PERCHE’ NON VOTO

Non voto, non sono un cittadino a cui la politica dei partiti democratici può promettere la riforma dello stato con conseguenti risparmi e miglior funzionamento dello stesso, sono un operaio che si identifica con la propria classe a cui tutti i partiti borghesi che si sono succeduti al governo dello stato, delle regioni delle città ha tolto qualcosa delle conquiste strappate dal movimento degli operai dal dopoguerra in avanti, riforma delle pensioni, riforma sanitaria, attacco ai diritti sindacali, attacco al salario,chiusura delle fabbriche con conseguente perdita di posti di lavoro, sacrifici uno dietro lʼaltro. Mi hanno aumentato la vita […]
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Non voto, non sono un cittadino a cui la politica dei partiti democratici può promettere la
riforma dello stato con conseguenti risparmi e miglior funzionamento dello stesso, sono un
operaio che si identifica con la propria classe a cui tutti i partiti borghesi che si sono
succeduti al governo dello stato, delle regioni delle città ha tolto qualcosa delle conquiste
strappate dal movimento degli operai dal dopoguerra in avanti, riforma delle pensioni,
riforma sanitaria, attacco ai diritti sindacali, attacco al salario,chiusura delle fabbriche con
conseguente perdita di posti di lavoro, sacrifici uno dietro lʼaltro.
Mi hanno aumentato la vita lavorativa e ridotto il salario.
La crisi di accumulazione il capitale lʼha caricata sulle spalle degli operai senza che
nessun partito muovesse una critica alla natura della crisi, senza che nessuno partito che
parla a anche a nome degli operai o perlomeno degli strati bassi della società,ci abbia mai
chiesto come operai se aravamo dʼaccordo oppure no se ci andasse di pagare i debiti che
lo stato contraeva e contrae con le classi che lo hanno depredato e continuano a
depredarlo.
Ora nella corsa alle leve di comando della macchina statale per tentare di uscire dalla crisi
mi chiedono il voto, hanno bisogno che io come operaio faccia numero e partecipi al circo
delle elezioni tentano di allettarmi con promesse come quella del lavoro che non potranno
mantenere , mascherandosi dietro il concetto di “salvare il bene comune” mi faranno fare
ancora più sacrifici, ma il bene comune degli operai non è quello delle altre classi .
Per salire alla poltrona parlano di lavoro e di diritti, parlano di salario di cittadinanza, di
sanità di sviluppo delle forze produttive, di ecologia di beni comuni di welfare, di green
economy di tutte le condizioni che sono state e saranno la base materiale della ricchezza
delle classi superiori e alla sottomissione culturale degli operai ai loro concetti.
I loro rappresentanti sono ex magistrati che si richiamano alla rivoluzione ma non si sono
mai visti gridare per le morti sul lavoro o contro i padroni che chiudono fabbriche e
lasciano sul lastrico migliaia di operai, ambiscono alla poltrona che gli darà la possibilità di
rubare lʼimpensabile e se lo stato gli tira le orecchie dichiarano che sono sereni e tranquilli
e affronteranno il giudizio con tutta calma e sicurezza, credo bene con il conto in banca
bello pieno puoi affrontare qualsiasi traversia e pagarti i migliori principi del foro, la
giustizia è diseguale nello stato borghese .
Non sono un cittadino che verso lo stato ha dei diritti e dei doveri, sono un operaio che
con il proprio plusvalore assieme a quello di altri operai come me ha contribuito a
mantenere una classe sociale ben definita ed una pletora di parassiti che nella crisi
tentano la strada politica cercando di accaparrassi una poltrona che gli permetta di fare la
bella vita e di permettere che i padroni continuino ad assoggettare gli operai ai propri
interessi
Come operaio ho bisogno di altro di ciò che fino ad ora è stato politicamente espresso,
non so in quale forma politica possa rappresentarsi , ma non certo quella che fino ad ora
ha riprodotto la sovrastruttura politica delle classi dominanti, per ciò non voto e aspetto
che le condizioni si manifestino per la nascita di soggetto politico che rappresenti gli
interessi degli operai.
Saluti
Dario Comotti tornitore

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