LA COMMISSIONE DEI SAGGI: MUSSOLINI L’INSEGNANTE DI NAPOLITANO

Già il 4 settembre 1924, in piena crisi aventiniana, Mussolini aveva incaricato una commissione di quindici membri suddivisi in egual misura tra senatori, deputati e studiosi scelti dal direttorio nazionale del partito fascista, di studiare le riforme costituzionali più opportune, tra l’altro in materia di rapporti fra potere legislativo e potere esecutivo . Il colpo d’acceleratore alla soluzione della crisi dato dal discorso del 3 gennaio dovette spingere Mussolini a trasferire su un piano formalmente più consono quella che era pur sempre un’emanazione del partito fascista. Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri col quale Mussolini istituiva il […]
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Già il 4 settembre 1924, in piena crisi aventiniana, Mussolini aveva incaricato una commissione di quindici membri suddivisi in egual misura tra senatori, deputati e studiosi scelti dal direttorio
nazionale del partito fascista, di studiare le riforme costituzionali più opportune, tra l’altro in materia di rapporti fra potere legislativo e potere esecutivo
.
Il colpo d’acceleratore alla soluzione della crisi dato dal discorso del 3 gennaio dovette spingere Mussolini a trasferire su un piano formalmente più consono quella che era pur sempre un’emanazione del partito fascista. Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri
col quale Mussolini istituiva il 31 gennaio una commissione di 18 membri per lo studio delle riforme istituzionali evidenzia la consapevolezza del duce di quanto la sua posizione si fosse rafforzata e il suo potere accresciuto. È direttamente il Presidente del Consiglio che istituisce una commissione per verificare in che modo lo Stato debba essere anche formalmente modificato: non c’è più alcun bisogno che di tale studio si faccia carico il partito fascista.
La commissione fu incaricata di « studiare i problemi oggi presenti alla coscienza nazionale e attinenti ai rapporti fondamentali tra lo Stato e tutte le forze che esso deve contenere e garantire » e di « presentare il risultato dei suoi studi al Governo del Re, onde possano essere proposte al Parlamento le opportune riforme »
.
I lavori della « Commissione dei Soloni » seguiti dalla stampa e dall’opinione pubblica con interesse crescente terminarono il 5 luglio 1925. Il presidente della commissione, senatore Gentile, sottoponeva al Presidente del Consiglio: a) una Relazione generale sull’opera della commissione (relazione Gentile); b) una Relazione sui rapporti fra Potere esecutivo e Potere legislativo (relazione Barone, con allegate quattro proposte di legge); e) una Relazione sul problema sindacale e
sull’ordinamento corporativo (relazione Arias; con annesse una proposta di legge sul riconoscimento giuridico delle associazioni professionali ed una sull’ordinamento corporativo dello Stato), con alcuni
allegati; d) una Relazione individuale (relazione Gini) sulle riforme proposte dalla commissione sulla rappresentanza politica; e) una Relazione (Santi Romano) riassuntiva sui rapporti tra Potere esecutivo e legislativo

http://documenti.camera.it/bpr/14426_testo.pdf

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