samad Adnan, proprietari della New Weave Bottoms e della New Weave Style. La polizia sta attivamente ricercando altri responsabili, fra cui Aminul Islam, proprietario della Phantom Apparels e della Phantom Tac Bangladesh Ltd, e Anisur Rahman della Ethertex Textiles, che sono ancora latitanti.

 

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I DIRIGENTI MUNICIPALI- Tra gli arrestati ci sono anche due ingegneri della municipalità di Savar, Imtemam Hossain e Alam Miah, accusati di aver minimizzato la gravità dei cedimenti registrati dalla struttura dell’edificio all’inizio della settimana. Sono stati prelevati dalle proprie abitazioni in un raid notturno. Mandato di cattura anche per il cugino del proprietario del palazzo di otto piani Sohel Rana, un esponente del partito di maggioranza dell’Awami League. L’uomo risulta irreperibile ed è ricercato dalla polizia. il «Rana Plaza» ospitava un centro commerciale, una banca privata e cinque aziende di abbigliamento con circa 3 mila dipendenti.

 

 

 

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