L’ULTIMA BARZELLETTA DI NAPOLITANO

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“Il doloroso ricordo dei ventisette bambini e dell’insegnante che persero la vita, ancora impresso nella coscienza del Paese, impone alle istituzioni il massimo impegno per garantire la continuita’ di politiche di intervento per la messa in sicurezza degli edifici scolastici”. E’ il passaggio piu’ significativo del messaggio inviato dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al sindaco di S.Giuliano, Luigi Barbieri, in occasione del decimo anniversario del terremoto che sconvolse il Molise il 31 ottobre 2002. “Dieci anni fa – si legge nel testo ricevuto e diffuso dal primo cittadino di S.Giuliano – a seguito del tragico evento sismico, la comunita’ di San Giuliano di Puglia e’ stata profondamente ferita da quell’evento e in particolare dal tremendo crollo della scuola ‘Francesco Jovine'”. “In questa triste ricorrenza – prosegue il Presidente nel messaggio -, nel rinnovare la mia affettuosa vicinanza ai familiari delle vittime, rivolgo un particolare pensiero ai loro compagni di scuola, che, coinvolti nell’evento che ne ha segnato profondamente il percorso di crescita, hanno saputo esprimere in questi anni un impegno e una forza d’animo straordinari. Con questi sentimenti di profonda partecipazione – conclude – sono vicino a tutta la cittadinanza di San Giuliano di Puglia”.

Sono oltre 800 le famiglie terremotate molisane ancora fuori casa, alloggiate tra casette di legno divenute fatiscenti e autonoma sistemazione; dei fondi arrivati in regione, la maggior parte e’ stata spesa a San Giuliano di Puglia (Campobasso). E’ questo il bilancio stilato a Bonefro nell’ambito di un incontro organizzato nel villaggio temporaneo alla vigilia del decennale dal sisma. A prendere parte all’appuntamento, c’era il consigliere regionale del Pd, Michele Petraroia che ha moderato l’incontro, il parroco del paese, don Antonio Di Lalla, gli Ecodem e la popolazione del villaggio temporaneo ed i bambini di Bonefro. Ad aprire la riunione, la proiezione del documentario “Aspettando casa mia”, girato nel villaggio provvisorio di Bonefro e realizzato dai registi Massimo Di Nonno, di Campobasso, e Alessandro Tosatti, di Bologna. La pellicola, attraverso interviste ai cittadini che abitano nelle casette di legno, ha voluto denunciare la situazione che sta vivendo la comunita’: alcuni prefabbricati sono lesionati e la pioggia penetra all’interno. Sulla base dei dati forniti da don Antonio Di Lalla, nell’area del cratere sono arrivati 1,5 milioni euro, ma a Bonefro ne sono stati utilizzati 167 mila.

“Se oggi il Molise e’ la regione d’Italia con il piu’ alto numero di scuole sicure lo si deve a quel sacrificio di quegli innocenti. Magra consolazione ma purtroppo questo e’ il Paese in cui tante tragedie restano senza seguito”. E’ un passaggio del messaggio del Presidente della Giunta Michele Iorio per il decimo anniversario del crollo della scuola Jovine a San Giuliano di puglia, nel terremoto del 2002. “Il dovere della memoria per chi resta e’ anche il mezzo, come qualcuno dice, per riflettere l’immagine di chi abbiamo perso. Oggi dunque con questa memoria ricordiamo – prosegue Iorio -, meglio rivediamo, quei 27 bambini e la loro insegnante. Ancora una volta giuriamo di voler lavorare – dice Iorio nel suo discorso -, ciascuno per le nostre piccole e grandi responsabilita’, per far si che cio’ non abbia piu’ a ripetersi. Ci impegniamo ancora una volta affinche’ quel sacrificio non sia stato inutile”. “Certo abbiamo pianto ancora gli studenti di L’Aquila, o i lavoratori dell’Emilia Romagna periti in un terremoto. Ancora si e’ parlato di quanto non fatto. Molto si poteva e si doveva ancora fare – e’ un altro passaggio dell’intervento del governatore -. Nel piccolo questa terra, il Molise, ha saputo avviare un programma che ha visto rendere sicure, dal punto di vista sismico, praticamente tutte le scuole della regione. C’e’ ancora da fare, inutile dirlo, ma forse la terra natale di quei 27 bambini e di quella maestra li ha saputi onorare – conclude il Governatore del Molise – attivando le piu’ idonee iniziative per scongiurare il ripetersi di quella tragedia, quantomeno nei modi e nelle forme in cui essa si genero”.

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