Gli operai di Mahalla

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Gli operai di Mahalla si sollevano contro il decreto costituzionale di Morsi
di Hisham Fouad dei Socialisti Rivoluzionari d’Egitto
Tratto da Socialist Worker

Ancora una volta i 20.000 lavoratori della Misr Spinning di Mahalla hanno preso le redini della sfida al regime egiziano. Hanno rifiutato gli emendamenti costituzionali del presidente Mohamed Morsi ed il potere dei Fratelli Musulmani.
I lavoratori nello stabilimento hanno indetto una protesta alla fine del primo turno il 27 novembre. La manifestazione e’ partita tra canti sulla terribile situazione e sulla continuazione delle politiche ostili alle classi popolari. I lavoratori hanno fatto appello per la fine del potere dei Fratelli Musulmani.
Tanti abitanti del luogo e membri di gruppi rivoluzionari si sono uniti alla protesta non appena ha attraversato le vie del centro della citta’, gridando [k]Il popolo vuole la caduta del regime[k] (da notare che e’ lo stesso slogan urlato all’epoca delle proteste per la deposizione di Mubarak, NdT).
Non appena la manifestazione ha raggiunto Shoun Square, nel centro citta’, i manifestanti sono stati attaccati da membri del Partito Liberta’ e Giustizia, legato alla Fratellanza, che hanno lanciato fuochi d’artificio e petardi contro di loro.
La piazza e’ stata trasformata in un campo di battaglia (vedi il video) e circa 400 persone sono rimaste ferite, dal momento che i manifestanti hanno risposto all’aggressione ribattendo con pietre e bombe Molotov. Le forze di sicurezza sono arrivate molto dopo e hanno fatto partire una raffica di centinaia di candelotti lacrimogeni.
La dichiarazione dei Socialisti Rivoluzionari [k]Lavoratori d’Egitto, sollevatevi contro la dichiarazione costituzionale e la poverta’[k] e’ stata distribuita durante la protesta.
In essa si sostiene che Morsi considera le proteste dei lavoratori come il nemico principale. I suoi tentativi di assicurarsi poteri eccezionali hanno l’obiettivo di mettere a tacere i lavoratori che manifestano per chiedere il completamento della rivoluzione del 25 gennaio 2011 e la giustizia sociale.

Licenziamenti
La mossa di Morsi arriva dopo che una enorme ondata di licenziamenti e di persecuzioni di leader dei lavoratori non e’ riuscita a bloccare una crescita senza precedenti delle lotte dei lavoratori.
I lavoratori e la gente di Mahalla hanno ricordato alle elite politiche che ora stanno cercando di guadagnare influenza dopo la caduta di Hosni Mubarak che la loro ribellione del 6 aprile 2008 fu la prova generale della rivoluzione del 25 gennaio 2011.
In quella giornata i rivoluzionari di Mahalla fecero a pezzi l’immagine del dittatore ed affrontarono ogni tipo di abusi pur di reclamare liberta’ e giustizia.
Nel frattempo gli islamisti ed allo stesso modo i liberali hanno escluso le rivendicazioni ed i diritti dei lavoratori dalla bozza costituzionale. Questo documento e’ completamente monco di qualsiasi diritto per le classi popolari: niente di niente sul diritto alla salute, all’educazione o ad una paga decente.
La mobilitazione dei lavoratori di Mahalla e’ un passo importante nel legare la rabbia per condizioni di vita in continuo peggioramento all’attuale battaglia politica. Questo processo e’ gia’ divenuto evidente nelle mobilitazioni di altri lavoratori che hanno recentemente iniziato a far proprie rivendicazioni politiche.
Durante il loro sciopero i lavoratori della metropolitana hanno chiesto le dimissioni del direttore ed il licenziamento degli elementi del vecchio regime. I lavoratori delle compagnie privatizzate hanno chiesto la loro ri-nazionalizzazione. Nelle nuove citta’ industriali, i lavoratori hanno iniziato a combattere per prendere il controllo delle loro fabbriche non appena i padroni hanno minacciato di chiuderle.

Iniziativa
L’iniziativa dei lavoratori di Mahalla apre la porta affinche’ altri settori del movimento dei lavoratori entrino nella lotta politica.
Dovremmo ricordare il ruolo che i lavoratori hanno giocato nel metter fine al potere di Mubarak. Centinaia di migliaia entrarono in sciopero ed organizzarono sit-in, costringendo il dittatore ad uscire dalla scena, terrorizzato dalla prospettiva che la rivoluzione potesse trasformarsi in una rivoluzione popolare contro il potere dei padroni.
Se cio’ fosse accaduto, avrebbe potuto portare alla crezione di uno stato dei lavoratori e all’adozione di un nuovo ordine sociale basato sulla redistribuzione della ricchezza nella societa’ e alla proprieta’ collettiva di fabbriche e terra.
I rivoluzionari [k] ed al loro cuore i socialisti rivoluzionari [k] devono promuovere all’interno della classe lavoratrice scioperi e sit-in contro la dichiarazione costituzionale che criminalizza gli scioperi. Devono collegare questa dichiarazione liberticida con le politiche economiche ostili ai poveri.
Questo e’ cio’ che dara’ alle proteste nelle piazze un potere ed un’influenza enorme sulle autorita’, perche’ le masse lavoratrici possono fermare gli ingranaggi della produzione e bloccare la consegna delle merci. I lavoratori possono costringere il governo a dare risposte alle rivendicazioni politiche e sociali.
La fusione di rivendicazioni politiche ed economiche sara’ raggiunta quando milioni di lavoratori decideranno di unirsi alla rivoluzione sui loro posti di lavoro. Allora saremo testimoni dell’alba di una nuova societa’ e dell’abbattimento del sistema di sfruttamento e poverta’.
Non vogliamo che si cambi semplicemente la gente al potere [k] da Mubarak a Morsi, da Morsi a El Baradei. Vogliamo nuove politiche orientate in favore della maggioranza [k] e questo accadra’ solo se milioni di lavoratori prenderanno parte alla lotta politica per il rovesciamento del regime.

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