IL CROLLO DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE

Redazione di Operai Contro, Gli ordinativi totali dell’industria registrano una riduzione congiunturale dell’1,8%. Nella media degli ultimi tre mesi gli ordinativi totali diminuiscono del 3,7% rispetto al trimestre precedente. Secondo i dati dell’Istat nel confronto con il mese di dicembre 2011, l’indice grezzo degli ordinativi segna una variazione negativa del 15,3%. Il calo tendenziale è il peggiore da ottobre 2009. Levariazioni negative più marcate si registrano nella produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-26,0%), nella fabbricazione di macchinari e attrezzature  (-23,8%) e nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-21,9%). Cala la produzione industriale e aumentano i licenziamenti degli operai. Tutti vogliono […]
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Redazione di Operai Contro,

Gli ordinativi totali dell’industria registrano una riduzione congiunturale dell’1,8%. Nella media degli ultimi tre mesi gli ordinativi totali diminuiscono del 3,7% rispetto al trimestre precedente. Secondo i dati dell’Istat nel confronto con il mese di dicembre 2011, l’indice grezzo degli ordinativi segna una variazione negativa del 15,3%. Il calo tendenziale è il peggiore da ottobre 2009.

Levariazioni negative più marcate si registrano nella produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-26,0%), nella fabbricazione di macchinari e attrezzature  (-23,8%) e nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-21,9%).

Cala la produzione industriale e aumentano i licenziamenti degli operai.

Tutti vogliono il lavoro degli operai, tutti vogliono spartirsi la ricchezza che gli operai creano.

Hanno paura

Avete ragione quando affermate:” Il fatto sconvolgente, ma in qualche modo comprensibile, è che anche i più terribili critici del sistema si fermano davanti a questo problema e suonano anche loro la gran cassa del lavoro, per noi, schiavi, si intende. Inauguriamo il giornale della rivolta operaia contro il lavoro, salariato. Se il padrone, nella grande crisi, non ha altra soluzione che licenziare una parte di noi mentre spinge per gli altri, oltre ogni limite lo sfruttamento, questo vuol dire che è arrivato il momento della resa dei conti: se per la società del capitale è diventato, in qualche modo inutilizzabile, anche il lavoro salariato è tempo che si attacchi l’utilità del padrone stesso e del suo sistema sociale.

Un operaio dell’ILVA di Taranto

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