LE MENSE PER I POVERI

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di Alessandra Flavetta

ROMA – Andare a mangiare alle mense Caritas e ritirare pacchi alimentari sono pratiche in aumento, in Italia, dove negli ultimi due anni sono cresciuti del 33% i nuovi poveri: pensionati, disoccupati recenti, famiglie con figli piccoli che fanno ricorso agli aiuti alimentari per gli indigenti. Sono 3,7 milioni di persone nel 2012, erano 2,7 milioni nel 2010, secondo l[k]ultimo rapporto Agea, l[k]Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, che realizza la distribuzione italiana dei prodotti alimentari finanziata dalla Comunita’ europea fin dal 1987, tramite 7 organizzazioni caritative (Croce Rossa, Caritas, Comunita’ di Sant[k]Egidio, Fondazione Banco Alimentare, Banco delle Opere di Carita’, Banco Alimentare Roma, Associazione Sempre insieme per la pace).

Al Sud i nuovi poveri sono aumentati del 45%; nelle Isole del 40%; al Centro -Nord del 25%, ma Campania (796.966), Sicilia (601.462), Lombardia (302.340), Puglia (265.309) e Lazio (395.509) sono le Regioni dove maggiore e’ in assoluto il numero degli assistiti rispetto ai residenti, mentre gli incrementi maggiori di indigenti si registrano in Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Piemonte e Trentino Alto Adige, dove si e’ passati da 16.738 persone nel 2010 a 35.013 nel 2012, con un incremento del 109%.

Le categorie piu’ a rischio sono ovviamente le piu’ deboli, bambini da 0 a 5 anni (10%) e over 65 (14%). Gli aiuti riguardano per lo piu’ i pacchi con il cibo, mentre c[k]e’ una percezione sociale che varia per aree geografiche nel recarsi alle mense degli enti caritativi: vi ricorre il 5,48% del 1.347.706 di indigenti assistiti al Sud, il 9,26% di 987.042 assistiti al Nord e il 12,82% dei 669.632 poveri del Centro Italia, con i picchi di Toscana (23,11%) e Basilicata (11,63%).

Con la rivisitazione degli aiuti europei, anche i fondi per i prodotti alimentari agli indigenti rischiano di saltare dal 2013, spiegano il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, Pier Paolo Fraddosio di Agea e Francesco Marsico, vicedirettore vicario della Caritas Italiana, presentando il Rapporto 2012. L[k]attuale sistema di distribuzione assicura ogni anno circa 126 milioni di euro per pasti in mensa e cartoni di cibo, a fronte di aiuti comunitari che nel 2012 sono stati pari a 95.641.425 euro, coprendo circa il 60% di tutti gli aiuti alimentari: [k]Una misura indispensabile per il nostro Paese, che non e’ dotato di una sistema di welfare che copra anche questi aspetti, ecco perche’ ci stiamo muovendo per negoziare a Bruxelles il salvataggio del programma[k], spiega il padrone di casa, il ministro Catania. In caso di fallimento, [k]esistono gia’ norme che prevedono l’istituzione di un fondo nazionale per gli aiuti agli indigenti, dovremo solo trovare una copertura finanziaria di circa 100 milioni di euro l’anno[k].

Secondo il ministro Passera, questo e’ [k]un esempio straordinariamente efficace di collaborazione tra pubblico, privato e privato no-profit: circa un milione di tonnellate di cibo – ricorda – viene sprecato all’interno della filiera agroalimentare, uno spreco che va combattuto e, gia’ nel decreto Sviluppo, con l’articolo 58, abbiamo predisposto meccanismi di recupero e un fondo nazionale per gli indigenti nel malaugurato caso l’Ue dovesse tagliare gli aiuti[k]. Una prospettiva che spaventa, in tempi di tagli del fondo per l[k]autosufficienza, che ha costretto i malati di S.L.A. a entrare in sciopero della fame, e in cui per la social Card, allargata anche ai Comuni delle Regioni Convergenza (Campania, Calabria, Puglia, Sicilia), si stanzia in tutto 400 milioni di euro, la meta’ dei quali con fondi strutturali.

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